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Perché la linea di Meloni su Ucraina e Trump rischia di danneggiare l’Europa e isolare l’Italia

Il vertice convocato da Macron dopo le dichiarazioni dell’amministrazione Trump aveva un obiettivo fondamentale. “Comunicare che non si decide nulla senza l’Ucraina e senza l’Europa”, dice a Fanpage.it Sandro Gozi, europarlamentare di Renew Europe. Per l’Ue “è tempo di scelte. Meloni deve capire da che parte stare”.
Intervista a Sandro Gozi
Europarlamentare e segretario generale del Partito democratico europeo.
A cura di Giulia Casula
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Il vertice convocato con urgenza da Macron serviva a mandare un segnale forte. "Che non si decide nulla sull'Ucraina senza l'Ucraina e non si decide nulla della sicurezza dell'Europa senza gli europei", dice a Fanpage.it Sandro Gozi, europarlamentare di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo.

E il messaggio, che doveva arrivare alle orecchie di Donald Trump e Vladimir Putin, ha "raggiunto il suo obiettivo". Nonostante l'atteggiamento ostile di Meloni, che avrebbe preferito una riunione formale di tutti e 27 i leader. 2Non possiamo affrontare delle questioni esistenziali, di vita o di morte dell'Europa, con l'amico di Meloni, Viktor Orbàn, pronto a mettere il veto nelle riunioni con tutti i 27. Quindi Meloni si decida, se vuole un'Unione che agisce e che risponde con con rapidità alle urgenze", replica l'europarlamentare.

Nel conflitto russo-ucraino, il doppio binario di Meloni – stretta tra l'Ue e l'amico e alleato Donald Trump – rischia di minare il tentativo dell'Europa di raggiungere una certa autonomia dagli Stati Uniti. "Pensare che noi possiamo ancora beneficiare dell'impegno militare degli americani in Europa per il futuro è una pura illusione. Meloni dovrebbe smettere di illudere l'opinione pubblica italiana", dice Gozi. Insomma, "sono necessarie delle scelte". A partire dall'invio delle truppe in Ucraina e dagli eurobond per la difesa fino a una riforma delle istituzioni Ue. "L'Europa deve farle".

Dal vertice di ieri sera, ci si attendeva una risposta da parte di Bruxelles. Secondo lei questa risposta è arrivata? Ieri c'era bisogno innanzitutto di mostrare un segnale di urgenza e un approccio costruttivo da parte degli europei. Di affermare chiaramente che non si decide nulla sull'Ucraina senza l'Ucraina e non si decide nulla della sicurezza dell'Europa senza gli europei. Credo che questo messaggio sia uscito ed è per questo che un summit, che non aveva l'ambizione di essere conclusivo, ma quella di inviare un segnale forte dopo le prese di posizione degli Stati Uniti, ha raggiunto il suo obiettivo. Evidentemente che c'è molto lavoro ancora da fare.

Stando ai retroscena, Meloni si sarebbe infastidita per la decisione di Macron di convocare un vertice lampo solamente con le principali potenze europee. Anche secondo lei Macron ha sbagliato a tenere fuori alcuni Paesi?

No, Macron non ha sbagliato. Era l'unico in questo contesto che poteva convocare una riunione del genere perché è quello che più si è impegnato per costruire un'autonomia strategica europea; perché la Francia assieme alla Polonia ha il principale esercito europeo; perché ha l'arma nucleare; perché è membro del Consiglio permanente del Consiglio di sicurezza. Insomma c'erano tante ragioni militari e politiche e di strategia personale che facevano di Macron l'unico che poteva convocare una riunione del genere. Peraltro i nordici erano rappresentati  – e Giorgia Meloni lo sa perché era al tavolo – dalla presidenza di turno danese (la Danimarca avrà la presidenza dell'Unione Europea a partire da da luglio). Meloni dovrebbe decidersi perché non può volere mantenere il veto nell'Ue e poi lamentarsi perché Macron convoca riunioni fuori dal contesto formale europeo, senza i 27 Paesi. Noi non possiamo affrontare delle questioni esistenziali, di vita o di morte dell'Europa, con l'amico di Meloni, Viktor Orban, che mette subito il veto nelle riunioni con tutti i 27. Quindi Meloni si decida, se vuole un'Unione che agisce e che risponde con con rapidità alle urgenze, bisogna superare il veto. Se non vuole superare il veto, allora non può criticare delle riunioni in cui c'erano tutti gli attori chiave attorno al tavolo, ma in cui Macron, e non solo lui, non aveva nessuna voglia di farsi ricattare dal veto dell'alleato di Meloni.

