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Perché le previsioni economiche della Commissione Ue e del governo su Pil e debito dicono cose diverse

I numeri delle previsioni economiche della Commissione europea sull’Italia, pubblicato oggi, non coincidono con quelli inseriti dal governo nel Def. È il commissario europeo Paolo Gentiloni a spiegarne il motivo.
A cura di Annalisa Girardi
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La Commissione europea ha pubblicato le sue previsioni economiche di primavera, rendendo note un po' di stime per quanto riguarda la crescita del Pil e il debito pubblico dei diversi Stati membri. Italia compresa. I numeri ipotizzati sono un po' diversi da quelli messi nero su bianco dal governo italiano nel Documento di Economia e Finanza. Il motivo? Lo ha spiegato il commissario Paolo Gentiloni, sottolineando che nel Def del governo Meloni sia stato inserito solo il quadro tendenziale, ma non gli obiettivi programmatici, e che comunque la Commissione non ha tenuto conto di una serie di privatizzazioni di asset pubblici annunciate.

Vediamo per prima cosa un po' di numeri. Per il nostro Paese, Bruxelles ha previsto un rapporto tra debito e Pil in salita al 138,6% nel 2024 (contro il 137,3% del 2023), per poi arrivare fino al 141,7% nel 2025. Allo stesso tempo, però, dovrebbe crescere anche il Pil: se nelle precedenti previsioni si parlava di un aumento del Pil del +0,7% nel 2024, ora queste stime sono state alzate al +0,9%. Al contrario, sono state limate le aspettative per quanto riguarda il 2025: dal +1,2% si passa al +1,1%. Infine, il deficit – sempre secondo la Commissione – passerà dal 7,4% del 2023 al 4,4% del 2024, per poi risalire al 4,7% nel 2025.

Perché i numeri della Commissione e del governo non coincidono

I numeri della Commissione, come abbiamo detto, sono un po' diversi da quelli del governo italiano: nel Def, ad esempio, la crescita del Pil viene stimata all'1% e il debito al 137,8% per quest'anno. È il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, a spiegare come mai i numeri non coincidano: queste differenze, ha detto l'ex presidente del Consiglio in conferenza stampa, dipendono dal fatto che nel Def non siano stati inseriti gli obiettivi di bilancio per il prossimo anno. E, al tempo stesso, dalla mancata computazione da parte dell'Ue sulle privatizzazioni annunciate dall'Italia.

"Ci sono delle differenze nelle nostre previsioni, sia sul deficit che sul debito. Le differenze sul deficit riguardano al momento delle proiezioni che non sono strettamente comparabili, perché il programma di stabilità, come sapete, presentato dall'Italia non conteneva obiettivi di bilancio per il 2025 e per gli anni successivi. Quindi una comparazione più seria e più realistica potrà essere fatta nei prossimi mesi", ha spiegato Gentiloni. Per poi precisare, per quanto riguarda il debito: "Nelle nostre previsioni c'è una crescita maggiore che nelle previsioni italiane, il motivo principale di questa differenza è che noi non consideriamo l'annuncio del governo italiano relativo privatizzazioni che ammonterebbero addirittura allo 0,7% del Pil e delle quali mancano alla Commissione i dettagli per poterle considerare".

Cosa ha detto Gentiloni sul Superbonus: "Nessun rischio Grecia"

Il commissario ha anche parlato del peso del Superbonus sui conti pubblici: "Il Superbonus non è certo una decisione europea, tanto meno il controllo sul tiraggio del Superbonus. Quello che interessa all'Unione europea è che una parte di questo finanziamento che fa parte del Pnrr sia andata al miglioramento ambientale delle diverse abitazioni. E dal punto di vista delle politiche di bilancio direi che la prudenza del governo rispetto a questa misura è più che comprensibile perché la misura, al di là dell'impatto positivo che può avere sull'attività delle costruzioni, però dal punto di vista dei conti pubblici italiani certamente si è mostrata molto molto pericolosa", ha detto.

Per poi ribadire: "Voglio tranquillizzare tutti voi che comunque non siamo di fronte a un rischio Grecia. Siamo di fronte a una misura che certamente avrà avuto anche degli effetti positivi, ma che essendo andata fuori controllo e diventata un elemento pericoloso. Il governo fa bene a nostro parere a porvi rimedio".

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