Perché è possibile ridurre le ore di lezione nelle scuole
Le ore di lezione all'interno delle scuole potrebbero essere ridotte. Il ministro Bianchi aveva dettato la linea una settimana fa, durante l'audizione in Commissione Istruzione alla Camera: tante riforme in cantiere, sette, da portare avanti nei prossimi mesi o anni. Dall'eliminazione delle classi pollaio all'inserimento lavorativo. L'ultima non è la meno importante: "C'è una settima riforma, è quella della didattica – aveva spiegato il ministro – io non sono convinto che l'unità classe sia l'unico modo per insegnare, bisogna trovare modalità riferite alle effettive competenze dei ragazzi e che riguardino la socializzazione". E ancora: "Nell'autonomia scolastica, spingeremo perché le sperimentazioni diventino patrimonio generale di tutti".
Una conferma al fatto che qualcosa stia cambiando arriva anche dalle Faq pubblicate dal ministero dell'Istruzione sul suo sito, in vista della ripresa dell'anno scolastico. Gran parte riguardano il Covid e l'organizzazione pratica, ma ce n'è una più specifica, che con i virus sembra poco avere a che fare: "È possibile ridurre le ore di lezione?". La risposta è la seguente: "La modulazione del tempo scuola, comunque in conformità alla normativa vigente, è rimessa all'autonomia organizzativa delle singole istituzioni scolastiche che, in ragione delle specifiche situazioni di contesto (esigenze delle famiglie, mobilità degli studenti, gestione territoriale dei trasporti), possono ricorrere a forme di flessibilità. La flessibilità non può però comportare la riduzione dell’offerta formativa prevista dagli ordinamenti scolastici". Insomma, come già annunciato da Bianchi la flessibilità è possibile senza violare la normativa e viene dato ampio spazio all'autonomia delle singole scuole.
Nella lista delle Faq ci sono tante risposte che vanno dall'organizzazione dell’attività scolastica alla gestione del green pass all'interno degli istituti e dall'uso della mascherina a scuola alla gestione di casi sospetti e focolai. Distanziamento, orari scaglionati, dispositivi di protezione individuale sono ancora i temi chiave. La didattica a distanza, invece, si spera rimanga il più possibile un ricordo dello scorso anno.