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Perché il generale Figliuolo è indagato nel caso Vecciarelli

Il generale Figliuolo finisce nel registro degli indagati per il filone dell’inchiesta Minerva su appalti e forniture alle Forze Armate. Il Fatto Quotidiano rivela come si tratti di un “atto dovuto, a sua tutela” per cui dovrebbe arrivare anche una richiesta di archiviazione. Il caso è quello per cui è indagato il capo di stato maggiore Enzo Vecciarelli, accusato di corruzione per aver ricevuto abiti di sartoria in cambio della disponibilità data a una società fornitrice di mascherine.
A cura di Giuseppe Pastore
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Spunta anche il nome del generale Francesco Paolo Figliuolo nell'indagine denominata Minerva, sul sistema di appalti e forniture alle Forze armate che lo scorso anno ha condotto a 31 misure cautelari nei confronti di ufficiali e di imprenditori. Nel registro degli indagati di uno dei filoni dell'inchiesta è stato iscritto anche il generale Enzo Vecciarelli, capo di stato maggiore della Difesa prossimo al pensionamento, con l'accusa di corruzione per l'esercizio della sua funzione per cui avrebbe ricevuto in cambio abiti di sartoria. A rivelare il coinvolgimento di Figliuolo nel caso Vecciarelli è il Fatto Quotidiano che sulle sue colonne precisa come per i magistrati si tratti di un "atto dovuto, a sua tutela", ma sul quale non si conoscono ancora i dettagli se non che il commissario per l'emergenza Covid non figuri mai nelle intercettazioni, ma sarebbero state altre persone a citarlo a proposito di circostanze comunque precedenti alla sua nomina di commissario per l'emergenza Covid. Il quotidiano, inoltre, anticipa che per il generale Figliuolo dovrebbe arrivare una richiesta di archiviazione delle indagini.

L'accusa per Vecciarelli: corrotto con abiti di sartoria

L'indagine Minerva è stata avviata nel luglio 2020 con diverse persone e imprese finite nel registro degli indagati con le accuse di corruzione, frode nelle forniture pubbliche e turbativa d'asta. Secondo quanto rivelato nei giorni scorsi dal quotidiano La Verità, dalle indagini sarebbe emerso un sistema di tangenti e di corruzione nell'affidamento degli appalti per le forniture alle Forze Armate "per un valore complessivo di 18,5 milioni di euro”. Nel filone dell'inchiesta in cui risulta indagato anche il generale Figliuolo, il nome del capo di stato maggiore, Enzo Vecciarelli sarebbe stato tirato in ballo solo più avanti dalle parole di un'imprenditrice sentita dai magistrati. Più in particolare, a Vecciarelli sarebbe rivolta l'accusa di corruzione per l'esercizio delle sue funzioni perché "si sarebbe messo a disposizione di una società fornitrice di mascherine e macchinari per la produzione e il confezionamento di mascherine, agevolando lo sdoganamento di 600mila mascherine alle Forze Armate", riporta il Fatto Quotidiano. In cambio, Vecciarelli avrebbe ottenuto "utilità consistite nella donazione di generi alimentari e di 58 capi di abbigliamento", si legge ancora sulle colonne del giornale che fa riferimento al capo di imputazione per corruzione in cui sono riportati "abiti sartoriali, cappotti, vestito da sposa, giacche, camice e divise". Vecciarelli ha respinto le accuse dichiarandosi estraneo ai fatti contestati e all'aver ricevuto proventi per lo svolgimento delle sue funzioni.

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