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Per Piantedosi lo stato di emergenza migranti va bene perché non “comprime le libertà” come col Covid

Il ministro dell’Interno, rispondendo al question time alla Camera, ha detto che “la protezione speciale” per i migranti deve “tornare a essere una tutela per chi scappa da condizioni di difficoltà e non un espediente per eludere le regole”. Sullo stato di emergenza per i migranti ha chiarito: “Non è come quello per il Covid”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Stato di emergenza, protezione speciale e migranti lavoratori. Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, risponde al question time alle interrogazioni parlamentari di maggioranza e opposizione. Alla Camera dei deputati, il titolare del Viminale comincia con il difendere "la professionalità e la dedizione delle nostre forze dell'ordine deputate al soccorso", rispetto alla vicenda della strage di Cutro. "Lo stato di emergenza non è una qualificazione ideologica – dice poi Piantedosi – ma serve per dare strumenti più specifici, visto il grande numero di persone sbarcate sulle nostre coste. È successo anche nel recente passato, per ultimo nel caso dell'Ucraina".

"L'esecutivo ha favorito gli ingressi legali – continua Piantedosi – Sulla protezione speciale, su 58mila richieste arrivate sono state 10mila quelle speciali, al netto delle 33mila rifiutate sono la maggioranza". E di quelle accettate "solo una bassissima parte sono stati convertiti in permessi di lavoro". Da quando è stata istituita "è stata concessa in maniera superiore a quella internazionale", segnala il ministro.

Poi si passa alla questione dell'alta richiesta di lavoratori migranti da parte delle imprese: "È stata fissata la quota massima in 82mila persone, più alta degli ultimi anni – spiega Piantedosi – Sono dati incontrovertibili che testimoniano l'impegno del governo nell'immigrazione regolare. Le domande sono state 277mila. Non abbiamo preclusione a valutare nuovi interventi per rendere più efficiente la programmazione dei flussi". E aggiunge: "Intendiamo proseguire con questa strada nella convinzione che sia il modo migliore per combattere l'immigrazione clandestina".

Piantedosi risponde poi a un'interrogazione sullo stato di emergenza per i migranti: "Siamo di fronte a uno stato di emergenza diverso a quello della pandemia di Covid, che comprimeva le libertà individuali di circolazione e riunione – dice subito il ministro dell'Interno – La necessità di intervenire con misure straordinarie è dovuta alla situazione dell'hotspot di Lampedusa. Non è una misura ideologica. L'obiettivo del governo è strutturare in tempi brevi un sistema di accoglienza flessibile in grado di fronteggiare volumi consistenti d'ingresso".

Infine chiude ancora con la protezione speciale, spiegando che esistono "due forme di protezione internazionale", ovvero "piena e sussidiaria". Il legislatore "è intervenuto in più occasioni sulla protezione speciale. L'intervento del 2020 ha mutato la sua ratio straordinaria, tanto che da fattispecie di limitata applicazione è diventata di ampia incidenza – sottolinea Piantedosi – Perciò il governo ha deciso di rivederla. Ribadisco che il governo intende garantire che istituti come la protezione speciale tornino a essere una tutela per chi scappa da condizioni di difficoltà e non un espediente per eludere le regole".

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