Perché i ritardi nella produzione non rallentano i piani vaccinali, dice l’Ue
Anche se una casa farmaceutica ha delle difficoltà produttive, questo non significa che le campagne vaccinali dei singoli Paesi siano in pericolo. Lo ha detto il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, rispondendo a una domanda sui possibili ritardi nelle consegne del vaccino Johnson&Johnson, che dovrebbe ricevere a breve il via libera dell'Agenzia europea del farmaco, l'Ema. "Se un'azienda ha un problema, non significa che l'intero programma vaccinale sia in pericolo. L'Ue ha molte vie a disposizione se qualcosa va male", ha detto.
Breton ha anche annunciato che in Europa la quantità di vaccini che si sta producendo va verso il raddoppio: "Nel nostro Continente stiamo raddoppiando la quantità di dosi da inviare agli Stati membri da quando abbiamo iniziato la campagna vaccinale, due mesi fa, e sono fiducioso che ce la faremo, anche se è difficile". Il commissario ha precisato che le dosi inviate ai Paesi Ue "sono state 14 milioni a gennaio, 20 milioni a febbraio e saranno oltre 55 milioni a marzo".
Ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva accusato la farmaceutica AstraZeneca di distribuire agli Stati membri, nel primo trimestre dell'anno, meno del 10% delle dosi di vaccino rispetto a quanto stabilito dagli accordi. "AstraZeneca doveva iniziare a produrre prima di avere l'autorizzazione al mercato, per distribuire le dosi una volta avuto il via libera. Ha funzionato con Biontech-Pfizer e Moderna, non ha funzionato con AstraZeneca. Vogliamo sapere cosa è successo", aveva aggiunto. Per poi concludere: "L'Ue non sia il capro espiatorio. La nostra strategia di vaccinazione funziona. Sebbene il numero di infezioni stia aumentando in molti Paesi, il tasso di mortalità sta diminuendo. Ciò dimostra che la nostra strategia di vaccinazione, inclusa la definizione delle priorità delle persone anziane e vulnerabili, è quella giusta".
Sul tema era intervenuto anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Che aveva sottolineato come i governi non dovessero accettare scuse da parte delle farmaceutiche che consegnavano o tagliavano le partite di vaccini ai governi. L'ex governatore della Bce da settimane spinge per un'accelerata della campagna vaccinale in tutta Europa, considerando che ritardi e inceppi stanno riguardando tutti gli Stati membri.