L’intenzione era di far fronte comune sull’Ucraina. Perché allora, l’Ue si è divisa sull’invio di truppe militari?

Ho visto che la stampa italiana è stata negativa oggi e mi domando perché. Anzi faccio una domanda retorica: chissà perché la stampa italiana è l'unica a essere così negativa oggi e a dare questa interpretazione, dopo che Meloni è arrivata al vertice con 45 minuti in ritardo e non ha svolto un ruolo così positivo (e forse, aggiungo, manco voleva venire)? In realtà non ci sono state grandissime differenze, perché tutti, anche chi, come Starmer o come Macron sarebbe pronto già oggi a impegnarsi per inviare delle truppe per il mantenimento della pace, hanno detto sì. Non so cosa abbia detto Meloni perché non ce l'ha detto. Lei non parla da tre settimane e facciamo fatica a sapere che cosa lei dica in questi summit, però tutti gli altri hanno detto sì nel quadro di un processo di pace. Non essendo ancora a questo punto, è difficile che persone che sono in campagna elettorale, come Olaf Scholz e Donald Tusk – in Germania si vota tra tre giorni e in Polonia si vota a maggio – possano dire qualcosa di diverso rispetto al fatto che non ci sono ancora le condizioni per inviare truppe. Vedremo cosa succede in Germania questo fine settimana, ma in generale sul tema della sicurezza e sull'Ucraina, credo ad esempio che Friedrich Merz possa essere anche molto più aperto di Olaf Scholz, ma questo lo scopriremo.

L’intenzione era di far fronte comune sull’Ucraina. Però l’Ue si è divisa sull’invio di truppe militari. Per Meloni la sicurezza europea non può prescindere dagli Stati Uniti, è d’accordo? O condivide chi, come Conte e Schlein, sostiene che si comporti da “cheerleader/ cappellino” di Trump?

A me di cappellini e cheerleader frega poco. Meloni è in contraddizione con se stessa. Il tema non è, almeno nell'immediato, se come europei vogliamo dialogare e lavorare con gli americani per arrivare a un cessate il fuoco e per lanciare il processo di pace in Ucraina. Il tema non è questo. Il tema è se vogliamo diventare come europei sovrani oppure no. La posizione di Emmanuel Macron è che ormai il mondo è cambiato e che noi dobbiamo lavorare con gli americani per il cessate il fuoco e per la pace in Ucraina, ma dobbiamo diventare sovrani in materia militare e industriale. Dobbiamo avere più autonomia strategica. Meloni sembra non volere autonomia e sovranità rispetto agli Stati Uniti e questo mi sembra molto in contraddizione. Peraltro, è inutile aspettarsi da Trump impegni su truppe americane in Ucraina. Secondo me, il mantenimento della pace, quando ci sarà, sarà compito degli europei e di una missione dell'Onu. Quindi pensare che noi possiamo ancora beneficiare dell'impegno militare degli americani in Europa per il futuro è una pura illusione. Credo che Meloni dovrebbe smettere di illudere l'opinione pubblica italiana. Sono necessarie delle scelte, lei non le vuole fare. L'Europa invece deve farle.

