Se voglio il gelato al limone, ordino un gelato al limone. Se lo voglio al cioccolato, lo prendo al cioccolato.
Se per questo Carnevale voglio vestirmi da Puffo la scelta sarebbe azzardata ma potrei farlo, i vestiti da Puffo si vendono e se non lo trovassi potrei farmelo fare, anche su misura.
Se stasera volessi una pizza, potrei mangiarla. Ci sono pizze Marinara, Margherita, Capricciosa, Normale, Normale con melanzane, Normale con melanzane e nduja e addirittura potrei ordinare una pizza con l'ananas, se pure in questo caso la legge secondo me dovrebbe essere più restrittiva (mood ironico).
Se voglio i jeans, indosso i jeans. Li compro e posso scegliere anche modello e marca. Da cinque euro a cinquecento euro, anche riguardo al prezzo la scelta è ampia.
Al cinema posso scegliere il film che preferisco, e se i documentari di seicento minuti che piacciono a me al cinema non escono posso scaricarli su internet, o comprarli in dvd. Oppure prendere la mia telecamera e girarne uno.
Posso sposare una donna o unirmi civilmente con un uomo. In Italia, però, non posso scegliere quando morire, a meno di non avere un fisico che me lo consenta. Ad esempio un amico mio a cui ho voluto un bene dell'anima era un rocciatore bravo e non ha avuto problemi a uscire dalla clinica e tornare dove era nato, dalle persone a cui voleva bene, dormire qualche altra notte nel letto di camera sua, con i suoi libri sopra la testa e poi, una sera, volare dalla finestra come Monicelli.
Se però non sei un bravo rocciatore e sei immobilizzato a un letto non puoi farlo. La legge in Italia ti vede immobilizzato e si accanisce su di te. Ti frega.
In Italia posso comprarmi un telefonino scegliendolo fra una cinquantina di marche, posso scaricare un milione di app dall'effetto torcia a Tinder, passando per Grindr. Posso scegliere, e mi pare giusto e ovvio, anche il mio taglio di capelli. E anche il colore. In Corea del Nord non si potrebbe fare ma quella è una dittatura, non come in Italia, dove ogni scelta è libera, o quasi.
Infatti, se sei immobilizzato a un letto e non puoi alzare la testa, e neanche fare il gesto dell'ombrello a uno stronzo, in Italia non puoi scegliere di smettere di soffrire. Devi aspettare che sia il tempo, e non tu, a scegliere quando smetterai di vivere una vita che tu hai già giudicato insostenibile.
In Italia sono gli altri a decidere per te la cosa più importante di tutte e quella più tua di tutte: la tua vita e la tua morte.
In Italia puoi scegliere il televisore, la bibita e l'auto, ma non puoi scegliere sulla tua vita, perché certe persone pagate bene hanno scelto di lasciare la legge sul fine vita in fondo all'ultimo cassetto dell'armadietto dello sgabuzzino, chiuso a chiave e chiavistello, con un governo pronto a cadere, nel caso.
Caro Fabo, tu oggi sei in Svizzera e hai fatto le visite necessarie alla richiesta di eutanasia. Non sappiamo, fra qualche giorno, se sceglierai di essere accompagnato verso la fine delle tue sofferenze o se sceglierai di stringere i denti ancora un po'. E' giusto così, è giusto che io non sappia cosa sceglierai fra qualche giorno, si chiama libertà, quella che in Italia non abbiamo.
In bocca al lupo, Fabo.