Perchè il nuovo Bonus Cultura rischia di creare disuguaglianze tra i giovani
Ha appena compiuto un anno, ma emergono già segnali chiari: nella sua nuova configurazione, il Bonus Cultura non sta ottenendo i risultati sperati. Quella che un tempo era la 18App, oggi divisa in Carta Cultura Giovani e Carta del Merito, sembra non essere all'altezza del suo predecessore. Dei 190 milioni stanziati per il 2024, solo 108 sono stati effettivamente utilizzati: a prima vista questo potrebbe sembrare una differenza trascurabile, ma in realtà potrebbe tradursi in un duro colpo per l'intero comparto culturale. Se si confrontano i dati con il 2023, infatti, il calo degli incassi legati alla misura è quasi dimezzato. Non solo, con i nuovi requisiti il bonus rischia di creare ancor più disuguaglianze tra i giovani.
Da 18App alle nuove carte: il cambio di paradigma
Lanciata nel 2016, la 18App nasceva con un obiettivo chiaro: avvicinare tutti i giovani alla cultura. Con 500 euro a disposizione, ogni diciottenne poteva allora acquistare libri, biglietti per musei e spettacoli, corsi di musica e lingue straniere, abbonamenti a quotidiani e periodici. Nel 2023, però, la Legge di Bilancio 2023 del Governo Meloni ne ha disposto l'abolizione, sostituendo questo modello con un sistema basato su criteri selettivi, così dal 2024 esistono due nuove carte: la Carta Cultura Giovani, riservata a chi ha un ISEE inferiore a 35mila euro e la Carta del Merito, destinata ai diplomati con il massimo dei voti (100/100). Entrambe valgono 500 euro e sono cumulabili, ma non garantiscono più un accesso universale alla cultura.
Se il fine dichiarato infatti era quello di sostenere economicamente le famiglie meno abbienti e premiare il merito scolastico, la realtà sembra essere un'altra: il diritto alla cultura, che dovrebbe essere un diritto di tutti e non un lusso per pochi, in questo modo, viene trasformato in un criterio di selezione. La 18App non era un sussidio al reddito, ma un investimento nell'educazione culturale dei giovani. Limitare l'accesso a strumenti come il bonus cultura rischia di ampliare ulteriormente il divario tra chi può permettersi di coltivare il sapere e chi ne resta ai margini.
Settori in difficoltà
L'allarme arriva da ogni ambito del settore culturale: dall'editoria alla musica, dal cinema agli spettacoli dal vivo. I numeri parlano chiaro: mentre nel 2023 il bonus era stato assegnato a 458.400 diciottenni, quest'anno i beneficiari sono appena 117.699 (un dato che comunque risulta assolutamente sovrastimato, visto che le due carte sono cumulabili).
Le conseguenze sono evidenti: la Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) segnala un crollo degli introiti, mentre l'Associazione Italiana Editori (AIE) stima una perdita di 32,7 milioni di euro per il mercato del libro. Anche l'Associazione Generale Italiana dello Spettacolo (AGIS) conferma un calo significativo. Durante le audizioni alla Commissione Cultura della Camera, queste e molte altre associazioni hanno sottolineato la necessità di monitorare l'impatto del nuovo sistema, chiedendone una revisione; ogni proposta di modifica però è stata respinta, compresa quella che prevedeva una proroga per l'ottenimento delle carte. "Siamo amareggiati", ha dichiarato Innocenzo Cipolletta, presidente dell'AIE, sottolineando come la decisione del governo sia stata "più politica che tecnica". Per l'Associazione Italiana Editori l'auspicio è che il dialogo con il ministro della Cultura Alessandro Giuli possa continuare, perché "la battaglia riguarda l'intera filiera culturale". Il bonus, infatti, da incentivo alla cultura per tutti, si è oggi trasformato in una misura selettiva basata su criteri di reddito e merito, restringendo l'accesso per moltissimi giovani.
Il confronto con l'Europa
L'Italia sembra aver fatto un passo indietro rispetto ad altri Paesi europei, che puntano su politiche culturali più inclusive: in Spagna, per esempio, il Bono Cultural Joven, introdotto nel 2022, garantisce 400 euro a tutti i diciottenni, senza distinzioni: il budget è suddiviso tra libri, strumenti musicali e attività culturali come concerti e spettacoli. La Germania ha lanciato il Kulturpass nel 2023, un voucher da 200 euro, destinato anche lui a tutti i giovani senza alcun requisito di merito o reddito. In Francia, invece è attivo dal 2021 il Pass Culture, un buono con un credito di 300 euro, che inizialmente ha ricevuto numerose critiche per la mancanza di controlli sulle spese, con fondi utilizzati per attività non strettamente culturali. Anziché restringere il numero dei beneficiari, però, il governo francese sta lavorando a una riforma che mantenga l'universalità dello strumento, introducendo solo un'eventuale modulazione degli importi in base alle condizioni economiche.