Perché la Finlandia vuole entrare nella Nato e che conseguenze avrà per la guerra tra Russia e Ucraina
Nei prossimi giorni sia Svezia che Finlandia dovrebbero ufficializzare la propria richiesta di adesione alla Nato. "Il comportamento imprevedibile della Russia è un problema enorme. Mosca è pronta a eseguire operazioni che sono ad alto rischio anche per noi e che porteranno anche da noi un elevato numero di vittime", ha detto il ministro degli Esteri finlandese, Pekka Haavisto, in audizione alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo. Dopo che presidente e premier finlandesi si sono detti d'accordo sull'entrata del Paese nell'Alleanza atlantica, Haavisto ha sottolineato come "l'architettura di sicurezza dell'Unione europea non ha funzionato". Ragion per cui ora Helsinki vuole entrare nella Nato.
Perché la Finlandia vuole entrare nella Nato
La Russia, ha proseguito, non ha rispettato le regole delle Nazioni Unite in merito a una soluzione pacifica dei conflitti e questo pone un problema non indifferente per gli Stati confinanti. Senza contare che Mosca starebbe portando alle frontiere circa 100 mila soldati, ha sottolineato ancora il ministro. Insomma, "l'invasione russa dell'Ucraina ha modificato l'ambiente di sicurezza europeo e finlandese e anche se la Finlandia non affronta una minaccia militare immediata" è comunque costretta a rivedere le proprie politiche di sicurezza. L'adesione alla Nato, ha ribadito Haavisto, "rafforzerebbe la stabilità della regione del Mar Baltico, del Nord Europa e anche la stessa Nato".
Helsinki dice addio alla sua neutralità
Se entrerà a tutti gli effetti a far parte dell'Alleanza atlantica (e la presa di posizione delle istituzioni non lascerebbe molto margine di dubbio) la Finlandia abbandonerebbe la sua storica neutralità, che ha mantenuto per decenni. Come la Svezia infatti, la Finlandia ha alle spalle una tradizione neutrale: si è sempre posta come Paese mediatore, non ha mai voluto prendere parte a conflitti, così come si è rifiutata di assumere posizione nella logica dei blocchi di influenza. Il fatto che ora si dica pronta a entrare nell'alleanza militare nord atlantica è un passaggio non insignificante: la convivenza pacifica (Finlandia e Russia condividono oltre 1.300 chilometri di confine) con il vicino non è più così semplice e il timore di un'aggressione da parte di Mosca si è fatto reale.
"Preferiremmo ovviamente avere una relazione con il nostro vicino basata su amicizia e cooperazione. Ma è la Russia che si è allontanata dalla situazione di sicurezza scatenando la guerra in Europa. È la Russia che ha invaso l'Ucraina. Ora i cittadini vedono questa nuova realtà ed è giunto il momento di entrare nella Nato", aveva detto alla Cnn la ministra degli Affari europei finlandese Tytti Tuppurainen. Insomma, rimanere neutrali per il quieto vivere della propria regione, favorendo rapporti positivi con la Russia per anni è stata la soluzione migliore: ma oggi, dopo l'invasione di uno Stato sovrano come l'Ucraina, questo non sembra più possibile.
Le conseguenze per la Russia
L'entrata della Finlandia, e poi a ruota della Svezia, nella Nato non è una buona notizia per Mosca. Vladimir Putin aveva lanciato l'offensiva sull'Ucraina citando, fra le sue ragioni, l'allargamento della Nato sempre più verso Est, in quei Paesi che un tempo gravitavano attorno all'orbita sovietica arrivando direttamente ai confini con la Russia. Ora però, si troverebbe con due Paesi Nato in più appena al di là dei suoi confini. Ad oggi la Russia condivide con la Nato appena 1.200 chilometri di confine: con l'entrata della Finlandia nell'Alleanza, però, questi diventerebbero 2.500.
Svezia e Finlandia non sono due Paesi piccoli o militarmente poco equipaggiati, tutt'altro. Sebbene di fatto sia Stoccolma che Helsinki avessero già importanti rapporti militari con l'Alleanza, per cui la loro adesione non cambierebbe drasticamente le capacità di difesa della Nato, si tratta di un segnale fondamentale che cambierebbe in modo netto gli equilibri europei.
Cosa cambia per l'Europa
Gli assetti europei cambierebbero profondamente con due Paesi storicamente neutrali, come Svezia e Finlandia, nella Nato. La sicurezza europea si verrebbe a identificare pienamente con quella fornita dall'Alleanza atlantica, a chiaro traino statunitense e britannico. Del resto il ministro finlandese l'ha detto chiaramente: "L'architettura di sicurezza dell'Unione non ha funzionato". Sia Svezia che Finlandia fanno parte dell'Unione europea, ma evidentemente appartenere allo spazio comunitario non è una garanzia di sicurezza sufficiente. L'autonomia strategica e di difesa dell'Ue, di cui si sta parlando molto in queste settimane, verrebbe così messa ancor più in discussione.
E infine, non è ancora chiaro in che modo questa decisione potrebbe incidere nel conflitto. Non bisogna girarci attorno: il fatto che un Paese storicamente pacifista e neutrale (tanto che si era parlato di una possibile "finlandizzazione" dell'Ucraina come soluzione del conflitto, in modo da creare un cuscinetto tra Nato e Russia che impedisse nuove tensioni in futuro) entri a far parte dell'alleanza militare con più capacità nel pianeta potrebbe portare Mosca a una nuova escalation. Con conseguenze dirette sui negoziati di pace e sull'andamento del conflitto. Ma anche sui rapporti e gli equilibri futuri all'interno dell'Europa.