Perché il Piemonte è finito in zona rossa: cosa dicono gli indicatori dell’Iss
Con l'ultimo Dpcm del governo, l'Italia è stata divisa in tre diverse aree a seconda del livello di rischio legato all'emergenza coronavirus. Ogni Regione è stata assegnata a un'area in base a diversi indicatori, che tengono in considerazione una serie di fattori. Alcuni territori dell'area rossa hanno però protestato, affermando che i contagi registrati non legittimino un inserimento in queste zone con misure più severe. "Tante volte non si capisce come mai una Regione sia in rosso, quando altre sono in giallo, magari con meno casi. Ma bisogna leggere tutti i dati nella loro interezza", ha commentato Giovanni Rezza dal ministero della Salute durante la conferenza dell'Istituto superiore di sanità sugli indicatori che determinano appunto l'appartenenza di una Regione a una specifica area. Andiamo quindi a verificare questi dati, raccolti in alcune tabelle dell'Iss e vedere perché una Regione come il Piemonte è finita nell'area rossa.
"Tutti quanti conosciamo l'andamento dei casi in Lombardia. Poi troviamo in rosso anche Regioni che non hanno un'incidenza molto alta, ma un Rt elevato. Come è possibile? Perché l'Rt mostra quella che è la tendenza. Un Rt elevato anticipa un aumento dell'incidenza. Vanno poi tenuti in considerazione i dati della capienza delle terapie intensive, la capacità di rintracciare la catena di trasmissione del contagio", ha aggiunto ancora Rezza. Prendiamo quindi l'esempio del Piemonte e andiamo a vedere quali sono gli elementi che ne hanno determinato l'appartenenza nella zona rossa.
La prima colonna messa in evidenza dall'Iss indica i casi registrati negli ultimi 14 giorni nella Regione. Per il Piemonte il dato, evidenziato in rosso è di 110.4. La seconda colonna mostra invece l'indice Rt, che nella Regione è 1.99, sempre segnalato in colore rosso, a indicare un alto livello di rischio elevato. Al contrario, sono buoni i dati ospedalieri. La percentuale di posti letto impegnata da pazienti Covid nelle terapie intensive in Piemonte è del 13%. Negli ospedali invece, nell'area medica, è del 25%.
Tuttavia la tendenza rispetto ai focolai attivi è in aumento e la probabilità di arrivare a occupare le terapie intensive oltre la soglia critica del 30% è elevata (oltre il 50%). Lo stesso per quanto riguarda l'area medica: c'è più del 50% di probabilità che si riempia oltre la soglia critica del 40%. "In aumento il numero di focolai attivi e il numero di casi fuori catena di trasmissione. In aumento i tassi di occupazione in terapia intensiva e aree mediche. La probabilità di raggiungere le soglie critiche nei prossimi 30 giorni è superiore al 50%", si legge nel documento dell'Iss.