Perché alle imprese conviene investire subito nell’Intelligenza Artificiale: intervista all’ad di SACE
Le nuove tecnologie come l’AI avranno un ruolo sempre più centrale sullo sviluppo economico e sulla crescita. L'Ufficio Studi di SACE calcolato che un Paese che investe in nuove tecnologie e AI per un terzo dei settori e ne incrementa la produttività del 20%, genera un effetto moltiplicatore su tutta l’economia dell’1,3% annuo per i primi cinque anni e dello 0,6% nei primi dieci. Se si ipotizzasse invece un investimento a tutto campo sull’economia di un Paese l’incremento annuale sarebbe dell'1,5% per circa 10-20 anni.
Nel corso del 2023 SACE ha sostenuto 55 miliardi di euro di progetti (+13% rispetto al 2022), fra garanzie, finanziamenti e servizi assicurativi, a favore di 50mila imprese (di cui 45mila PMI). Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE, in un colloquio con Fanpage.it, spiega che ruolo hanno giocato le nuove tecnologie e l'Intelligenza Artificiale in questo contesto.
"Ogni euro che noi abbiamo investito ha generato investimenti da parte del mondo delle imprese con un fattore moltiplicativo di 3. Questo vuol dire 145 miliardi di impatto sul sistema produttivo. Abbiamo avuto modo di osservare qual è l'impatto dell'Intelligenza Artificiale sul mondo delle imprese e all'interno della nostra organizzazione. Stiamo utilizzando l'Intelligenza Artificiale per capire come può migliorare la modalità con cui noi serviamo i nostri clienti, eliminando per esempio tutte quelle attività a minor valore aggiunto e liberando il tempo delle nostre persone, affinché possano stare il più possibile fuori, a cercare con l'ascolto le soluzioni migliori per i nostri clienti", spiega Ricci a Fanpage.it.
"L'Intelligenza Artificiale ha un impatto grosso su tutti i settori, può essere utilizzata dalla meccanica strumentale al settore dei servizi. Ci sono chiaramente delle attività dove è più velocemente implementabile, pensiamo a tutti i servizi di natura finanziaria, dove l'AI genera immediatamente una liberazione di tempo e quindi un boost sulle attività; oppure può essere impiegata nell'industria pesante, dove può essere utilizzata in fase di progettazione".
Settimana corta di 4 giorni: ecco il modello SACE
L'Intelligenza Artificiale può aiutare a rendere più flessibile l'organizzazione del lavoro. Lo spiega molto bene l'ad Alessandra Ricci, che ci racconta come procede la sperimentazione di Flex4Future. SACE è infatti la prima partecipata pubblica ad adottare un modello all'avanguardia, che prevede l'eliminazione dei controlli sulle timbrature, smart working illimitato activity based e settimana di quattro giorni, su base volontaria.
"La sperimentazione partita dal 1 gennaio, sotto l'osservazione del Politecnico di Milano, e sta andando bene – dice a Fanpage.it Alessandra Ricci – Noi vogliamo liberare il tempo delle persone dalle barriere che ci siamo autoimposti nel tempo, che ereditiamo dal mondo delle industrie basato sulla catena di montaggio, dove il lavoro si identificava con un tempo determinato in cui il dipendente doveva stare in azienda, in un luogo fisico".
"Oggi noi sappiamo che dobbiamo lavorare rispetto ai progetti e agli obiettivi che ci vengono assegnati, perché ognuno di noi dà il meglio di sé a prescindere dal luogo e dal tempo in cui lavora. Ci sono delle attività che devono però essere svolte insieme, ma devono essere le persone ad auto-organizzarsi. Tutto questo migliora il benessere delle persone, che saranno in grado così di lavorare meglio. L'Intelligenza Artificiale all'interno di SACE è a servizio di questi obiettivi: liberare il tempo rende le persone più felici, perché permette loro di dedicarsi ad attività che danno un valore aggiunto dal punto di vista intellettuale. E soprattutto, con il tempo libero che rimane possono fare qualcosa che sia diverso dal lavoro".
I principali mercati internazionali per le imprese italiane nel 2024
Sostenibilità e Intelligenza Artificiale. Sono queste le parole chiave per le imprese italiane, per le quali nel 2024 sarà vantaggioso investire in quei Paesi che più hanno accelerato su transizione sostenibile e digitale, come Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Spagna, India, Arabia Saudita e Cina. Ma non vanno sottovalutate Corea del Sud, Vietnam e Paesi dell'America Latina, come Messico e Brasile.
