Mettiamo le mani avanti, perché stiamo maneggiando materiale incandescente, soprattutto a poco più di una settimana dal voto. Ma l’opacità e l’ipocrisia che circondano la questione dei soldi che la Russia avrebbe distribuito a partiti politici di tutto il mondo affinché perorassero la causa del Cremlino è francamente insopportabile.
Lo è per la natura dell’informativa diffusa, anticipata a mezzo stampa e poi confermata a mezza bocca dal Copasir, per bocca del suo presidente Adolfo Urso, che ha negato e poi parzialmente ritrattato il fatto che in quell’elenco vi siano anche partiti italiani che si presentano alle elezioni.
Lo è, e lo diciamo dalle colonne di un giornale che di certo non può essere tacciato di simpatie leghiste, per la canea che si è subito alzata in volo contro la Lega di Matteo Salvini, che mai ha lesinato apprezzamenti per Vladimir Putin né ha mai nascosto la sua contrarietà alle sanzioni contro Mosca, ma che fino a prova contraria non può diventare colpevole di alto tradimento per deduzione, o per aver espresso un’opinione criticabile finché si vuole, ma legittima e, fino a prova contraria, espressa in totale buona fede.
Lo è, perché un’informativa americana – lo ripetiamo: americana – gettata nel mezzo di una campagna elettorale è essa stessa un’ingerenza straniera sul voto italiano del 25 settembre. E bisogna essere – qui sì – in totale malafede per far finta di non accorgersene.
Lo è, perché bisogna essere ancor più in malafede, per svegliarsi oggi, a quasi novant’anni dalla nascita della Repubblica Italiana, e scoprire che le potenze estere hanno sempre, copiosamente, finanziato i partiti politici stranieri affinché facessero i loro interessi. Senza andare a scomodare la guerra fredda e i flussi di denaro americano e sovietico che scorrevano copiosi nelle casse della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista, flussi sui quali c’è ampia letteratura in merito, basterebbe una piccola ricerca su Google per scoprire quanto spendano le potenze straniere – Russia, Usa, ma anche Cina, Arabia Saudita – per influenzare i processi decisionali esteri, finanziando partiti, leader politici, gruppi di pressione.
Lo è, perché basterebbe allargare lo sguardo ancora un po’, per accorgersi di quanto l’attività di lobbying sia ben più radicata e ramificata se si parla di finanziamenti alla politica che provengono da grandi e grandissime aziende. E di quanto le proposte dei partiti politici risentano di queste ingerenze.
Scoprire se e quali partiti sono finanziati dalla Russia è giusto e doveroso, quindi. E ci auguriamo che i nomi si sostituiscano presto alle illazioni.
Ma chiediamoci perché a dircelo sia un’altra grande potenza.
Chiediamoci anche perché tutto questo avvenga a pochi giorni dal voto.
Chiediamoci perché non si sappia nulla o quasi di altri finanziamenti stranieri ai partiti politici italiani.
Chiediamoci perché cala un silenzio di tomba quando si parla di finanziamenti alla politica da parte di imprese e gruppi di pressione privati.
Chiediamoci anche tutto questo, da oggi.
E forse la politica italiana tornerà a essere un po’ meglio di così.