Perché la Manovra 2025 è in ritardo e quando sarà approvata: il calendario delle prossime tappe
Non è una novità, che i lavori sulla manovra in Parlamento riservino delle sorprese e degli slittamenti. Quest'anno, anche per la scarsità delle risorse a disposizione del governo Meloni, era sembrato che le cose procedessero in modo piuttosto lineare. Poi, nel fine settimana, sono arrivate delle novità.
Prima gli emendamenti dei relatori hanno sollevato le proteste dell'opposizione, poi quelli del governo hanno letteralmente bloccato i lavori della commissione Bilancio alla Camera. Così, il testo che oggi avrebbe dovuto arrivare in Aula è ancora fermo: la commissione riprenderà i voti oggi. L'appuntamento con l'Aula è rimandato – per ora – a mercoledì. Poi si procederà con ritmi più serrati, o almeno il centrodestra proverà a farlo, per non avvicinarsi troppo alla scadenza del 31 dicembre 2024.
La polemica sull'aumento di stipendio ai ministri
Venerdì sera i relatori – cioè i parlamentari del centrodestra che sono ‘responsabili' del ddl in commissione – hanno depositato una serie di proposte di emendamenti alla legge di bilancio. Tra questi c'erano alcuni aggiustamenti tecnici, come il rialzo dei pedaggi dell'autostrada per alcune tratte, ma anche delle misure che non erano attese.
Tra queste, criteri più stringenti per accedere al Fondo mutui per le prime case, e un aumento dello stipendio per i ministri che non sono parlamentari. Novità che hanno fatto discutere anche ad Atreju, la rassegna di Fratelli d'Italia che ieri la premier Meloni ha concluso anche con un attacco a Fanpage.it.
L'intervento del governo e la protesta delle opposizioni
Se gli emendamenti dei relatori hanno portato a dure polemiche da parte dell'opposizione, sono stati quelli del governo a creare più problemi. Tra venerdì notte e sabato, infatti, l'esecutivo ha depositato le sue proposte. Anche in questo caso i temi toccati sono moltissimi, dalle tasse ai bonus. E l'ostacolo è stato proprio questo.
L'intoppo tecnico è arrivato perché il governo non ha presentato molti emendamenti diversi, ma un unico maxi-emendamento che conteneva tutte le modifiche alla manovra. Cosa che, però, è vietata dai regolamenti della Camera. Così, se sabato doveva essere la giornata in cui la commissione Bilancio avrebbe chiuso i lavori e inviato il testo all'Aula, è diventata quella in cui si è dovuto attendere che il governo sistemasse la questione, ‘spacchettando' il maxi-emendamento.
Al termine di questo lavoro, sabato notte, è arrivato il risultato: non più un unico emendamento, ma sei. Non abbastanza per le opposizioni, che hanno scritto insieme al presidente della Camera Lorenzo Fontana chiedendo di intervenire: "Questa varietà di contenuti rende impossibile per i deputati valutare singolarmente ogni misura e manifestare il proprio consenso o dissenso su specifiche disposizioni".
Da Fontana è arrivata una risposta negativa. La legge di bilancio, ha affermato, è "fisiologicamente eterogenea e comprensiva di interventi su vaste e svariate materie", quindi è normale che anche gli emendamenti debbano trattare molte questioni diverse. Insomma, questione chiusa, e su questi testi si dovrà lavorare nei prossimi giorni.
Cosa succede ora: le prossime tappe
Oggi, lunedì 16 dicembre, alle 10.30 la commissione Bilancio riprende la discussione e votazione degli emendamenti. Il piano della maggioranza ora prevede di chiudere queste votazioni in fretta, entro domani sera, per arrivare in Aula mercoledì 18 dicembre. A quel punto, con ritmi serrati – e probabilmente anche con l'utilizzo dell'ennesima questione di fiducia da parte del governo – si cercherà di arrivare al voto finale della Camera venerdì 20 dicembre.
Questo permetterebbe un certo margine di tempo al Senato, purché non ci siano nuovi intoppi. Dal fine settimana, o al più tardi da lunedì 23 dicembre, il testo passerebbe alla commissione Bilancio di Palazzo Madama, che però non dovrà più – come è ormai prassi – mettere mano al testo, ma solamente approvarlo così com'è. Dopodiché si andrà all'Aula del Senato, che avrà il compito di dare l'ultimo, definitivo via libera.
Ci sarebbe poco più di una settimana di tempo prima della scadenza da rispettare a tutti i costi, quella del 31 dicembre, per non far scattare l'esercizio provvisorio. Ma in mezzo ci sarebbe la pausa ‘obbligata' del Natale. Insomma, ancora una volta sembra che la legge di bilancio verrà approvata negli ultimi giorni disponibili.