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Perché la Cgil sta pensando a uno sciopero generale

La Cgil ha annunciato che è pronta a indire lo sciopero generale: la bocciatura del salario minimo da parte del Cnel e le misure della manovra finanziaria del governo Meloni potrebbero portare ad una protesta su scala nazionale. Landini ha invocato l’unità dei sindacati, invitando la Cisl e la Uil a definire il percorso per una mobilitazione.
A cura di Andrea Miniutti
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Quello dei prossimi mesi potrebbe essere un autunno fatto di scioperi. Ieri l'assemblea della Cgil ha approvato un documento colmo di critiche alla legge di bilancio del governo Meloni: per il sindacato è "una manovra totalmente rinunciataria" che persegue "una linea di politica economica assolutamente sbagliata e inadeguata" fatta di misure "a tempo e in deficit". Di fatto, una bocciatura tout court. L'espressione chiave all'ordine del giorno è "sciopero generale", con il segretario generale Maurizio Landini che ha parlato di una mobilitazione nazionale dal mese di novembre nei luoghi di lavoro e nei territori.

L'appello da parte della Cgil è di un'unità tra i sindacati confederali. Landini ha mandato una lettera ai segretari generali di Uil e Cisl, Pierpaolo Bombardieri e Luigi Sbarra, nella quale ha sottolineato di aver preso in considerazione la proposta dell'Unione italiana del lavoro: "L'Assemblea generale della Cgil ha condiviso la necessità di avviare un percorso di mobilitazione unitaria con manifestazioni e scioperi, per quanto ci riguarda fino allo sciopero generale. Siamo disponibili a incontrarci con celerità nei prossimi giorni per definire percorso e modalità della mobilitazione”.

L'apertura si baserà soprattutto sul loro terreno comune, cioè la lotta contro la modifica alle modalità di accesso alle pensioni in manovra. Secondo la Cgil, la riforma prevista dal governo porterà verso un "pieno ritorno, di fatto, alla legge Monti/Fornero".

Non è la prima volta che, quest'anno, Landini apre allo sciopero generale. Già a giugno il segretario generale lo aveva minacciato, ma nelle ultime settimane – in particolare dopo la manifestazione del 7 ottobre a Roma – è tornato come argomento ricorrente. Le misure della manovra finanziaria e la bocciatura del salario minimo da parte del Cnel sono state come benzina sul fuoco per la Cgil, che ha accusato l'esecutivo di aver usato politicamente il Consiglio per sostenere le proprie posizioni. Tuttavia, l'idea di un minimo salariale imposto per legge non unisce i sindacati: Luigi Sbarra (Cisl) ha più volte sostenuto che una misura del genere aumenterebbe il lavoro nero e danneggerebbe la contrattazione collettiva.

Lo sciopero generale potrebbe unire le richieste di molte categorie chiamate a scendere in piazza nel prossimo periodo. Domani, 20 ottobre, sarà il turno dei lavoratori dell'ex Ilva, con gli stabilimenti che si fermeranno per un giorno intero e un corteo che arriverà nella capitale. Per quanto riguarda gli studenti universitari, è da circa sei mesi che protestano contro il caro-affitti: due giorni fa hanno piazzato le tende fuori da Montecitorio per denunciare l'assenza di misure per la scuola e gli atenei all'interno della manovra finanziaria.

Anche gli ispettori del lavoro hanno indetto uno sciopero per rivendicare salari più alti, mentre il personale sanitario annuncia che presto si riuniranno in protesta per richiedere maggiori assunzioni a causa del troppo carico di lavoro. Sono tutti temi presenti nelle rivendicazioni della Cgil e potrebbero funzionare da collante per estendere lo sciopero su scala nazionale.

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