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Elezioni regionali 2024

Perché il flop del centrodestra in Sardegna non è solo colpa della Lega e Meloni ha fallito due volte

L’istituto Cattaneo ha analizzato i flussi di voto in Sardegna, per capire quale sia stato il peso del voto disgiunto sul risultato. Il direttore Vassallo a Fanpage.it: “C’è stata sicuramente una quota dell’elettorato leghista che è andata verso Todde. Ma sicuramente, in una misura assoluta simile, ci sono stati elettori di altri partiti del centrodestra che hanno fatto la stessa scelta, anche elettori di Fdi e Fi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Quanto il voto disgiunto in Sardegna ha danneggiato il candidato del centrodestra Truzzu? E la responsabilità della disfatta è tutta della Lega? In un primo momento sembrava che la il partito di Salvini avesse utilizzato l'arma del voto disgiunto, la possibilità cioè di esprimere il voto per un candidato presidente e per una lista non collegata ad esso, per boicottare Truzzu, visto che la sua candidatura era stata imposta dall'alto, dalla premier Meloni, che aveva preferito mettere in campo un suo uomo, invece di concedere un'altra chance all'uscente Solinas.

Successivamente gli stessi membri di Fdi hanno scagionato il Carroccio: "È impossibile che ogni voto della Lega sia stato un voto disgiunto", hanno detto fonti di primo piano del partito di Meloni.

Se analizziamo il voto delle liste, sicuramente il voto disgiunto ha penalizzato Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, che non è stato votato a sufficienza nemmeno nella sua città. La candidata del centrosinistra Todde ha ricevuto il 45,4% dei voti (con un dato riferito a 1.825 sezioni su un totale di 1844). Truzzu invece si è fermato al 45%. In totale il centrosinistra ha avuto il 42,6%, mentre il centrodestra il 48,8%. Tra i due c'è un distacco di poco meno di tremila voti.

"È del tutto evidente che il voto disgiunto abbia penalizzato Truzzu", ha commentato a Fanpage.it il direttore dell'istituto Cattaneo, Salvatore Vassallo. "È abbastanza inusuale che un candidato prenda un numero di voti in assoluto tanto più basso della somma delle liste. Il voto alla lista è in automatico un voto al candidato. Mentre il voto dato esclusivamente al candidato produce un differenziale positivo per lui, perché non viene attribuito alle liste. In questo caso c'è stato un numero elevato di elettori che ha votato per una lista di centrodestra che non solo non ha votato per Truzzu, ma ha deciso di votare per un altro candidato governatore. Altrimenti i voti dati alle liste di centrodestra sarebbero stati contabilizzati a suo vantaggio. Il fatto che il sindaco di Cagliari abbia respinto gli elettori del centrodestra e che una quota significativa di questi abbia deciso di dirottare il proprio voto verso un altro candidato è certo".

Il Carroccio ha ottenuto un risultato molto deludente, soprattutto se si confrontano questi dati con quelli di cinque anni fa: appena il 3,7% (alle elezioni regionali 2019 aveva preso l'11,8%). Ma la differenza tra le liste che appoggiavano il candidato del centrodestra e i voti a Truzzu è di poco più di 5mila voti. Difficile pensare che i voti mancanti siano tutti di elettori della Lega, che con le loro defezioni abbiano voluto affossare Truzzu.

L'analisi dei flussi di voto dell'istituto Cattaneo, che deriva dall'applicazione rigorosa di un modello statistico, si concentra sui centri più grossi, Cagliari e Sassari, e ci fornisce qualche informazione in più per misurare il voto disgiunto.

Nel caso del Comune di Sassari si vede bene dall'analisi come Alessandra Todde, che nella città ha avuto il 53,3% dei voti, abbia raccolto lo 0,5% dei voti dal bacino elettorale di Fdi, lo 0,3% dalla Lega, lo 0,9 di altri del centrodestra. Ha intercettato insomma non solo il voto di elettori del ‘terzo polo', ma anche quello di elettori di partiti della destra. A Sassari Truzzu, che ha avuto il 36,7%, ha invece potuto contare quasi esclusivamente sull'apporto di voti dalla sua coalizione, praticamente nessuno di schieramenti avversi ha votato per lui.

Questa dinamica è ancora più chiara a Cagliari, dove più di un terzo degli elettori leghisti in città ha votato per Alessandra Todde, una quota abbastanza consistente in rapporto al totale dei voti andati alla Lega, il 3,6%. Del 53,1% avuto da Todde, l'1,5% proviene dalla Lega, l'1% da Forza Italia, lo 0,6% dal ‘terzo polo'. Delle preferenze ricevute da Truzzu solo lo 0,5% proviene da elettori non di centrodestra, in questo caso dal M5s, la cui lista in città ha preso il 6,4%.

"Vista l'enorme discrepanza tra voti alla lista e voti al candidato, nel caso di Todde e di Truzzu, tutti hanno inizialmente dato per scontato che si fosse trattato di un travaso di voti da destra a sinistra. Il travaso sicuramente c'è stato – ha detto a Fanpage.it Salvatore Vassallo – in una misura tale far pensare che se gli elettori leghisti si fossero comportati diversamente il candidato di centrodestra avrebbe potuto vincere, dato che lo scarto tra Todde e Truzzu è sotto il mezzo punto percentuale. Ma qualsiasi fattore a questo punto potrebbe essere stato determinante, non soltanto l'eventuale ‘slealtà' di una componente dell'elettorato leghista. C'è stata sicuramente una quota di quell'elettorato che è andata verso Todde, una quota percentualmente rilevante, perché il Carroccio è un piccolo partito oggi in Sardegna. Ma sicuramente, in una misura assoluta simile, ci sono stati elettori di altri partiti del centrodestra che hanno fatto la stessa scelta, anche elettori di Fratelli d'Italia o di Forza Italia".

