Perché la partita per le primarie del PD è ancora aperta: l’analisi dell’esperto
Mancano ancora tre settimane alle primarie del Partito democratico che stabiliranno la nuova leadership dem, ma dal voto nei circoli sono già emersi alcuni elementi interessanti. Stefano Bonaccini si vede confermato in quanto candidato favorito, ma i margini sono più stretti di quanto non si prevedesse. Ed Elly Schlein ottiene una porzione tale di consensi che la partita è ancora decisamente aperta. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Regiroli, sondaggista di Bidimedia, che ha analizzato il voto nei circoli. Ecco cosa è emerso.
"Bisogna fare una premessa. Non abbiamo dei dati complessivi, perché il Pd non pubblicherà i dati del congresso e dei circoli fino al 19 febbraio", ha detto Regiroli, spiegando che i dati a cui ha fatto affidamento Bidimedia per catturare una prima fotografia della situazione sono quelli pubblicati dagli stessi circoli o arrivati dai comitati. "È una prima fotografia parziale. Non sono dati ufficiale, ma iniziano comunque a restituirci un primo disegno che può essere attendibile", ha aggiunto.
Questi dati danno appunto Stefano Bonaccini in vantaggio al 48,8%, con Elly Schlein in seconda posizione al 37,9%. Gli altri due candidati in corsa rimangono distanti: Gianni Cuperlo si ferma all'8,5% e Paola De Micheli al 4,8%.
"Dalla mappa che abbiamo pubblicato vediamo come Schlein stia ottenendo dei risultati molto positivi in diverse Regioni del Nord. In Veneto e in Friuli Venezia Giulia è nettamente avanti, anche in Lombardia sta andando piuttosto bene. Per il Lazio abbiamo ancora pochissimi dati, ma da questi Schlein sembrerebbe andare bene anche in questa Regione, soprattutto a Roma e dintorni. Anche in alcune province della Toscana sta andando meglio del previsto", ha spiegato il sondaggista.
"Detto ciò, Bonaccini è avanti in maniera piuttosto netta. Il divario al momento è di circa 11 punti", ha aggiunto.
Regiroli è poi tornato a ribadire come per avere una fotografia più precisa sia necessario attendere ancora, in quanto i dati raccolti finora sono comunque parziali. In particolare, ha sottolineato, mentre sono arrivati tanti numeri dalle Regioni del Nord e del Centro, non è arrivato quasi nulla dal Lazio (incluso) in giù. "In questo momento è molto sovrarappresentata l'Emilia Romagna, che è la Regione in cui Bonaccini è nettamente avanti. Più di metà del vantaggio di Bonaccini viene da qui. Anche in Toscana e Liguria hanno votato tanti circoli, in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Veneto abbastanza", ha detto il sondaggista.
Il fatto di non avere molti dati per quanto riguarda le Regioni meridionali, chiaramente rappresenta un'incognita sul risultato del voto: "Il Lazio è molto importante, così come la Campania (dove pesa anche la questione delle tessere, si dovrà capire come andrà a finire con i ricorsi). I numeri da queste Regioni potrebbero ancora influire molto sul risultato. Non mi aspetto cambiamenti di dieci punti, però potrebbe esserci tanto un sensibile riavvicinamento quanto un maggiore distanziamento di Bonaccini rispetto agli altri candidati. È difficile dire quanto può ancora cambiare il quadro, è sicuramente possibile che ci siano ancora variazioni", ha spiegato Regiroli.
Secondo l'analista di Bidimedia la partita non è ancora aperta solamente perché mancano ancora molti dati. C'è anche un altro aspetto da tenere in considerazione: "Queste sono le prime primarie per eleggere il segretario del Pd che sono davvero competitive. In tutte le altre occasioni c'era un candidato che era il sicuro vincitore. Qui, nonostante Bonaccini sia sicuramente il favorito, Schlein è comunque vista come una candidata con delle chances. Questa è un'anomalia rispetto al passato. Storicamente chi è partito in testa nei circoli ha sempre vinto le primarie nazionali. C'era già un vincitore designato che aumentava sempre il suo distacco. Non è detto che succeda anche questa volta", ha detto Regiroli.
"La partita non è ancora chiusa, soprattutto se si genera l'idea che Schlein può farcela. Certo, Bonaccini è il favorito, ma potrebbero esserci sorprese", ha aggiunto il sondaggista, sottolineando come già il voto dei circoli sia stato in un certo senso inaspettato, con Schlein che ha ottenuto numeri decisamente competitivi.
"Se questo fosse un ‘voto normale', con un distacco di dieci punti sarebbe difficile avere sorprese. Però questo è un voto che risponde a logiche diverse. Gli iscritti del partito votano secondo il posizionamento delle correnti, soprattutto al Sud. Nel voto dei circoli c'è poco voto di opinione e molto voto di appartenenza. Invece nelle primarie aperte c'è anche tanto voto di opinione. Ed è soprattuto questo che lascia margine a Schlein. Soprattutto se in queste settimane si afferma l'idea che il voto è contendibile e che lei possa ancora vincere", ha concluso Regiroli.