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Perché in Italia nessuno compra le auto elettriche nonostante i bonus

Dal 2035 non si potranno più vendere auto a diesel e benzina, ma per ora l’Italia è il Paese europeo con la percentuale più bassa di auto elettriche vendute. L’ecobonus dedicato è rimasto quasi inutilizzato. Secondo il ministro Adolfo Urso, il motivo è che le auto elettriche sono ancora troppo care.
A cura di Luca Pons
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La scorsa settimana il Parlamento europeo ha dato il via libera alla misura che, dal 2035 in poi, renderà vietata la vendita di nuove auto con motore a diesel o a benzina. Nei prossimi 12 anni, quindi, ci si può aspettare di vedere un forte aumento della produzione – e della vendita – di auto elettriche. Per ora, però, l'Italia è tra gli ultimi Paesi in Europa per percentuale di auto elettriche immatricolate, nonostante i bonus e gli incentivi per il settore ci siano.

Il bonus per le auto elettriche che è rimasto quasi inutilizzato

L'ecobonus è stato rifinanziato l'ultima volta il 10 gennaio 2023. Ci sono a disposizione 630 milioni di euro per acquistare veicoli non inquinanti, che siano auto, motocicli o furgoni. Il bonus è diviso: una parte dei fondi è dedicata alle auto ibride o con benzina e gasolio a basse emissioni, un'altra ai veicoli ibridi plug-in (cioè quelle che si possono ricaricare collegandole a una fonte esterna, senza l'aiuto del motore) e una terza alle auto elettriche.

La prima parte, quella con le auto ibride oppure con benzina e gasolio a basse emissioni (che emettono da 61 a 135 grammi di anidride carbonica ogni chilometro), poteva contare su 150 milioni di euro, che si sono esauriti in fretta. Altri 5 milioni di euro erano stanziati per i ciclomotori e motocicli non elettrici, e anche questi sono terminati rapidamente.

Dall'altra parte, i fondi per i veicoli elettrici a due ruote sono ancora disponibili per circa un terzo (12 milioni su 35 totali, secondo gli ultimi aggiornamenti) e sono rimasi quasi inutilizzati i bonus per le auto ibride plug-in e quelli per le auto elettriche. In particolare, per le ibride plug-in (che emettono da 21 a 60 grammi di anidride carbonica al chilometri) erano stati messi a disposizione 235 milioni di euro, e a oggi ne restano ancora 218 milioni. Per le auto elettriche (0-20 grammi di CO2 ogni chilometro) c'erano 190 milioni di euro e, a più di un mese dal lancio, ce ne sono ancora 173.

Il ministro Urso sul perché in Italia non si comprano auto a emissioni zero

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha parlato in un'intervista della decisione europea di tagliare la produzione di auto a benzina e diesel. "L'Italia è in ritardo" nella transizione del settore automobilistico, ma "può vincere la sfida" se l'Europa "si muove nella stessa direzione" e concentra i soldi su alcuni settori specifici: "Catene di valore, chip e semiconduttori, intelligenza artificiale, batterie elettriche" sono alcuni esempi, ha detto.

Si tratta di tecnologie che possono aiutare "la riconversione produttiva di un settore così significativo per il nostro sistema industriale" come quello dell'automotive, ha spiegato Urso. L'Italia ha bisogno di "accelerare sugli investimenti", ma "i tempi e i modi che l'Europa ci impone non coincidono con la realtà europea e soprattutto italiana". Proprio perché l'Italia è attualmente in ritardo, "non abbiamo il tempo per riconvertire il nostro sistema industriale", ha dichiarato il ministro.

Sul perché le vendite di auto poco inquinanti restino così basse, in Italia, Urso ha detto che "gli incentivi sono rimasti in gran parte inutilizzati perché le macchine elettriche costano troppo per i salari italiani". Per questo, allo stato attuale, le auto poco inquinanti "sono sostanzialmente ad appannaggio dei ricchi in Italia".

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