Perché il governo potrebbe cambiare idea anche sul taglio del canone Rai
Il taglio del canone Rai non piace a Forza Italia. Dopo giorni di voci arrivate da fonti più o meno anonime, ormai non è più un segreto. A poche ore dal vertice di maggioranza a cui i leader di partito si presenteranno con il coltello tra i denti – a dispetto dell'unità di vedute sbandierata – Antonio Tajani lo dice chiaro e tondo: la terza forza di governo non è d'accordo sulla riduzione del canone che finanzia la radiotelevisione pubblica, fortemente voluta dalla Lega e annunciata da Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa ormai due settimane fa. Nei giorni successivi all'approvazione della manovra – che poi evidentemente approvata non era – ne aveva parlato Maurizio Gasparri, tra i principali esponenti di Forza Italia e fortemente legato alla Rai, dicendo che il governo avrebbe compensato con un fondo i mancati introiti del canone. Insomma, non sarebbe cambiato nulla.
Negli ultimi giorni, però, da Forza Italia è filtrata molta preoccupazione e insoddisfazione per il piano di finanziamento della Rai: si parla di un contributo da 430 milioni di euro per il 2024, che lo Stato dovrebbe pagare alla radiotv pubblica in tre rate, per l'ammodernamento e lo sviluppo infrastrutturale. Troppo poco, secondo fonti del partito fondato da Silvio Berlusconi, che già ieri hanno levato gli scudi spiegando che – oltre alla questione della cedolare secca – a bloccare la trasmissione della manovra in Parlamento c'è anche il nodo Rai.
"La Rai ha molto debiti – ha detto Tajani su Rtl 102.5 – serve un finanziamento che le permetta di avere un piano industriale". Poi ha spiegato la linea del suo partito: "Teniamo conto che la Rai non è soltanto la televisione pubblica, è un'industria italiana molto importante, un comparto non secondario del nostro Paese che non può essere sottovalutato". E ha attaccato gli alleati della Lega: "Non basta dire ‘abbassiamo il canone', io non sono favorevole perché si tratta di un euro al giorno, non è che cambia molto". Tajani ha spiegato l'importanza di "proteggere la libertà di informazione" e "difendere il comparto industriale".
Va anche detto che Forza Italia non può essere considerato uno spettatore interessato nelle vicende della Rai. Nei giorni scorsi si è parlato molto della possibilità, per la radiotv pubblica, di adottare l'unica strategia possibile se il governo dovesse effettivamente tagliare i fondi: aumentare la pubblicità, che è sensibilmente ridotta rispetto alle emittenti private. La prima azienda a subirne i danni, per concorrenza e non solo, sarebbe Mediaset. La circostanza è stata già smentita da Tajani: "Non c'entra niente, è tutto il comparto radio-televisivo che rischia di andare in difficoltà se non siamo attenti a ciò che facciamo e a come ci comportiamo – ha detto il ministro degli Esteri – A volte un'azione che può sembrare positiva rischia di diventare negativa per l'intero sistema italiano".