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Per Renzi l’Italia è una bella addormentata. E lui cos’è, un pifferaio?

Il premier Matteo Renzi in visita negli Stati Uniti parla dell’Italia come di una “bella addormentata”. Ma chi di fiaba ferisce…
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Per Matteo Renzi cresciuto a pane, Happy Days e House of Cards oggi è stata una bella giornata col viaggio negli Stati Uniti: nello studio Ovale al fianco di Barack Obama e prima ancora, fra gli studenti della Georgtown University, dove ha affermato che «L'Italia è stata come la bella addormentata nel bosco». E fortunatamente ora c'è lui – anzi «noi» che «siamo qui per svegliarla, per dare un indirizzo al futuro». Una frase studiata (come al solito), d'impatto (come al solito) che i giornali italiani si sono affrettati a riportare in grande evidenza (come al solito). Ma dietro la frase cosa c'è? Come al solito, nulla. C'è uno psichiatra austriaco vissuto a lungo, Bruno Bettelheim, che occupandosi della psicanalisi nelle fiabe, ha visto nella trama della "Bella addormentata nel bosco" il tentativo di preparare i bambini e le bambine ai cambiamenti che verranno.

A cosa ci prepara il Capo del governo italiano? Le basi tra riforme del lavoro, riforme scolastiche, riforme elettorali, le abbiamo messe, per i cambiamenti. Ma che tipo di cambiamenti saranno? Sarà un'Italia solidale o arroccata, sempre più legata al suo piccolo orticello, sempre più corrotta nelle grandi opere, sempre più menefreghista di quel che accade in Europa (ammesso che non siano le qualificazioni in Champions League)? Renzi parla del nostro Paese come la bella addormentata. E noi che saremmo, elettori/cittadini sonnecchianti in attesa della scossa? Eppure le proteste, le crisi aziendali, le critiche alle riforme del governo ci sono tutti i giorni. Renzi le ascolta o è troppo occupato a giocare a Frank Underwood? Così facendo, sembra proprio il protagonista di un'altra fiaba, quella del pifferaio di Hamelin. Che non ha un lieto fine.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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