Perché Giorgia Meloni è contraria al Mes?
Finché Giorgia Meloni sarà la presidente del Consiglio, l'Italia non accederà al Mes. Lo ha assicurato lei stessa, intervenendo al question time alla Camera in risposta a un'interrogazione del Terzo polo sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Il nostro Paese è l'unico dell'Eurozona a non avere ancora ratificato la riforma, ma Meloni non sembra intenzionata a cambiare la situazione: "Finché ci sarà un governo guidato da me l'Italia non potrà mai accedere al Mes. La riforma del Mes non è stata mai portata a ratifica e questo dà la misura di come questo strumento necessiti di un approfondimento. Gli strumenti sono strumenti e si giudicano in relazione alla loro efficacia in un determinato contesto. Il governo ha ricevuto il mandato del Parlamento a non ratificare la riforma in assenza di un quadro normativo chiaro", ha detto la leader di Fratelli d'Italia.
Il Mes è un fondo nato nel 2012 e finanziato da tutti i Paesi membri per offrire sostegno economico ai Paesi in difficoltà. Chi vi accede deve però portare avanti un piano di risanamento economico. La riforma ha come obiettivo quello di rivedere i meccanismi di accesso: ad esempio, introducendo l'obbligo allo Stato che vi accede di ristrutturare il proprio debito.
Perché Meloni è contraria al Mes e al Mes sanitario
Meloni ha quindi proseguito: "Da più di un decennio si dibatte della natura del Mes, che ha esercitato la sua funzione pochissime volte sebbene abbia una dotazione finanziaria molto importante. L'Italia, certo, finché ci sarà un governo guidato dalla sottoscritta non potrà mai accedere al Mes, ma temo che non accedano neppure gli altri, come nessuno lo ha usato nemmeno durante la pandemia, nonostante una linea di credito con condizionalità inferiori a quelle di partenza". Il riferimento, va precisato, è a uno specifico utilizzo del cosiddetto Mes sanitario, messo a disposizione in pandemia. Si tratta di una linea di credito da spendere per la sanità pubblica, a cui il Terzo polo ha più volte chiesto al governo di accedere.
L'Eurogruppo all'Italia: "Ratifichi la riforma"
Non si sta parlando, quindi, del fondo tradizionale cosiddetto Salva Stati, di cui si è tornati a discutere in questi giorni anche a Bruxelles. Il presidente dell'Eurogruppo Pascal Donoh ha rilanciato l'appello al nostro Paese affinché ratifichi la riforma, sottolineando come "sarebbe vantaggiosa per tutti, noi però riconosciamo la sensibilità della questione nel Parlamento italiano e continueremo a lavorare certamente con il governo italiano per fare progressi".
Per la presidente del Consiglio europeo, però, le criticità permangono: "Quando è stato istituito aveva condizioni molto stringenti perché aveva una linea austeritaria che tutti rivendicavano e sulla quale molti si sono dovuti ricredere perché purtroppo ha colpito soprattutto chi era in maggiore difficoltà".
Confindustria vuole trasformare il fondo Salva Stati
Secondo Meloni non ha senso "continuare a ragionare di uno strumento che così configurato non verrà ragionevolmente utilizzato benché vi siano diversi miliardi che ogni stato deposita". E sarebbe invece "sensato" interrogarsi sulle finalità del Mes. La presidente del Consiglio ha quindi citato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che in un'intervista aveva parlato della possibilità di utilizzare il Mes piuttosto come strumento di politica industriale europea. "Il tema è esattamente questo – ha continuato Meloni – l'Europa potrà affrontare le sfide future se riesce a fare sistema proiettandosi verso una politica di sviluppo comune e la proposta di Confindustria viene presa seriamente in considerazione da questo governo. Noi vogliamo discutere della governance europea e della possibilità che le risorse destinate al salva-Stati possano essere davvero utili agli Stati che aderiscano".