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Decreto Aiuti

Perché i precari della scuola sono stati esclusi dal bonus 200 euro

Non è passato l’emendamento al decreto Aiuti che avrebbe esteso il bonus 200 euro anche ai precari della scuola. Tuzi (M5s) a Fanpage.it: “Il ministro Bianchi e il Mef si sono messi di traverso”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Questa mattina poco prima dell'alba la Commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera al decreto Aiuti, conferendo il mandato ai relatori per far arrivare il provvedimento in Aula lunedì. Il dl, in cui è confluito anche il dl bollette varato ieri dal Consiglio dei ministri, dovrà essere poi approvato entro metà luglio dal Senato. Ma tra gli emendamenti approvati non c'è quello del M5s, a firma di Margherita Del Sesto, che avrebbe esteso anche ai precari della scuola, docenti e personale ATA, il bonus 200 euro una tantum, che viene assicurato invece a tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi. Un controsenso l'aver escluso dalla platea proprio i lavoratori più fragili, coloro che avendo un contratto scaduto a giugno non avranno alcuna busta paga a luglio, e dunque non potranno ricevere il bonus 200 euro nel mese di agosto.

Per correggere questa stortura il M5s aveva appunto presentato un emendamento, in modo da intervenire su questo vulnus, e proteggere il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori: "Gli insegnanti con contratto a tempo determinato con scadenza a giugno percepiranno i sostegni al reddito ma non il bonus perché il requisito è il sostegno al reddito su quel mese oppure la busta paga. C’è, quindi, una criticità che va subito sanata, poiché crea ulteriori distinguo tra precari ed incide sulla qualità della vita", scrivevano a fine maggio Manuel Tuzi, capogruppo M5S della commissione Cultura della Camera e la deputata ex M5s Margherita Del Sesto, nel frattempo passata nel gruppo con Luigi Di Maio Insieme per il Futuro. Per il momento niente da fare, ma il M5s vuole riprovarci più avanti, presentando magari altre proposte di modifica per altri decreti, e cercando un confronto con il ministero dell'Istruzione. Ce lo spiega al telefono Manuel Tuzi.

"Noi abbiamo in pratica persone che hanno un contratto a tempo indeterminato, tra insegnanti e personale ATA, a cui viene garantito il bonus, persone che hanno la Naspi e che erano in disoccupazione che ad ottobre prenderanno comunque l'aiuto di 200 euro sul mese di giugno, mentre i giovani precari si trovano in un limbo paradossale: siccome fino a giugno hanno lavorato non potranno avere alcun bonus neanche a ottobre. È assurdo che vengano escluse proprio le persone che non avendo una stabilità avrebbero maggior bisogno di ricevere un sostegno, mentre sono incluse le persone che hanno un contratto a tempo indeterminato. La categoria dei precari doveva essere salvaguardata", ha detto Tuzi.

Secondo il deputato M5s la responsabilità è del ministro Bianchi e del Mef, "che si sono messi di traverso, preferendo orientare questi fondi su altro. Noi ci siamo occupati del mondo del precariato non solo su questo, ma anche presentando un emendamento al Pnrr 2 al Senato. Lì siamo riusciti a ottenere lo scorrimento delle graduatorie per gli idonei dei concorsi della secondaria, come era già stato fatto per la primaria, proprio per aiutare i precari. Cercheremo adesso di avere un nuovo confronto con il ministro Bianchi. Ma era questa la finestra idonea, anche perché si davano 14 miliardi di aiuti, e in più c'era stato un extra gettito aggiuntivo. A questo punto aspettiamo i prossimi decreti che arriveranno, e ripresenteremo l'emendamento, naturalmente in forma diversa".

Quanti sono i precari della scuola

In base ai dati ufficiali consultabili sul Portale Unico dei Dati della Scuola, nell'anno scolastico 2020-2021, i precari erano il 25%. Ma i numeri sono in costante aumento: dal 2015-2016 al 2020-2021 la percentuale è cresciuta. Da quasi il 14% di 7 anni fa si è arrivati al 25%.

A chi spetta il bonus 200 euro

Del bonus 200 euro beneficeranno 31,5 milioni di italiani, per un costo di 6,3 miliardi di euro. La platea include 13,78 milioni di lavoratori dipendenti, 13,7 milioni di pensionati e 4 milioni di altri cittadini, tra cui 900mila percettori di reddito di cittadinanza e circa 750mila badanti e colf. Arriverà direttamente nel cedolino della pensione (attraverso l'Inps) o nella busta paga di luglio e non sarà necessario fare alcuna richiesta. L'unico requisito è avere un reddito inferiore ai 35mila euro annui.

Oltre a lavoratori dipendenti e pensionati quindi verrà erogato anche a disoccupati, autonomi (con e senza partita Iva),  professionisti, ma anche i percettori del reddito di cittadinanza, lavoratori stagionali, compresi quelli del turismo e dello spettacolo, collaboratori domestici, i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, gli ‘intermittenti', i lavoratori dello spettacolo, gli incaricati alle vendite a domicilio. I 200 euro sono previsti anche per coloro che per il mese di giugno 2022 hanno percepito l’indennità di disoccupazione o la Naspi.

Esclusi quindi coloro che hanno un reddito personale al di sopra dei 35mila euro (anche se fanno parte delle categorie appena elencate) e restano fuori anche gli studenti.

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