Perché la maggioranza si è spaccata sull’espulsione dei diplomatici russi
Sull'espulsione di 30 diplomatici russi dall'Italia si è registrato un duro scontro tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e la Lega. La decisione, approvata dal premier Draghi, è arrivata in coordinamento con altri Paesi europei (tra cui Francia, Germania e Spagna) per dare un segnale chiaro a Mosca: 200 rappresentanti allontanati in 48 ore, mentre le atroci immagini delle fosse comuni di Bucha stavano facendo il giro del mondo.
La decisione di Roma, annunciata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio per "garantire la sicurezza nazionale", ha provocato l'immediata reazione di Mosca, che ha parlato di un'ulteriore "deterioramento delle relazioni bilaterali". La Russia ha quindi annunciato misure equivalenti, con la prossima espulsione di diplomatici italiani da Mosca. Negli altri Paesi europei c'è stata unanimità tra i partiti politici attorno alla scelta. Da noi invece, la maggioranza si è spaccata.
Il capo dipartimento Esteri del Carroccio, Lorenzo Fontana, ha attaccato l'esponente M5s dicendo che "la Farnesina avrà fatto le sue valutazioni e siamo certi che i provvedimenti saranno giustificati in modo chiaro e completo" ma "di certo, la storia insegna che la pace si raggiunge con il dialogo e la diplomazia e non espellendo i diplomatici". Per la Lega l'Italia dovrebbe lavorare "per fare in modo che si risolva il conflitto il prima possibile, per tutelare e salvare più civili possibili e al tempo stesso difendere gli interessi del Paese".
A queste parole ha risposto lo stesso Di Maio. "Evito di rispondere alle provocazioni" ha chiarito, per poi spiegare che l'azione del governo italiano è "per il raggiungimento della pace", ma allo stesso tempo "abbiamo la necessità di tutelare i cittadini italiani". E ha ribadito: "Abbiamo agito per questioni di sicurezza nazionale".
D'accordo con il ministro anche il Pd, che ha criticato la Lega e il suo leader per "l'ambiguità" di fronte alle atrocità della guerra. "La Lega – ha scritto su Twitter Dario Stefàno, presidente della commissione Politiche europee – non riesce a dire chiaramente chi è il responsabile degli orrori di Bucha e si affretta a criticare la Farnesina che decide l'espulsione di diplomatici russi per motivi di sicurezza nazionale. Salvini esca dall'ambiguità una volta per tutte".