Perché il fratello di Elon Musk è stato ricevuto a Palazzo Chigi
Kimbal Musk, il fratello minore di Elon Musk, noto imprenditore e filantropo, ha visitato Palazzo Chigi per incontrare il ministro della Cultura, Alessandro Giuli
Kimbal, nel board di Tesla come il fratello, attivo anche lui in numerosi settori, tra cui tecnologia, agricoltura sostenibile e ristorazione (è a capo del The Kitchen Restaurant Group, una catena di ristoranti molto nota) è stato accompagnato da Andrea Stroppa, il referente italiano di Elon Musk e figura chiave per i rapporti tra il patron di SpaceX e le istituzioni italiane. Ad accoglierli, fino all’ingresso del palazzo, Veronica Berti, la moglie del tenore Andrea Bocelli, che ha dichiarato ai giornalisti: "Lo abbiamo accompagnato per incontrare alcuni ministeri e comprendere meglio il funzionamento delle istituzioni italiane. Abbiamo un progetto in mente".
Musk, che sui social si definisce "uno chef, ristoratore e innovatore", si occupa da sempre di sostenere tecnologie e iniziative sostenibili in vari ambiti. Sebbene i dettagli del progetto restino riservati, la sua visita potrebbe aprire nuove opportunità di collaborazione tra Italia e Stati Uniti nel settore culturale e tecnologico.
L'amicizia di Meloni e Trump e i dazi Usa
Sul fronte politico ed economico, parallelamente, Donald Trump, rispondendo a una domanda della stampa italiana, pochi minuti fa, ha lasciato aperta la possibilità di concedere una tregua sui dazi all’Italia: "Meloni mi piace molto, vediamo cosa succede", ha dichiarato il presidente americano prima di partire per la Carolina del Nord. Il rapporto tra Meloni e Trump si sono ulteriormente rafforzati. La premier italiana è stata l’unica leader europea a partecipare all’Inauguration Day del presidente e aveva già avuto un colloquio privato con Trump a Mar-a-Lago, in Florida, pochi giorni prima del suo insediamento ufficiale. Nonostante il rapporto privilegiato, il rischio dei dazi doganali preoccupa fortemente il settore agroalimentare italiano: gli Stati Uniti rappresentano infatti il terzo mercato di sbocco per i prodotti made in Italy. Un eventuale aumento delle tariffe potrebbe far lievitare i prezzi per i consumatori americani, con un conseguente calo della domanda e gravi ripercussioni su tutta la filiera italiana. La questione resta comunque aperta e rappresenta un nodo cruciale per le relazioni economiche tra Italia e Stati Uniti.
Meloni e il caso Starlink
Nelle scorse settimane il governo italiano ha smentito di aver firmato accordi con l'azienda di Elon Musk, la società SpaceX, per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink: "Le interlocuzioni con SpaceX – si legge in una nota di Palazzo Chigi – rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati".
Le indiscrezioni di un presunto accordo erano state diffuse da Bloomberg, dopo la visita della premier italiana a Mar-a-Lago, dove era stata ricevuta da Donald Trump (ufficialmente Elon Musk era assente).
"Non ho mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende", ha detto poi la premier Giorgia Meloni rispondendo alla domanda di Fanpage.it durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno. Meloni ha detto di non avere le "idee chiare" su un eventuale accordo con Space X "Il problema", ha detto, è che al momento non ci sono "alternative pubbliche". E quindi la decisione dovrà essere se rinunciare del tutto a una protezione delle comunicazioni, o se affidarsi a un privato.
"Io valuto gli investimenti stranieri solo con la lente dell'interesse nazionale, non delle amicizie o delle idee politiche di chi investe. Space X ha illustrato al governo una tecnologia che dispone, che consente di comunicare in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario". Questo significa "garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le nostre sedi diplomatiche e con i nostri contingenti militari all'estero. Informazioni che sono molto delicate".
Si tratta di "interlocuzioni normali, che abbiamo con decine di aziende, che si propongono per le cose più disparate". Dopodiché, "si fa un'istruttoria, e se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti. Nel caso specifico, gli ambiti con il quale confrontarsi sono molti: dal Consiglio supremo di difesa al Parlamento. Ora siamo nella fase istruttoria, per questo non capisco le accuse che sono state rivolte", ha concluso Meloni.