L'Open day SACE, evento che rientra nella due settimane di iniziative che il gruppo assicurativo-finanziario italiano (direttamente controllato dal MEF), ha organizzato giovedì 11 aprile in occasione della giornata nazionale istituita dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e che ha messo in collegamento gli uffici di SACE a Roma, Milano, Bologna, Napoli e Venezia, è stata l'occasione per approfondire i contenuti della ‘Where to Export Map 2024′, da poco pubblicata: stiamo parlando della Mappa dei rischi e delle opportunità di SACE che consente alle imprese che esportano e investono nel mondo di orientarsi nei mercati internazionali, con una chiave di lettura sulle criticità e sulle opportunità. Lo strumento si basa su indicatori che valutano profili di opportunità e rischi, come il rischio di credito (cioè il rischio che la controparte estera non sia in grado o non sia disposta a onorare le obbligazioni derivanti da un contratto commerciale o finanziario) il rischio politico e i rischi socio-ambientali.
Cosa dice la ‘Where to Export Map 2024'
"Dal punto di vista dei rischi si evidenzia un miglioramento del rischio del credito, sia sulle controparti pubbliche che su quelle private – dice a Fanpage.it Ivano Gioia, responsabile scenari economici dell'ufficio studi di SACE – a fronte anche della ripresa delle principali economie dopo un biennio post Covid abbastanza difficile".
Se da una parte il rischio del credito è diminuito, in modo abbastanza generalizzato, lo stesso non si può dire per il rischio politico per le imprese italiane. "Questo può essere ricondotto alle crisi geopolitiche che ormai sono strutturali, come il conflitto russo-ucraino, la crisi in Medio Oriente, con la risposta di Israele ad Hamas, o alcune criticità che riguardano Paesi dell'Africa subsahariana. Tolte queste aree critiche quasi tutti i Paesi del mondo possono offrire delle opportunità di crescita, di consolidamento di quote commerciali preesistenti o di nuovo business", dice ancora Gioia.
"Per quanto riguarda l'Europa, la Spagna nel nostro indicatore di opportunità, l'Export Opportunity Index, è il Paese che ha fatto il maggiore balzo in avanti e rappresenta un'opportunità dinamica e di crescita per un mercato a noi abbastanza vicino, come lo sono per noi Germania e Francia. Il mercato spagnolo rappresenta un'opportunità per le imprese italiane su un largo spettro di settori, dalla meccanica, agli apparecchi elettrici, fino al tessile e all'abbigliamento. E questo è dovuto sia alla crescita economica della Spagna sia alle sue spinte verso la transizione energetica".
Secondo Ivano Gioia l'area dell'Asia e del Sud Est asiatico è sicuramente "un'area molto dinamica, in crescita. Soprattutto l'India, che è un colosso, e continua a registrare tassi di crescita importanti, rispetto alle difficoltà riscontrate per esempio dalla Cina, che ha fatto i conti con la crisi immobiliare e con quella del sistema bancario. In questi Paesi le nostre imprese esportano beni di consumo finali, ma anche macchinari e beni intermedi, funzionali ai processi di indutrializzazione di questi Paesi, come il Vietnam".
Gli Stati Uniti hanno consolidato la loro posizione come secondo Paese verso cui l'Italia esporta, dopo la Germania, e offrono moltissime opportunità: "Qui forse l'unico punto interrogativo è rappresentato dalle elezioni presidenziali di novembre, che potrebbe riorentare la politica economica. Ma non c'è dubbio che gli Stati Uniti rimangono la prima potenza economica e il nostro secondo partner commerciale", spiega l'esperto a Fanpage.it.
Come proteggere le imprese dai rischi climatici
Nel colloquio con Fanpage.it Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE, affronta anche il tema dei rischi
climatici, un problema che non si può eludere, visto che più del 70% del territorio italiano è esposto al rischio sismico e idrogeologico. Il problema della crisi climatica aumenta il rischio per le imprese. Da qui nasce la necessità per le imprese di essere assicurate contro i danni che derivano dai rischi climatici. Per questo SACE ha messo in campo un nuovo strumento, la polizza ‘Protezione Rischio Clima'.
Le imprese potranno così assicurare terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali contro i danni derivanti da fenomeni geologici e ambientali estremi, che sono sempre più frequenti, come sismi, alluvioni, esondazioni, inondazioni e frane.
"Si tratta di una nuova polizza, che è stata lanciata sul mercato il 2 aprile, con la quale SACE copre le aziende dagli effetti dannosi che eventi di natura climatica, come terremoti e frane, possono provocare sui loro stabilimenti – spiega ancora Alessandra Ricci a Fanpage.it – Questo strumento fa parte di un pacchetto che aiuta le aziende in due momenti. Il primo è la transizione energetica, che permette alle imprese di diventare più efficienti dal punto di vista produttivo; per questo c'è Garanzia SACE Green, che ha realizzato circa 12 miliardi di investimenti, a supporto 600 imprese, di cui l'80% sono PMI. Ma la transizione energetica non basta, perché dobbiamo considerare che il rischio climatico è in aumento. Le imprese devono poter fare gli investimenti che le proteggano dal rischio climatico, ma contemporaneamente occorre dare loro anche una copertura per quei danni, in modo che abbiano da un lato la capacità finanziaria per andare avanti, dall'altro protezione".