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Perché la flat tax della destra può aver causato il boom di dimissioni dell’ultimo anno

Il deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Franco Mari, spiega in un’intervista a Fanpage.it che dietro al fenomeno delle grandi dimissioni dal lavoro in Italia ci potrebbe essere la flat tax: “C’è chi vuole passare da dipendente ad autonomo perché conviene”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il boom di dimissioni in Italia nel 2022 continua a far discutere. È una tendenza in buona parte del mondo occidentale, è vero, ma nel nostro Paese finora non si erano visti grandi cambiamenti rispetto al passato. I dati degli ultimi mesi lanciano però un campanello d'allarme. Si è passati da 1,3 milioni di dimissioni nel 2021 a 1,6 nei primi nove mesi del 2022. Il dato dello scorso anno, insomma, non è ancora completo e potrebbe sfiorare i due milioni. Franco Mari, deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra, racconta in un'intervista a Fanpage.it di aver presentato un'interrogazione parlamentare in merito, ma che la ministra Calderone ha fatto sapere di non avere risposte al momento: "Può verificarsi che il governo non risponda, è strano che annunci il rinvio quando la commissione è già in seduta – commenta Mari – Attenderemo e andremo avanti".

"Il dato però è molto significativo, è un'anomalia di cui vanno indagate le cause – sottolinea il deputato – Dovrebbe essere una analisi normale per la commissione Lavoro della Camera, soprattutto in un momento storico in cui aumentano in generale le disuguaglianze complessive con ricadute pesanti sul mercato del lavoro". Le cause saranno "molteplici", ma "niente avviene per caso". Ci sono processi in corso che "determinano questa ondata di dimissioni".

Poi il parlamentare di Avs spiega il suo sospetto: "C'è una quota di queste dimissioni che deriva dalla flat tax – sottolinea Mari – È vero che esisteva già, ma le imprese tendono ad aspettare, a vedere se gli impegni elettorali vengono realizzati. Perciò temo che questo fenomeno possa ulteriormente aumentare". Questa tendenza "si sta già verificando nel settore della sanità, dove ci sono dei medici che si dimettono per passare a partita Iva". E attacca la flat tax al 15%: "È un incentivo a passare dal lavoro dipendente a quello autonomo".

"Sono le stesse imprese a suggerirlo, in alcuni comparti e settori, per loro interesse – continua Mari – Sarebbe un fatto fortemente negativo, perché determinerebbe un ulteriore indebolimento delle condizioni di lavoro dal punto di vista dei diritti. Anche perché spesso si tratta di un lavoro dipendente mascherato". Per il deputato di Sinistra Italiana "bisogna capire se, oltre alla sanità, lo spostamento dal lavoro dipendente a quello autonomo stia avvenendo anche in altri contesti". Perciò insisterà nell'avere una risposta dal ministero del Lavoro.

La questione certo è molto ampia, perciò bisogna aprire "un percorso di verifica" in primis per capire "se chi si dimette resta in Italia o se ne va". Questa mobilità, per Mari, "non è effettiva", ma "è semplicemente volta a cercare una retribuzione un minimo più attrattiva". E attacca: "C'è un po' di sottovalutazione del fenomeno" da parte dei sindacati, sentiti nei giorni scorsi da Fanpage.it. "L'ampia possibilità di scegliere qualifiche superiori in altre imprese mi sembra molto strana, mentre – ribadisce infine il deputato – sul fronte dello spostamento verso il lavoro autonomo va fatta, guardando comparti e territori, un'analisi più ampia. Chiederò alla ministra in maniera più dettagliata una riposta al riguardo".

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