Perché il governo ha commissariato Inps e Inail e cosa succede adesso
Inps e Inail cambieranno regolamento interno, e nel periodo di adattamento saranno guidate da un commissario straordinario. È la decisione presa dal Consiglio dei ministri nella serata di giovedì 4 maggio, che ha suscitato reazioni negative dall'opposizione e anche da uno dei presidenti che verrà sostituito: Pasquale Tridico, guida dell'Inps dal 2019 per nomina voluta dal Movimento 5 stelle.
Il governo Meloni non ha dato una spiegazione ufficiale sulla scelta di commissariare i due enti pubblici previdenziali. Il mandato di Tridico sarebbe scaduto tra poche settimane – anche se c'era stato un contenzioso sulla possibilità che restasse in carica fino al 2024 – mentre quello del presidente di Inail, Franco Bettoni (in quota Lega), sarebbe terminato a luglio.
Il riordino del governo, che ha deciso di eliminare la figura del vicepresidente nei due istituti e modificare altri aspetti tecnici, chiuderà i due mandati entro 20 giorni dall'entrata in vigore del decreto. In più, verrà azzerato il Consiglio di amministrazione, che nel caso dell'Inps sarebbe rimasto in carica per un altro anno. Il nuovo commissario nominato per ciascun ente avrà fino a 90 giorni per apportare tutte le modifiche previste dal decreto.
Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha detto che "la riorganizzazione di alcune aziende dello Stato si è fatta tante volte nella storia moderna della Repubblica", e che il suo scopo sarebbe "rendere più efficiente l’azione del governo come la legge prevede". È un fatto anche che nella stessa riunione del Consiglio dei ministri il governo ha approvato una norma che dovrebbe facilitare la sostituzione dell'amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes. Un'altra scelta che Lollobrigida ha smentito, ma che appare piuttosto evidente. In più, la maggioranza in questo periodo sta trattando per la nomina del nuovo comandante della Guardia di finanza. Insomma, è un periodo caldo per la spartizione di poltrone interna al governo Meloni. Ora la guida dell'Inps dovrebbe andare a Fratelli d'Italia, mentre l'Inail resterebbe alla Lega.
Tridico: "Sbalordito, l'Inps non rientra nello spoils system"
Da parte sua il presidente Inps Pasquale Tridico si è detto "sbalordito" dalla scelta. In un'intervista al Fatto quotidiano ha detto di averlo saputo "dalla stampa. Non ho ancora ricevuto nemmeno una chiamata di cortesia da parte del governo". Per Tridico, sostituire una carica la sua tramite decreto "è un segnale di una gravità istituzionale enorme che dimostra l'intento politico che c'è dietro, un attacco all'ente e alla sua autonomia, ma anche al sistema di welfare che esso rappresenta". In questo modo, infatti, "si insinua il dubbio che queste istituzioni non siano indipendenti e se ne mina l'autonomia".
Secondo il presidente, l'Inps "è in un ottimo momento: dal 2018 la produttività è salita del 20%, i tempi di liquidazione delle prestazioni si sono ridotti del 15%, i dipendenti sono passati da 25 a 29 mila. Non c'era nessuna ragione tecnica per commissariare l'ente". Introdurre l'istituto nel cosiddetto spoils system, quando attualmente ne è escluso perché "gode di autonomia e indipendenza garantiti per legge", sarebbe "una pessima scelta".
Anche la vicepresidente Luisa Gnecchi, in area Pd, che decadrà insieme a Tridico dal suo incarico, ha ricordato in un intervista al quotidiano Alto Adige che "l'Inps non è sottoposta normativamente a spoil system", anche se "risulta evidente che il governo voglia chiudere definitivamente una stagione politica". Per farlo "si è voluto prendere spunto da un fatto reale, e cioè che il presidente è stato nominato nel 2019 mentre gli altri organi, tra cui la mia vicepresidenza, lo sono stati l'anno dopo, per allineare tutto da un'unica data di riavvio".
Pd e M5s: "Tridico e Bettoni hanno fatto ottimo lavoro nella pandemia, decisione immotivata"
Non sono mancate le voci di protesta anche da sindacati e opposizione. La Cgil ha definito "grave e pericoloso" il commissariamento, parlando "ennesimo atto unilaterale con cui il governo punta al controllo politico dei due enti". Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro Pd, ha scritto su Facebook: "Ho collaborato con (Tridico e Bettoni) nei mesi difficili del governo Draghi quando ancora la pandemia non dava requie. La loro attività si conclude con un commissariamento, istituto che normalmente si applica a situazioni di dissesto o comunque di grave crisi finanziaria o organizzativa, stato in cui non versa nessuna delle due strutture commissariate. Mi auguro che qualcuno possa spiegare questa scelta".
Anche Nunzia Catalfo, ex ministra del Lavoro e coordinatrice del Comitato per le politiche del lavoro del Movimento 5 stelle, è intervenuta: "La decisione è immotivata e costituisce un pericoloso precedente per la vita e il funzionamento di organi fondamentali dello Stato", ha detto. "Durante la pandemia, la crisi più difficile che l'Italia ha vissuto dal secondo dopoguerra, i presidenti Pasquale Tridico e Franco Bettoni hanno lavorato in modo costante e proficuo con il governo".