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Perché ci saranno meno tasse per gli evasori con la nuova flat tax nel Concordato preventivo

Lo strumento del governo Meloni diventerà ancora più conveniente: flat tax dal 10% al 15% sul reddito ‘in più’ che viene proposto dall’Agenzia. Così il concordato preventivo biennale cerca di attirare le partite Iva che evadono, offrendogli di mettersi in regola pagando comunque meno del dovuto.
A cura di Luca Pons
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Il concordato preventivo biennale cambierà regole, e ancora una volta a beneficiarne sarà chi ha evaso in passato. Lo strumento varato dal governo Meloni segue questa logica: alle partite Iva – tutte quante, anche quelle poco affidabili – si offre di concordare con l'Agenzia delle Entrate un certo reddito, su cui versare le imposte per due anni; in cambio, il Fisco evita di fare controlli per quel periodo. L'offerta è rivolta soprattutto a chi dichiara meno di quanto incassa. Per ‘far emergere' una parte di quelle entrate in nero, l'Agenzia propone un reddito più alto di quello normalmente dichiarato.

Per chi evade la misura può essere conveniente perché accettando si mette in regola, ed evita tutte le sanzioni. Ma non è conveniente abbastanza, stando alle richieste dei commercialisti: serve un ulteriore incentivo. Così, il governo dovrebbe aggiungere una flat tax sulla differenza tra il reddito dichiarato e quello proposto dal Fisco.

Come funziona il concordato preventivo e a chi conviene

Il concordato preventivo è una delle misure su cui il governo Meloni punta di più, per portare un aumento delle entrate nelle casse dello Stato. Un aumento di cui c'è decisamente bisogno, vista la situazione dei conti pubblici. Perciò, l'idea è di rendere il concordato il più possibile interessante per chi normalmente non dichiara e, quindi, non versa tasse. La misura è dedicata alle partite Iva soggette alle ‘pagelle' Isa, anche se hanno un voto al di sotto dell'8, e quindi sono ritenute poco affidabili dal punto di vista fiscale: insomma, anche se in passato hanno probabilmente evaso. In più, possono accedere al concordato anche i lavoratori autonomi con reddito al di sotto degli 85 mila euro che beneficiano della flat tax.

L'Agenzia delle Entrate per ciascuno di questi contribuenti fa un'offerta personalizzata: propone un certo livello di reddito, e quindi di imposte da pagare, per i successivi due anni. Chiaramente, se l'offerta è rivolta a una partita Iva poco affidabile, il reddito proposto sarà più alto di quello dichiarato negli ultimi anni, per far emergere il nero almeno in parte.

Quindi chi ha una partita Iva e ha evaso si trova con la possibilità di versare un'imposta più alta di quanto fatto in passato, ma in cambio ha tre vantaggi. Il primo è che quell'imposta è fissa, e anche se il suo reddito aumenta nell'anno successivo pagherà sempre lo stesso importo. Il secondo è che per quei due anni i controlli dell'Agenzia delle Entrate saranno molto limitati. Il terzo è che nel giro dei due anni la sua ‘pagella' Isa arriverà a 10, portando a offerte più convenienti negli anni successivi.

La nuova flat tax e le novità che aiutano chi ha evaso

Queste condizioni, però, finora non sono bastate. I numeri sulle adesioni non sono definitivi – c'è tempo fino al 31 ottobre per accettare il reddito proposto – ma l'esecutivo teme che non saranno sufficienti. Dunque, sono partite le ulteriori agevolazioni. Innanzitutto, per il primo anno il reddito dichiarato sarà ridotto del 50%, e quindi anche le imposte da versare saranno dimezzate. In più, dal Parlamento è arrivata la richiesta di inserire una novità: per chi aderisce, scatterà una ‘flat tax' dal 10% al 15% sul reddito incrementale, cioè sulla differenza tra il reddito dichiarato e quello proposto dall'Agenzia delle Entrate.

La richiesta è arrivata dal Consiglio nazionale dei commercialisti, ascoltato ieri in commissione Finanze al Senato, dove sta passando il decreto legislativo che farà le ultime modifiche al concordato preventivo. Il motivo è che, secondo le stime, chi ha un punteggio Isa basso dovrà pagare molto più di quanto fatto in passato. Questo potrebbe spingere molti a rinunciare direttamente all'iniziativa. Al contrario, una tassa piatta renderebbe l'offerta più interessante.

L'ipotesi quindi è di far pagare un'imposta più bassa con aliquota fissa, una flat tax appunto. Il 10% per chi ha un punteggio alto, dall'8 in su. Il 12% chi ha tra il 6 e l'8 (e quindi è già considerato inaffidabile) e il 15% per chi ha un voto al di sotto del 6. La commissione Finanze, nel suo parere sul decreto legislativo, ha chiesto al governo di inserire questa novità: "È un’idea di buon senso che rende il concordato più appetibile", ha affermato il senatore leghista Massimo Garavaglia.

La tassa piatta non sarebbe una ‘promozione' valida solo per un anno, ma resterebbe in vigore per entrambi gli anni del concordato e potrebbe anche essere rinnovata. Insomma, un vero e proprio sconto fisso per chi ha evaso le tasse, considerando che anche il 15% è decisamente più basso di quanto si paga normalmente sul proprio reddito.

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