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Perché gli italiani finora hanno pagato 23 miliardi di euro di tasse in più dell’anno scorso

Nei primi otto mesi del 2024 lo Stato ha incassato 23,3 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La causa è soprattutto un aumento dell’Irpef versata, perché ci sono più lavoratori e gli stipendi sono leggermente aumentati. Ma c’entrano anche le partite Iva e la lotta all’evasione.
A cura di Luca Pons
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Aumentano le entrate per lo Stato: 380,3 miliardi di euro incamerati nei primi otto mesi dell'anno. Sono 219,6 miliardi di imposte dirette e 160,7 miliardi di imposte indirette. Soprattutto, sono circa 23,3 miliardi in più se confrontati con il periodo gennaio-agosto nel 2023. Questo aumento si spiega soprattutto con una crescita dell'Irpef, grazie a un maggior numero di lavoratori e un leggero aumento delle buste paga. Ma anche l'autoliquidazione delle partite Iva ha portato incassi maggiori, e la lotta all'evasione ha visto un aumento delle entrate. A riportarlo è il nuovo bollettino mensile del ministero dell'Economia sul tema.

L'Irpef ha fatto registrare un aumento da 10,8 miliardi di euro, pari al 7,4%. Sono cresciute le ritenute versate dai lavoratori dipendenti del settore privato, con 5,8 miliardi in più (oltre il 9%), ma lo stesso si può dire anche per i dipendenti pubblici, che hanno pagato complessivamente 4,7 miliardi in più (l'8%). Infine, anche i lavoratori autonomi hanno versato il 9% in più, pari a ‘solo' 805 milioni di euro visto che si tratta di un gruppo più ridotto.

Questo incremento, comunque, non è legato a un aumento delle tasse in senso stretto. Anzi, sulla carta la riforma dell'Irpef del governo Meloni – riducendo le aliquote da quattro a tre – ha abbassato l'importo dei versamenti, almeno per alcune fasce di reddito. La differenza rispetto all'anno scorso l'ha fatta soprattutto "l'aumento del numero di occupati e l'aumento delle retribuzioni medie", secondo il ministero.

E in effetti, gli ultimi dati Istat riferiti proprio ad agosto parlano di un numero di occupati più alto del 2,1%, nel 2024, rispetto ad agosto 2023. Non è un mistero d'altra parte – dato che è uno dei dati su cui il governo Meloni insiste di più – che l'occupazione sia aumentata negli ultimi anni, con una tendenza in salita partita dopo la pandemia.

Per quanto riguarda gli stipendi, sempre l'Istat registra che a giugno (non ci sono ancora i dati più recenti) gli stipendi dei contratti collettivi del settore privato erano più alti del 4,2% rispetto a un anno prima. Aumenti molto più contenuti invece per i dipendenti pubblici, con appena un 1,6% in più. Una situazione che potrebbe cambiare leggermente con il prossimo rinnovo di contratto dei dipendenti statali, ancora in fase di trattativa.

Come detto, comunque, anche le partite Iva hanno pagato di più. I versamenti in autoliquidazione arrivati fino ad agosto sono meno dell'anno scorso (più bassi di 840 milioni di euro), ma questo è soprattutto perché nei due anni le scadenze per i pagamenti sono state fissate in momenti diversi. Insomma, un confronto esatto ha poco senso, perché il grosso dei pagamenti nel 2024 deve ancora arrivare. Per di più, l'autoliquidazione Irpef è comunque compensata da quella dell'Ires, che con l'acconto già versato ha portato 2,5 miliardi di euro in più dell'anno scorso.

In ultimo, una parte degli incassi è legata al contrasto all'evasione. Da attività di accertamento e controllo sono arrivati 9,6 miliardi di euro, circa 2,3 miliardi in più del 2023. È stato soprattutto il monitoraggio sull'Iva e le altre imposte a funzionare, portando 1,5 miliardi in più. In questo periodo ci sono stati anche i versamenti della rottamazione quater, tra mille difficoltà per coinvolgere il maggior numero di contribuenti possibili.

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