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Opinioni

Perché ai media importa solo del look delle ministre?

Cate Blanchett ai paparazzi che le inquadravano il fondoschiena ha detto: “questo lo fate anche con gli uomini?”. Così il racconto mediatico sul giuramento al Quirinale, per le donne ministro è stato tutto una questione di look. Fino a sondaggi oltraggiosi e demenziali. Ma si dicono le stesse cose quando si tratta di politici maschi?
A cura di Sabina Ambrogi
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Il livello di panico che raggiungono gli uomini quando le donne vanno al potere lo svela la grande narrazione mediatica nel giorno del giuramento al Quirinale di Matteo Renzi, in quelli immediatamente precedenti e in quelli successivi al suo insediamento. Per orientarsi bisogna partire dalla gestione dell' informazione che sconta una visione del mondo non solo maschile ma soprattutto vecchia, malgrado l'uso dei mezzi della contemporaneità: dai social network all'interazione di questi con la tv.

Il mese di gennaio scorso, la brava e bella Cate Blanchett mentre attraversava il red carpet dello Screen Actors Guild Awards, girandosi verso i fotografi che le inquadravano dettagli del corpo, e dell'abito, ha detto: “ma questo lo fate anche con gli uomini?”. Altri contesti, si può replicare. Qui si parla di politica e quello era spettacolo. Siccome ci è stato raccontato uno spettacolo, e non ci è stata data un'informazione politica, a maggior ragione sarebbe utile leggere con gli occhi di Cate Blanchett cosa è stato detto in questi giorni. Così nello speciale dedicato al governo Aldo Cazzullo commentava:

“Ci saranno molte donne, non solo giovani ma anche mature e sconosciute al grande pubblico”.

Qualcuno avrebbe mai usato dei termini simili per un uomo se non relativi al suo curriculum o alle sue capacità? Avete mai sentito dire ci saranno non solo dei “giovani uomini ma anche degli uomini attempati o sconosciuti al grande pubblico” ? (da notare poi l'avvenuta e definitiva sovrapposizione tra grande pubblico inteso come spettatore medio di reality e cittadinanza elettorato). Ancora la giornalista Alessandra Sardoni (le donne giornaliste non sono davvero mai da meno):

"Traballa Moretti ai trasporti, dove potrebbe esserci una donna". Una donna. Categoria generica da contrapporre a nome proprio.

Qualcuno ha mai sentito per esempio: “Traballa Anna Maria Cancellieri alla giustizia, dove potrebbe andarci un uomo ?

Molto spesso sono proprio giornaliste donne le responsabili degli unici approfondimenti sulle neo ministre: non hanno descritto cosa potrebbero fare di buono – o di pessimo – per i cittadini, ma si sono dilungate nella descrizione sfavillante degli abiti, nei più minuziosi dettagli. Repubblica ha perfino chiesto il parere dell'esperta, che ha consigliato Armani. Si è dispiegato così, ovunque, il tentativo di azzerare lo choc della novità delle otto ministre, riassumibile in un concetto:

Per quanto riguarda le donne in politica conta solo e sempre l'aspetto. Ne valuteremo abiti e avvenenza, e faremo le dovute illazioni sul loro ingresso in politica. Se sono o meno competenti non lo saprete. Niente paura. Niente sta cambiando.

Una specie di resistenza sorda e ottusa che non riesce a guardare la realtà che descrive. Ma i più ossessionati, fino all'autodenuncia di turbe sessuali sono stati i sondaggi di Libero on line, in particolare quello dedicato alle dimensioni del fondoschiena di Maria Elena Boschi, e poi sempre relativamente a questo, il sondaggio dal titolo: “Boschi al Quirinale, la mano "malandrina" di un ministro sul Lato B” (in realtà si tratta di un'immagine che poteva vagamente sembrare). Ma il più infame di tutti è stato il sondaggio su

. “Avreste mai scelto una donna incinta?” La risposta agghiacciante è stata appunto il 70% di no. Una conferma dei dati, del resto, sui licenziamenti di donne incinte, sulla necessità di ricorrere all'aborto in casi estremi, e la scelta tra lavoro e gravidanza mai risolta. E ancora, su il Giornale si danno voti come per una sfilata di modelle, alle ministre che gestiscono la salute, la vita e la morte dei cittadini, il “welfare” diventato “sviluppo economico” e quindi lo smantellamento dello stato sociale, la nostra rispettabilità internazionale, la difesa… :

Boschi in blu elettrico: elegante; Madia botticelliana: seducente; Guidi biondo fragola: perfetta; Mogherini color salmone: improbabile; Lorenzin: inappuntabile; Lanzetta: disastrosa; Giannini: imperfetta; Pinotti: da rivedere.

Ancora una volta chiederebbe Cate Blanchett: “si sarebbe parlato del fondoschiena di un ministro?” o dell'opportunità di avere Graziano Delrio sottosegretario alla presidenza del Consiglio, visto che ha fatto ben nove figli? Qualcuno si è mai soffermato sulle cravatte dei nuovi ministri? O sui loro calzini?

Nessun telegiornale, nessun on line di grandi quotidiani, compreso il Corriere della Sera non si è soffermato su un'accurata descrizione degli abiti delle ministre anziché sui dicasteri cruciali che si apprestano a guidare, facendo annegare tutto in un triste défilé di moda.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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