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Perché il governo Meloni non ha ancora deciso chi sarà il commissario europeo dell’Italia

Solo cinque Stati dell’Ue devono ancora indicare i loro candidati per la Commissione europea, e tra questi l’Italia è decisamente il più grande. Il nome sembra già definito – quello del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto – ma la candidatura non è stata trasmessa ufficialmente. La scadenza è il 30 agosto.
A cura di Luca Pons
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La nuova Commissione europea, come sempre, sarà composta da un membro per ogni Paese dell'Ue. Negli ultimi cinque anni, l'italiano scelto è stato l'ex premier Giovanni Gentiloni, che ha ricoperto l'incarico di commissario all'Economia. Per il prossimo mandato, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha chiesto a tutti i governi di inviare i loro candidati entro il 30 agosto, e ormai mancano solo cinque Paesi: Belgio, Bulgaria, Portogallo, Danimarca, e Italia, nettamente il più grande e ‘pesante' a livello politico.

Chi è il candidato principale al ruolo da commissario

Non è un mistero che la scelta dell'esecutivo di Giorgia Meloni sia praticamente fatta: da tutti i leader è arrivato il sostegno alla nomina di Raffaele Fitto, attuale ministro agli Affari europei, il Sud e il Pnrr. In teoria ogni Stato sarebbe chiamato – su richiesta di von der Leyen – a presentare due candidati, un uomo e una donna, anche se non è obbligatorio. Le indiscrezioni avevano parlato di Elisabetta Belloni (già capo dei servizi segreti, con una lunga carriera diplomatica) come eventuale secondo nome, ma è chiaro che la preferenza del governo vada al rappresentante politico.

Questo significa anche, peraltro, che l'Italia probabilmente non aiuterà a risolvere uno dei problemi della nuova Commissione: sui 22 Paesi che hanno inviato la loro candidatura finora, solo in cinque hanno presentato una donna, nonostante la richiesta di von der Leyen. Gli uomini potrebbero risultare in maggioranza schiacciante. Una questione a cui potrebbe provare a porre rimedio nei prossimi mesi il Parlamento europeo, che ha il potere di bocciare i candidati commissari prima che entrino ufficialmente in carica.

D'altra parte, il governo Meloni preferirebbe Fitto anche perché una delle cariche a cui l'Italia può puntare è quella di commissario per la Programmazione finanziaria e il bilancio. Un incarico in linea con quello che il ministro ha svolto finora, gestendo il Pnrr italiano e i fondi europei in generale.

Quali sono i possibili problemi di Fitto

Certo, la nomina di Fitto solleva anche delle difficoltà. Ad esempio, la sua sostituzione nel governo: chi prenderà il suo posto, decisamente delicato, nella gestione dei fondi Ue?

In più, scegliere lui potrebbe anche significare rinunciare alla vicepresidenza della Commissione europea, su cui molti esponenti del governo Meloni hanno detto di puntare. Tradizionalmente infatti questa viene assegnata a commissari che appartengono ai partiti della maggioranza nel Parlamento Ue. In questo caso Popolari, Socialisti, liberali di Renew e Verdi. Fitto, come membro di Fratelli d'Italia (dei Conservatori), sarebbe quindi fuori dai giochi, a meno di sorprese.

In ogni caso, non è noto perché finora il governo Meloni non abbia indicato ufficialmente Fitto, dato che a livello politico non sembrano esserci altri veri candidati. In Belgio e Bulgaria, ad esempio, i rispettivi governi non sono ancora del tutto in carica, e questo spiega l'attesa più lunga.

Può essere che in Italia i leader della maggioranza abbiano atteso di rientrare dopo la pausa estiva per un ultimo confronto sul tema, ma il prossimo vertice politico tra Meloni, Tajani e Salvini si terrà il 30 agosto, l'ultimo giorno disponibile per comunicare il nome alla Commissione. Alla fine, il via libera potrebbe anche arrivare in un Consiglio dei ministri questa settimana, a pochi giorni dalla scadenza, anche se la data è ancora da fissare.

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