Perché Berlusconi scrisse il suo testamento nel 2006 ma la marca da bollo è del 2023
Il testamento di Silvio Berlusconi è stato aperto dal notaio Arrigo Roveda e i suoi contenuti sono stati resi pubblici. Adesso è noto che i figli Pier Silvio e Marina avranno il controllo del 53% di Fininvest, mentre il restante 47% sarà dei figli minori Barbara, Eleonora e Luigi. Le immagini diffuse dalle agenzie di stampa, però, hanno mostrato che non c'è stato un unico testamento, scritto a mano: si tratta infatti di decisioni prese da Berlusconi in tre occasioni diverse.
La prima, e la più importante, già nel 2006: fu allora che l'ex presidente del Consiglio decise come sarebbero state ripartite le quote di Fininvest. Nel 2020 si aggiunse una somma per il fratello Paolo, e infine nel 2022 un ulteriore legato per Marta Fascina (100 milioni di euro) e Marcello Dell'Utri (30 milioni di euro), che oggi si è detto commosso e scioccato. Il testamento però è stato aperto e notificato solo in questi giorni. La marca da bollo da 16 euro, così, è del 2023.
La prima bozza del testamento scritta a mano nel 2006
Già nel 2006, come risulta dalle foto diffuse oggi, Silvio Berlusconi scrisse la parte centrale del suo testamento. I documenti notarili circolati oggi – con una marca da bollo da 16 euro apposta quest'anno – riportano che il lascito principale era composto da due schede: entrambe su fogli intestati di Villa San Martino, ad Arcore, ed entrambe scritti a mano.
La prima scheda riporta, in undici righe, un messaggio asciutto: "Lascio la disponibile", cioè la quota di Fininvest di cui poteva disporre come preferiva, "in parti eguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi". Firmato Silvio Berlusconi. Arcore, 2 ottobre 2006.
Diciassette anni fa, quindi, Berlusconi aveva già deciso che la maggioranza di Fininvest sarebbe andata ai due figli maggiori, avuti con la prima moglie Carla Elvira Dall'Oglio. Non è chiaro perché fu proprio quello il momento in cui il leader di Forza Italia scelse di fare testamento, anche se il 2006 fu un anno con diversi interventi sanitari: fu operato ad Anversa per asportare un frammento al menisco, poi a novembre venne ricoverato dopo un malore a un evento di Forza Italia, e infine ricevette un lungo e rischioso intervento a Cleveland, in Ohio, per farsi impiantare un pacemaker.
L'aggiunta nel 2020, legato da 100 milioni per il fratello Paolo
La seconda scheda, un altro foglio scritto a mano. Il 5 ottobre 2020, con una modifica sintetica, si legge: "Aggiungo in favore di mio fratello Paolo Berlusconi una donazione di 100 (cento) milioni di euro". In questo caso – ma non è detto che una cosa sia conseguenza dell'altra – la decisione arrivò poche settimane dopo il ricovero per Covid-19, avvenuto a inizio settembre. Lo stesso Berlusconi la definì "la prova più pericolosa della mia vita", uscendo dal San Raffaele di Milano.
Nel 2022 il lascito a Marta Fascina e Marcello Dell'Utri
Risulta poi che il testamento sia stato integrato da un documento diverso, in aggiunta alle due schede già descritte. Infatti, si legge nei documenti del notaio, "alla presenza dei testimoni" è stata consegnata "una busta non sigillata recante la scritta ‘ai miei figli' e la firma ‘S. Berlusconi' contenente un foglio di carta intestata", che si ritiene essere "il testamento olografo del signor Silvio Berlusconi". A consegnare a mano questa nuova busta è stata proprio Marta Fascina, compagna di Berlusconi negli ultimi anni.
Al suo interno c'era una lettera datata 19 gennaio 2022. Il suo contenuto è stato divulgato: "Cara Marina, Piersilvio, Barbara e Eleonora. Sto andando al San Raffaele. Se non dovessi tornare, vi prego di prendere atto di quanto segue", si legge, prima di un breve elenco. "Dalle vostre eredità di tutti i miei beni dovreste riservare queste donazioni a: Paolo Berlusconi, euro 100 milioni; Marta Fascina, euro 100 milioni; Marcello Dell'Utri, euro 30 milioni".
Nel caso di Paolo, è probabile che questa nuova serva solo a confermare il lascito già deciso nel 2020. Dall'elenco dei figli è stato escluso il minore, Luigi. Non è chiaro se per questo motivo Luigi non dovrà contribuire a questi lasciti con la sua parte di eredità. La lettera si conclude così: "Per il bene che gli ho voluto, e per quello che loro hanno voluto a me".