Perché il Senato ha approvato una legge sulla libertà sindacale dei militari, e quali sono le novità
Il Senato ha dato il via libera alla legge che mira a permettere di esercitare la libertà sindacale a militari e forze di polizia a ordinamento militare (cioè carabinieri e Guardia di finanza). L'approvazione è arrivata all'unanimità, con 138 voti favorevoli e nessun contrario. Il disegno di legge, ora, passa alla Camera. Il Parlamento dovrebbe cercare di approvarlo definitivamente prima della fine dell'anno, anche se Montecitorio in queste settimane è alle prese con i lavori sulla legge di bilancio.
Il ddl approvato dal Senato riguarda le cosiddette Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, o Apcsm. In particolare, stabilisce quanti distacchi e quanti permessi potranno avere nel 2025 i militari che hanno un ruolo direttivo in questi sindacati per partecipare alle contrattazioni, che sono attualmente in corso, del contratto 2022-2024. Si tratta di un distacco ogni duemila unità di personale, e un'ora annua di permesso retribuito per ogni unità di personale.
Può sembrare strano che i permessi dei militari ‘sindacalisti' vengano fissati per legge, dato che di solito a stabilirli sono proprio i sindacati e i datori di lavoro, tramite la contrattazione. Ma per i militari la questione è un po' più complicata.
Perché i sindacati dei militari funzionano in modo diverso
Per molti anni, le forze armate non hanno avuto diritto ad avere sindacati. Nel 2018, però, una sentenza della Corte costituzionale ha cambiato le regole: invertendo la direzione anche rispetto a decisioni che aveva preso negli anni precedenti, la Consulta ha stabilito che i militari hanno sì il diritto a esercitare la libertà sindacale, ma a certe condizioni. Bisogna sempre ricordare che, per legge, la compattezza e l'unità delle forze armate va tutelata. Perciò, ad esempio, i militari non hanno diritto di sciopero.
Dopo la sentenza della Corte costituzionale, il Parlamento si è messo al lavoro. Nel 2022, alla fine del governo Draghi, è arrivata una legge che dà il quadro generale sul funzionamento di questi nuovi sindacati per le forze armate, i carabinieri e la Guardia di finanza. Si stabilisce, ad esempio, che le associazioni sindacali in questione devono essere neutrali ed estranee rispetto ai partiti politici, e che serve il consenso del ministero della Difesa (o dell'Economia, per la Guardia di finanza) per la loro nascita.
Trattandosi di una legge delega, però, per mettere in pratica molti aspetti di questa norma generale servono una serie di decreti e interventi successivi. Alcuni sono già arrivati, negli ultimi due anni. Una questione che per ora è rimasta in sospeso, e su cui la legge approvata oggi dal Senato mette solo un ‘tampone' temporaneo, è proprio quella dei permessi per i sindacalisti.
Cosa cambia con il ddl approvato dal Senato
La legge del 2022 ha semplicemente stabilito che i militari che hanno incarichi direttivi in una Apcsm hanno diritto ad avere dei distacci e dei permessi retribuiti apposta per svolgere l'attività sindacale e partecipare alla contrattazione collettiva. Ma la legge ha affermato anche che a stabilire la quantità di questi congedi deve essere la contrattazione stessa.
Così si è creato un paradosso. Quando è iniziata la prima contrattazione in assoluto, che è ancora in corso, non era deciso a quanti permessi avessero diritto effettivamente i militari che vi prendevano parte. Il governo Meloni è intervenuto a maggio con un primo decreto, fissando una certa quantità di distacchi e permessi per il 2024.
Tuttavia, visto che la contrattazione probabilmente andrà avanti anche dopo il 31 dicembre, è stato necessario varare una nuova norma per il 2025. Ed è proprio il ddl a cui oggi il Senato ha dato il via libera. Quando poi la contrattazione sarà completata, il nuovo contratto ‘supererà' la legge in questione, e stabilirà definitivamente i permessi e i distacchi per l'attività sindacale.