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Perché la giudice Iolanda Apostolico ha dato le dimissioni dalla magistratura

Iolanda Apostolico si è dimessa dai suoi incarichi nella magistratura. La giudice era diventata nota per essere stata la prima a non convalidare il fermo di alcune persone migranti sulla base del decreto Cutro: un orientamento poi seguito da molti altri tribunali. Dietro le dimissioni ci sarebbe stata anche la pressione mediatica e politica.
A cura di Luca Pons
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La giudice Iolanda Apostolico si è dimessa. Il suo passo indietro ha fatto notizia perché la stessa Apostolico era stata, nel 2023, al centro di durissimi attacchi da parte dei partiti di centrodestra e del governo Meloni. Il motivo era che era stata la prima magistrata a non convalidare il trattenimento di alcune persone migranti nel centro di Pozzallo: aveva ritenuto che alcune parti del decreto Cutro fossero illegittime, soprattutto quelle che prevedevano di trattenere tutti coloro che non potevano pagare una cauzione di 5mila euro. Un orientamento poi seguito da numerosi altri tribunali nei giorni e nei mesi successivi.

Le accuse da parte della maggioranza erano state le stesse che sono poi state rivolte a vari altri giudici che hanno emesso sentenza contrarie alla volontà del governo Meloni: non essere imparziale, essere schierata politicamente, insomma non essere adatta a fare il suo lavoro. E infatti, anche dopo le dimissioni, non sono mancati i commenti sprezzanti: dal vicepremier Salvini, al capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, secondo cui Apostolico avrebbe dovuto anche "chiedere scusa".

Le dimissioni di Apostolico sono state richieste al Consiglio superiore della magistratura il 3 ottobre, l'approvazione è arrivata negli scorsi giorni (con un astenuto) ed entrerà in effetto a partire dal 15 dicembre. Sulle motivazioni alla base della decisione non ci sono state dichiarazioni pubbliche.

Si può sicuramente escludere che si tratti di una decisione legata alla pensione. Infatti, a soli 60 anni, la giudice non ha ancora la possibilità di ottenere il suo assegno previdenziale. E non c'è nessuna indicazione che si possa trattare di dimissioni rassegnate per anticipare una possibile radiazione dalla magistratura, come avvenuto in altri casi: anzi, diverse fonti di stampa hanno chiarito che non c'erano provvedimenti disciplinari di questo tipo a suo carico.

Al contrario, stando a quanto avrebbero detto a Repubblica alcune persone vicine ad Apostolico, si sarebbe trattato di un modo per sottrarsi alle pressioni causate dagli attacchi politici: "Si sentiva schiacciata, non era più serena, aveva timore di ridiventare un bersaglio", avrebbero riportato.

D'altra parte, la giudice sarebbe "una persona sensibile che già molti anni fa aveva pensato a dimettersi, dopo stress e pressioni fisiologiche dell'ambito del penale". Per questo, le attenzioni portate su di lei dagli insulti e le provocazioni della maggioranza sarebbero state troppo pesanti da reggere. Un altro magistrato avrebbe riportato anche che Apostolico aveva ridotto, nell'ultimo anno, le sue frequentazioni private e si era ‘ritirata' in parte dai rapporti con i colleghi, forse proprio in conseguenza dello stress per l'esposizione mediatica.

Ora, è possibile che la giudice (ancora per pochi giorni) scelga di dedicarsi a un suo "vecchio sogno". Ovvero, quello di avere un "fazzoletto di terra da coltivare", evitando sia le pressioni che derivano normalmente dal lavoro nella magistratura penale, sia quelle aggiuntive portate dalla politica.

Vale la pena di ricordare che il suo caso, dal punto di vista giudiziario, si era comunque chiuso con una ‘vittoria'. Infatti, prima la sua ordinanza era stata impugnata dal governo, e in particolare dal ministero dell'Interno, davanti alla Cassazione. Ma poi, questa estate, il governo aveva prima cambiato il decreto in questione a giugno (dimezzando la soglia dei 5mila euro di cauzione), e poi a luglio aveva rinunciato al ricorso. A settembre, la rinuncia è stata accolta dalla Cassazione.

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