Per Piantedosi se i Cpr non sono in condizioni accettabili è colpa dei migranti che li vandalizzano
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, interpellato sulle condizioni inospitali dei Cpr, ha puntato il dito contro gli stessi migranti, che provocano danni. Costretti ad alloggiare in strutture spesso fatiscenti, in cui lo Stato non offre servizi adeguati, gli ospiti sarebbero insomma anche i responsabili delle carenze di questi luoghi di detenzione. Proprio all'inizio di febbraio un 22enne guineano si è impiccato all'inferriata esterna del suo settore nel Cpr di Ponte Galeria, alla periferia di Roma. E a quel punto è scoppiata una rivolta nel centro.
"I Cpr sono luoghi di trattenimento previsti dalla legge, dove si concentrano situazioni di comprensibile disperazione di chi ci finisce dentro. Ma nessuno viene ristretto al di fuori dei meccanismi di legge. Molto spesso non sono nelle condizioni migliori proprio per l'opera di vandalizzazione che viene fatta dalle persone che sono dentro", dice Piantedosi, parlando a margine della sottoscrizione dell'accordo tra Regione Lombardia, Agenzia Nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e Anci Lombardia, a Milano. "Ma lo fanno per protestare contro le condizioni disumane che ci sono all'interno", gli fa notare un giornalista. "Ma no questo lo dice lei, è una sua opinione, non è così.", è la replica del ministro.
"Noi abbiamo sistemi di monitoraggio continui rispetto alle condizioni basilari di vita all'interno dei centri di trattenimento. Se non vengono devastati vengono mantenuti in condizioni più accettabili. I richiedenti asilo non possono finire all'interno dei Cpr, non è previsto che possano stare lì", sottolinea il ministro.
Le reazioni
"Ho come l'impressione che il ministro Piantedosi pensi di essere ministro di Polizia dopo i moti risorgimentali del 1848", è il commento del segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra. "Sia che parli di Cpr che della sentenza della Cassazione sui respingimenti illegali in Libia – aggiunge il leader di SI – o delle disinvolte pratiche identificative delle forze dell'ordine, siamo di fronte a posizioni gravi e preoccupanti. Questo Paese ha un altro problema ed è questo ministro dell'Interno".
"Il ministro dell'Interno Piantedosi non è mai stato in un Centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti. Di sicuro non a Via Corelli a Milano. Se ci fosse stato, avrebbe constatato le orribili condizioni in cui sono costretti a vivere i migranti trattenuti, e non avrebbe detto quello che ha detto. Dal ministro dell'Interno solo parole gravi e in libertà. Il ministro parla perché evidentemente non conosce lo stato dei Cpr nel nostro Paese e questa è una cosa grave", affermano i senatori dell'alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi e Tino Magni.
"I Cpr sono luoghi di detenzione per persone che non dovrebbero essere detenute, e sono peggio delle carceri vere e proprie – proseguono i senatori di Avs – Il ministro poi dovrebbe anche sapere che sono tante le inchieste della magistratura sulle gestioni dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio dei migranti. Si cambia città ma le accuse sono sempre le stesse: trattamenti disumani, maltrattamenti, abuso di psicofarmaci, malagestione, carenze igienico-sanitarie, truffa ai danni dello Stato. I Centri di permanenza per i rimpatri sono luoghi non modificabili, essendo strutturalmente concepiti per la negazione dei diritti fondamentali e della stessa dignità umana, e per questo vanno chiusi immediatamente".
"Il ministro dell'Interno Piantedosi entri con me nel Cpr di Milano perché non sa di cosa parla: sono luoghi dell'orrore", dice Paolo Romano, consigliere regionale del Pd, che lo scorso sabato ha fatto un sopralluogo nel centro di via Corelli, dopo la notizia del pestaggio di un ospite. "Un ministro dovrebbe informarsi prima di parlare, e visitare i posti di cui parla, non sparare cavolate sulla pelle di migliaia di persone rinchiuse come animali e che per questo spesso tentano il suicidio. Che vergogna per lo Stato italiano".
"Quelle di Piantedosi sono parole gravissime che confermano il colpevole cinismo del governo. Il Cpr di via Corelli va chiuso e la struttura va riconvertita a uso sociale. Qualsiasi altro intervento rischia di peggiorare semplicemente le cose. Si vuole aspettare il compiersi di una tragedia?", dice il capogruppo in Consiglio regionale della Lombardia e responsabile nazionale per le politiche migratorie del Partito democratico, Pierfrancesco Majorino.