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Elezioni regionali 2024

Perché la lite nel centrodestra sulle elezioni regionali rischia di complicare la vita al governo

Lo scontro in Sardegna rischia di mettere in difficoltà il centrodestra su tutte le altre Regioni al voto quest’anno e non solo, la Lega minaccia di far saltare l’accordo sui presidenti uscenti se non verrà confermato Solinas.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo, le regionali, le europee. Nel 2024, la stabilità del centrodestra sarà messa a dura prova da una serie di fattori interni ed esterni. Non era certo un segreto, ma la partenza – va detto – è stata pessima. La giornata di ieri si è chiusa con la spaccatura sul candidato da presentare in Sardegna, quella di oggi si è aperta con una dichiarazione del vicesegretario della Lega Andrea Crippa – l'uomo che interviene quando c'è da alzare i toni – che ha sostanzialmente minacciato gli altri partiti di coalizione di far saltare tutti gli accordi sulle elezioni regionali. E siamo solo al 5 gennaio.

Il problema, per la Lega, è la mancata conferma di Christian Solinas come candidato unitario alle regionali in Sardegna – dove si vota, peraltro, il tra appena un mese e mezzo – dopo un tavolo locale di nove ore che ha visto indicare il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, esponente di Fratelli d'Italia. La Lega non ci sta e richiama la consuetudine secondo cui i presidenti uscenti vengono ricandidati automaticamente, minacciando di far saltare l'accordo anche nelle altre Regioni al voto quest'anno. Nel 2024 si voterà anche in Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Umbria. Tutte e quattro a guida centrodestra.

Al momento, conti alla mano, su cinque Regioni al voto, due governatori uscenti sono quota Lega, due quota Forza Italia e solo uno, l'abruzzese Marsilio, quota Fratelli d'Italia. È normale perciò che ci sia la volontà, da parte del partito di Meloni, di occupare nuove caselle sul territorio, anche a discapito degli alleati. Anche perché a livello nazionale la situazione nei sondaggi politici è abbastanza chiara.

"Noi facciamo tesoro delle parole di ieri di Giorgia Meloni – ha commentato questa mattina Crippa – Il centrodestra è un valore e l'unico modo per vincere è riconfermare i candidati che hanno governato bene per cinque anni". Il messaggio, se non fosse chiaro, è il seguente: "Prima delle europee vanno al voto quattro Regioni e la Lega è per riconfermare i presidenti uscenti – ha insistito il vicesegretario della Lega – se così non fosse anche per una sola Regione, si riaprirebbero i giochi e il tavolo su tutte le altre". Crippa ha anche sottolineato che non si tratta di bandierine di partito, facendo l'esempio dei due governatori di Forza Italia, ma di continuità di buongoverno. La Lega, intanto, conferma che il suo candidato è Solinas.

Se il centrodestra dovesse spaccarsi davvero in Sardegna sarebbe un colpo netto alla credibilità del governo Meloni, oltre che un assist incredibile alla candidata unitaria del centrosinistra, Alessandra Todde, che ha già un enorme vantaggio avendo cominciato la campagna elettorale settimane fa. Sarebbe una crepa importante, che rischierebbe di allargarsi in vista delle elezioni europee di giugno, appuntamento a cui – visto il sistema proporzionale puro – i partiti si presenteranno in corsa da soli. Un'ottima occasione per marcare le differenze la sera ai comizi e poi lavorare insieme la mattina a Palazzo Chigi. In un clima che non si prospetta dei migliori, già da inizio anno.

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