Perché il governo può dichiarare lo stato di emergenza per siccità e cosa cambierebbe
È in arrivo un decreto Siccità con cui il governo dovrebbe, tra le altre cose, proclamare lo stato di emergenza. La situazione si fa sempre più critica in diverse zone d'Italia, soprattutto al Nord, e dalle riunioni dei prossimi giorni si capirà la direzione che intende prendere il governo. Oggi i presidenti di Regione incontreranno la ministra Gelmini e domani ci sarà la Conferenza con la partecipazione di Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile. Da Palazzo Chigi avrebbero già detto sì allo stato di emergenza, che con il decreto in arrivo entro la fine di giugno dovrebbe servire a ridurre gli sprechi. Il rischio è che scatti – un po' ovunque – il razionamento dell'acqua nelle prossime settimane.
"Credo ci siano le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza – ha detto questa mattina il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, a Skytg24 – la preoccupazione delle Regioni è giustificata e il governo condividerà un percorso con le Regioni". Poi ha aggiunto: "Dobbiamo sostenere il comparto agricolo, che non è solo produttivo ma vitale per il nostro Paese grazie al presidio e alla manutenzione del nostro territorio". Insomma, l'occhio del governo è vigile e presente e una decisione verrà presa a breve. In questi giorni la priorità è la questione Ucraina – che sta facendo ballare non poco l'esecutivo – mentre continua a preoccupare il caro prezzi.
Nel frattempo, però, una delle peggiori emergenze idriche degli ultimi settant'anni richiede provvedimenti rapidi e precisi: ieri c'è stato un primo vertice dei ministeri coinvolti, ma nei prossimi giorni si stringerà per capire come e dove intervenire. Le Regioni, tra l'altro, chiedono di poter utilizzare rapidamente i fondi del Pnrr per intervenire a livello strutturale. Nel breve periodo solo la pioggia – che però non è prevista – potrebbe aiutare a migliorare la situazione. Per il resto si procederà con il razionamento per l'uso civile, mentre agricoltura e industria rischiano di avere un contraccolpo economico importante. Così lo stato di emergenza servirà anche a far arrivare più rapidamente i ristori alle imprese colpite.
Insomma, l'intenzione non sarebbe quella di varare uno stato di emergenza nazionale per poi imporre razionamenti indiscriminati – quella funzione resterebbe in ogni caso in capo alle Regioni, che sono chiaramente più indicate per prendere decisioni simili, con distinzioni anche tra Comune e Comune – ma piuttosto per poter finanziare aiuti alle imprese e mezzi per gestire l'emergenza: ad esempio autobotti pronte all'intervento o per approvare un prelievo d'acqua massiccio dai laghi.