Sull’aumento della spesa militare invece i leader sono allineati. Crede che eliminarla dai vincoli di bilancio basterà per consentire ai Paesi di superare il 2% del Pil?

No, non credo che sfruttare la flessibilità del Patto di stabilità sia sufficiente. Credo che vada fatto, ma è tempo di riformare il bilancio europeo perché è evidente che non possiamo pensare di affrontare dei rischi esistenziali per l'Europa come quello attuale, senza aumentare  le risorse a livello comune europeo. Dobbiamo aumentare le risorse europee, dare all'Europa delle delle risorse proprie e prendere atto che siamo in piena crisi della sicurezza. E alla crisi si risponde con degli strumenti straordinari, così come abbiamo fatto con il Meccanismo europeo di stabilità durante la crisi finanziaria o col piano di rilancio durante la crisi del Covid. Peraltro, ci sono delle proposte di usare il nuovo Mes, il nuovo meccanismo europeo di stabilità, come risorsa per finanziare la nostra difesa e la nostra sicurezza. E qui si vede un'altra contraddizione di Meloni che da una parte invoca più difesa e dall'altra ancora non ha ratificato uno strumento che potrebbe esser messo a servizio di questa nuova priorità. Fintantoché il governo Meloni continua a bloccare e a non firmare, è una via che l'Italia non potrà esplorare. Assieme ad altre, naturalmente, come gli Eurobond per la difesa.

Nei negoziati tra Russia, Usa e Ucraina, l’Ue è stata messa da parte. Come giudica le mosse di Trump?

Credo che sia un grave errore mettere da parte gli europei. È la ragione per cui Macron ha convocato la riunione di ieri, per cui ha chiamato prima Trump e per cui il vertice è già stato positivo. Perché ha chiaramente detto che non ci può essere una decisione o un negoziato sulla sicurezza dell'Europa, e quindi dell'Ucraina, senza gli europei. Quindi certamente gli europei devono partecipare ai negoziati. Emmanuel Macron è molto determinato con Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Keir Starmer a raggiungere questo obiettivo. Poi un altro tema è quello di chi si siede al tavolo, ovvero di chi in questa nuova fase storica ha il potere politico, militare e la legittimità per presentare l'Unione Europea. Questo è un tema che gli europei devono devono porsi, perché è giusto insistere per essere al tavolo, però bisogna essere anche molto chiari su chi siede al tavolo per l'Europa.

“L’Europa deve svegliarsi”, è il mantra di questi giorni. L'ha detto Marina Berlusconi e l'ha ripetuto, con parole diverse, anche Mario Draghi. Secondo lei come deve reagire l’Ue per assicurare a Kiev una pace giusta?

L'Unione Europea deve agire due modi. Nell'immediato, deve prendersi tutte le sue responsabilità in materia di sicurezza e di difesa. Deve essere molto chiara nel affermare che non ci può essere una pace in Ucraina senza l'Ucraina e che il tentativo dei russi di rendere l'Ucraina particolarmente disarmata e avere un nuovo presidente fantoccio con elezioni farsa – come appare il progetto di Mosca oggi – è assolutamente inaccettabile e non accadrà. Dobbiamo rafforzare il nostro sostegno all'Ucraina, il nostro impegno per la sua dipendenza, per la sua sovranità e continuare a sostenerla fino a quando non c'è una pace giusta. Oltre a ciò, dobbiamo anche essere lungimiranti. Il che vuol dire che dobbiamo unificare il continente, ma per proseguire nell'unificazione del continente, con l'Ucraina dentro l'Unione Europea, è necessaria una profonda riforma delle istituzioni dei trattati europei. Perché oggi l'Ue non è in grado né di rispondere all'urgenza né di costruire il suo futuro. Deve darsi le risorse e deve riformarsi per rispondere all'urgenza e per costruire il suo futuro attraverso riforme dei trattati e delle istituzioni.

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