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Elezioni europee 2024

Perché alle europee Pd e Avs sono andati così bene e il M5s è crollato: lo spiega un analista

“Il voto dei fuori sede ci conferma che i ragazzi più politicizzati sono tutti progressisti, ai giovani piace la radicalità”, così Lorenzo Regiroli di BidiMedia spiega a Fanpage il successo di Pd e Avs alle elezioni europee 2024, tra i più giovani ma non solo. Il Movimento 5 Stelle è stato il partito più penalizzato dalla scarsa affluenza. Quanto a Calenda e Renzi: “L’elettorato ha punito chi ha passato tutto il tempo a litigare e premiato chi predica unità”.
A cura di Luca Capponi
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Nelle elezioni europee 2024 il Partito Democratico e Alleanza Verdi-Sinistra sono andati meglio di quanto dicessero i sondaggi della vigilia. Secondo Lorenzo Regiroli, analista di BidiMedia intervistato da Fanpage, il successo di questi due partiti è dovuto ai richiami all'unità tra le forze di opposizione fatti dai loro leader. "Gli elettori hanno invece punito chi ha passato la campagna elettorale a litigare – spiega Regiroli, commentando il deludente risultato di Renzi e Calenda, per poi aggiungere -: Il centrodestra rimane stabile, ma è stato favorito dall'astensionismo al Sud". Lo stesso astensionismo di cui ha fatto le spese il Movimento 5 Stelle, punito anche dal boom di Antonio Decaro. "Un risultato personale clamoroso, ma il Pd ha fatto bene a prescindere da lui".

In queste elezioni europee più del 50% degli italiani è rimasto a casa e non è andato a votare. Qual è il partito che ha pagato di più l'astensionismo?

Senza dubbio il Movimento 5 Stelle. L'astensionismo infatti si è concentrato soprattutto nelle Isole (dove addirittura ha votato solo il 35%) e al Sud ed è in queste regioni che di solito il M5S ottiene il pieno di voti. Dico questo perché il 30% degli elettori che avevano votato il partito di Conte nelle elezioni del 2022 lo scorso weekend non è andato a votare. Qualcuno ha anche cambiato partito rispetto a due anni fa, ma sono numeri molto bassi.

Visto che stiamo parlando di Sud: che valutazione si può fare del successo di Antonio Decaro (Pd)? Forse anche la sua candidatura ha tolto qualche voto ai 5 Stelle?

Decaro ha avuto un risultato personale clamoroso. Quasi 500mila preferenze al Sud. Nella solo provincia di Bari più di 3 elettori su 4 tra quelli che hanno votato per il Pd ha dato la preferenza a Decaro. Significa che il suo lavoro da amministratore è stato apprezzato in maniera trasversale, non solo da chi vota sempre il Pd. Ed è stato apprezzato non solo dai baresi, ma in tutto il meridione. Quindi sì, ha pescato tanto tra gli elettori del M5S ma lo ha fatto anche tra quelli a sinistra del Pd. Va segnalato che la Puglia è l'unica regione in cui Alleanza Verdi e Sinistra non è andata molto bene (poco più del 3%). Quindi il risultato del Pd è stato ottimo in generale, non è solo "effetto Decaro".

Giorgia Meloni ha ottenuto oltre 2 milioni di voti. Un risultato così positivo per una leader di governo ha qualche precedente?

Non è una novità assoluta. Era al governo anche Salvini quando fece il boom alle Europee 2019. Idem Renzi cinque anni prima. È vero che nel resto d'Europa i partiti al governo sono stati penalizzati, ma in Italia – forse anche perché è passato relativamente poco tempo dalle elezioni politiche – non si è verificata la stessa situazione.

Quindi il governo gode ancora di grande fiducia tra gli elettori?

