Perché il nuovo Codice della strada rende la vita impossibile ai malati che usano cannabis terapeutica
L'uso della cannabis terapeutica in Italia è legale da anni, ma la nuova riforma del Codice della strada renderà di fatto impossibile guidare per i pazienti che ne fanno uso, perché saranno considerati costantemente "sotto stupefacenti". Una discriminazione che porterà a moltissimi ricorsi, e che potrebbe rendere incostituzionale la nuova norma. Lo ha spiegato a Fanpage.it Santa Sarta, presidente del Comitato pazienti cannabis medica.
L'uso di cannabinoidi a scopo terapeutico è legale dal 2007, in Italia. Nel 2015 il decreto Lorenzin ha definito la possibilità di ottenerli gratuitamente per molte patologie: sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, dolori cronici che non si possono trattare con oppioidi o altri farmaci, ma anche per sindrome di Turette, anoressia, glaucoma, e molti sintomi collaterali della chemioterapia e altre terapie contro i tumori. Per di più, la cannabis terapeutica è accessibile – a carico dei pazienti – anche per molte altre malattie, dall'epilessia all'Alzheimer, dal Parkinson alla fibromialgia.
Partiamo da una questione elementare, che forse non tutti sanno: quando si usa la cannabis terapeutica si è in grado di guidare?
Sì, certo. La cannabis per uso medico è una una terapia controllata, l'alterazione psicofisica non c'è perché l'assunzione è continua, si inizia a bassi dosaggi per arrivare poi alla dose prestabilita. L'effetto psicotropo non lo percepiamo. A livello di percezioni durante la guida siamo sicuramente più coscienti di chi utilizza magari oppiacei o altri farmaci che vengono prescritti per la terapia del dolore. L'unico limite stabilito per legge è che non si può guidare subito dopo aver assunto la cannabis, deve passare qualche ora.
Quindi con il ‘vecchio' Codice della strada se un paziente veniva fermato e risultava positivo cosa succedeva?
Il medico ti dà tutta la documentazione per dimostrare, davanti ai giudici o dovunque fosse necessario, che lo stato di alterazione psicofisica non c'era e che quindi puoi guidare. Dopo il test salivare, con le vecchie regole, si andava da un medico per constatare che l'assunzione non era stata fatta subito prima di mettersi al volante, e la cosa si risolveva.
Nel nuovo Codice invece una novità che il ministro Salvini ha sottolineato più volte è che per sanzionare chi guida "sotto effetto di stupefacenti" non servirà più dimostrare che c'è un'alterazione psicofisica: basterà risultare positivi al test. Questo che problemi vi crea?
Faranno solo il test salivare, che tra l'altro può rilevare che tu hai assunto cannabis fino a tre giorni prima. Quindi noi, che ne facciamo un utilizzo giornaliero, saremo completamente incompatibili con la guida.
Di fatto quindi diventa impossibile per voi guidare legalmente?
Esatto. Già chi usa cannabis medica affronta tantissime complicazioni, che peraltro richiedono spesso degli spostamenti: trovare i medici, trovare le farmacie, andare a ritirare i farmaci perché non li spediscono, farsi dare la ricetta cartacea perché non abbiamo quella elettronica… Io che vivo in Sicilia devo andare all'ospedale di Taormina per il mio piano terapeutico, e poi a Messina a riprendere la terapia. Questi spostamenti non li potrà fare se non accompagnata.
Entro meno di un mese il nuovo Codice della strada entrerà in vigore. Cosa pensa che succederà dopo?
L'unica cosa che possiamo fare è attendere che qualcuno di pazienti incorra in questa problematica. Poi faremo ricorso, e credo che arriveremo alla Corte costituzionale. Perché pensiamo che questa nuova legge sia assolutamente incostituzionale.
Quando Matteo Salvini aveva presentato il codice della strada aveva detto: "Se ti stronchi di canne, ti ritiro la patente". La riforma che vi penalizza viene da questo approccio così punitivo?
Sì, come sempre siamo noi quelli che pagano la ‘lotta' contro la cannabis. Fare di tutta l'erba un fascio ci porta ad avere tante problematiche: veniamo discriminati, nonostante il nostro sia un uso medico. La confusione sul tema ci porta problemi da sempre. Il ministro dovrebbe conoscere meglio quali sono gli effetti della cannabis e quanti benefici dà a noi pazienti che ne facciamo uso. Saremmo lieti di poter affrontare questo dibattito con lui nelle sedi opportune.
Che modifiche servirebbero al Codice della strada?
Innanzitutto, se posso, ci sarebbe la questione anche più ampia del rinnovo delle patenti da risolvere.
Cioè?
A differenza degli altri farmaci che sono regolamentati per quanto riguarda la guida, per la cannabis non esiste una regolamentazione. Quando dichiari che assumi una terapia a base di cannabinoidi, ogni commissione prende una decisione a sé sul rinnovo della patente. Ormai ci sono disparità da provincia a provincia, più che da Regione a Regione. Questo andrebbe risolto, introducendo delle linee guida chiare.
Che altro?
In generale, è assurdo che non sia necessario constatare l'alterazione psicofisica. Ad esempio, per quanto riguarda l'alcol, non è che si fa un test e si dice "Tu due giorni fa ti sei bevuto una bottiglia di vino, ora non guidi". Il test dimostra l'alterazione, e la stessa cosa dovrebbe essere per le sostanze stupefacenti. Anche perché, fino a prova contraria, l'uso personale della cannabis è legale.