"Un altro elemento da evidenziare è che Todde ha vinto perché è riuscita a fare più operazioni positive a suo vantaggio. Ha preso voti trasversalmente, non solo per la scelta strategica, qualora ci fosse stata, degli elettori leghisti intenzionati a punire Truzzu: ha ricevuto voti da altre forze del centrodestra, dal terzo polo, ma soprattutto è riuscita a calamitare la quasi totalità del voto di quelli che non hanno espresso un voto per i partiti, e che hanno indicato solo il candidato governatore".

A Sassari per esempio c'è un 6,8% di elettori che è andato a votare solo per indicare sulla scheda il presidente della Regione. Di questa percentuale quasi il 5% sono stati voti per Todde. Sempre a Sassari i voti espressi esclusivamente per Truzzu sono stati lo 0,8%. A Cagliari la differenza tra i due è meno evidente, ma c'è: il 9,8% degli elettori ha votato solo per il candidato governatore, e in questo caso a Todde sono andati il 5,9% dei voti, mentre solo per Truzzu ha votato il 2,1%.

Quanto ha influito lo sdegno per le cariche della polizia contro gli studenti?

Non è possibile stabilire con evidenza empirica quanto abbia pesato sulla vittoria di Todde lo sdegno diffuso per le cariche delle forze dell’ordine contro gli studenti a Pisa, che si sono verificate venerdì 23 febbraio. Ma secondo Salvatore Vassallo è possibile che parte del voto d'opinione alla candidata del centrosinistra, da parte di elettori molto distanti dai partiti, "sia stato influenzato proprio dalle manganellate ai manifestanti pro Palestina".

"La mia percezione – ha detto Vassallo – è che in Sardegna abbia vinto una candidata un po' ‘anomala', rispetto alle candidature che fino ad ora i Cinque Stelle hanno presentato soprattutto a livello amministrativo. Si trattava in passato di candidature di esponenti che provenivano dal reclutamento avvenuto nella fase nascente del M5s, persone che si vantavano di non avere una particolare competenza, che si presentavano come l'alternativa. Elemento questo che in certi contesti, come ad esempio Roma, ha garantito al M5s un certo successo. Al contrario Alessandra Todde è stata reclutata in una fase successiva: si tratta di una ex dirigente di azienda, che sarebbe stata reclutata da Di Maio. Il successo che ha ottenuto non è facilmente inquadrabile come vittoria dei Cinque Stelle, come segno di un consolidamento del Movimento. È stata lei, insomma, a far vincere il centrosinistra, più che il contrario. Todde è stata favorita dalla sua personalità, che era congruente rispetto alle aspettative dell'opinione pubblica a cui poteva parlare in Sardegna. Ma è stata favorita anche dal clima positivo che si è creato attorno a lei, grazie al convinto sostegno della sua candidatura da parte del Pd sardo. Cosa che non è affatto scontata".

Fratelli d'Italia ha subito una doppia sconfitta

Manca ancora lo scrutinio delle rimanenti 19 sezioni elettorali, che sarà completato, come previsto dalle norme vigenti, dagli uffici dei Tribunali dei rispettivi territori. Dai dati appare chiaro che il Pd è il partito che ha ottenuto il risultato migliore alle elezioni regionali di domenica 25 febbraio: con il 13,8% (94.411 voti con 19 sezioni ancora da scrutinare) ha fatto meglio di Fratelli d'Italia, che ha ricevuto il 13,6% delle preferenze (per un totale di 93.122).

Secondo l'analisi dell'Istituto Cattaneo, Fratelli d'Italia ha subito una doppia sconfitta: da una parte ha quasi dimezzato l'ampiezza della sua base elettorale, dall'altra ha scelto un candidato alla presidenza sbagliato, che non ha rappresentato una risorsa per la coalizione, piuttosto l'ha danneggiata.

"Una delle scommesse del partito della premier, da cui deriva l'aspettativa di ottenere candidature a presidente in molte Regioni, è basata sul presupposto che i voti conquistati alle politiche siano un consenso valido anche per le elezioni regionali", ha spiegato Vassallo.

"Nelle tornate elettorali del 2023 più o meno è stato così, ma non è detto che sia sempre così. Il caso della Sardegna sembra appunto confutare questo assunto. È vero che nell'isola ci sono molte liste autonomiste, ma queste avrebbero potuto prendere voti anche a Forza Italia e alla Lega, come è infatti successo. Ma le liste autonomiste hanno ridotto le percentuali di voti dei partiti di Salvini e Tajani in una misura molto più contenuta, rispetto a Fratelli d'Italia", ha sottolineato ancora Vassallo. Basta osservare i dati che riguardano i partiti del centrodestra nelle precedenti elezioni (arrotondati all'unità): la Lega in Sardegna alle Politiche del 2022 aveva ottenuto il 6%, ora è scesa al 4%; Forza Italia dal 9 delle Politiche del 2022 è scesa al 6%; Fratelli d'Italia nell'isola è passata dal 24% al 14%.

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