Il centrodestra è stato favorito dall’astensione al meridione. Perché di solito al Sud tutta la destra, non solo la Lega, va peggio che nel resto d'Italia. Anche perché ultimamente il Movimento 5 Stelle si prendeva tutti i voti. Quindi, è vero che se diamo uno sguardo ai voti assoluti il centrodestra ha perso un po' di voti, come del resto quasi tutti i partiti essendoci stata un'affluenza così bassa. Solo il Pd e Avs hanno avuto una crescita percentuale tale da avere anche numeri assoluti più alti rispetto al 2022, il che significa che hanno portato al voto non solo i loro elettori ma anche alcuni delusi che due anni fa non avevano votato. Il centrodestra invece è rimasto stabile. Anzi, si potrebbe ipotizzare che, se l'affluenza fosse stata la stessa del 2022 (più del 60%) la coalizione di governo avrebbe ottenuto gli stessi voti di due anni fa. Quindi, in sostanza, il centrodestra è andato bene.

I sondaggi della vigilia sovrastimavano il M5S e sottostimavano Pd e Alleanza Verdi e Sinistra. Colpa del fatto che nelle ultime due settimane non si possono pubblicare i sondaggi o c'è dell'altro?

Di sicuro noi analisti scontiamo questa legge assurda del "buio dei sondaggi" negli ultimi 15 giorni prima del voto. Dobbiamo ricordare sempre che i sondaggi fotografano il presente, non prevedono il futuro. E le ultime due settimane di campagna elettorale sono fondamentali. La gente decide in quei giorni non solo chi votare, ma anche proprio se andare alle urne o meno. Ma già nei giorni appena prima del "buio" i sondaggi davano Pd e Alleanza Verdi-Sinistra in crescita. Certo, soprattutto il successo di Avs era difficilmente prevedibile, perché ha addirittura superato il 6%. Ma i trend, anche sul calo del M5S, erano già stati individuati. Va detto che con i 5 Stelle i sondaggi faticano sempre molto perché il loro elettorato è molto volatile. Per le politiche è molto motivato, ma nelle altre elezioni ha la tendenza a rimanere a casa o addirittura a votare altro.

Cosa si può dire sul voto dei fuori sede?

Innanzitutto che si è trattato di pochi voti, perché era molto complesso proprio riuscire a votare. Siamo uno dei pochissimi paesi al mondo che vota ancora come si votava nel 1948. In quasi tutti gli altri paesi è diffuso il voto postale o per corrispondenza, già da molti anni. Innanzitutto non si capisce perché questa possibilità fosse riconosciuta solo agli studenti e non anche ai lavoratori fuori sede. E poi l'assurdità di dover votare per forza nel capoluogo di regione Il risultato è che solo in 20mila hanno fatto richiesta e in circa 17mila hanno votato. Agevolare l'esercizio del loro voto aiuterebbe anche l’affluenza, su cui ci stracciamo le vesti ogni volta.

E quanto alle loro scelte, che analisi si può fare?

I dati sul voto dei fuori sede ci confermano che i giovani più politicizzati – perché chi vota in quelle condizioni è sicuramente un elettore motivato – e ad alto tasso di istruzione sono tutti di area progressista. Si pensi che, se fosse contato solo il loro voto, nessun partito del centrodestra avrebbe superato la soglia del 4%. Ovviamente, però, non bisogna trarne conclusione nemmeno sul voto giovanile complessivo. Ma fa intuire come Avs (che tra i fuori sede ha preso il 40%) sia riuscito a intercettare il voto giovanile di protesta, sia contro il governo sia contro la guerra di Gaza. Ai giovani piace la radicalità.

Come si spiega l'insuccesso di Stati Uniti d'Europa e Azione?

L’elettorato ha fortemente punito chi ha passato la campagna elettorale non a formulare proposte, ma a litigare tra loro e contro il resto dell’opposizione. Emerge infatti tra gli elettori una richiesta di unità delle opposizioni. Quindi chi è stato capace di fare sintesi tra le diverse posizioni è stato premiato. Abbiamo addirittura registrato un certo flusso da parte di chi in precedenza aveva votato +Europa. Vuol dire che molti liberali hanno votato Avs. È una stranezza, perché i liberali e la sinistra radicale sono sempre stati due mondi lontani. Invece l'elettorato, soprattutto quello urbano e più giovane, non li percepisce come tali.

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