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Il caso Cospito

Per Nordio Cospito sta ancora abbastanza bene da guidare gli attacchi anarchici: “Deve restare a 41bis”

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è intervenuto alla Camera per un’informativa sull’anarchico Alfredo Cospito: il suo stato di salute è stabile ed è ancora pienamente cosciente, ha spiegato. Per questo, è in grado di orientare gli attacchi anarchici e dovrebbe restare detenuto al 41-bis, per il ministro.
A cura di Luca Pons
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"Permane la capacità di Cospito di orientare le iniziative di lotta della galassia anarco-insurrezionalista: questo mondo si muove ispirandosi a Cospito e per sostenerlo. Nell'arco di poche settimane, la spirale degli eventi verificatisi ha suscitato un forte allarme su tutto il territorio nazionale". Per questo, Alfredo Cospito deve restare al 41-bis. Lo ha dichiarato Carlo Nordio, ministro della Giustizia del governo Meloni, in un'informativa alla Camera. Alfredo Cospito, anarchico 55enne, è detenuto in regime di 41bis e si trova in sciopero della fame da oltre 110 giorni per protestare contro le sue condizioni .

Il regime carcerario di 41-bis "ha natura preventiva, quindi è sufficiente che ci sia il pericolo di contatti con l'esterno. L'incessante succedersi di eventi critici legati alla galassia anarco-insurrezionalista mi ha determinato a rendere immutata, anzi aumentata, la valutazione sulla sua pericolosità sociale", ha detto Nordio. Le diverse proteste che hanno richiesto la revoca del regime di 41-bis per Cospito sarebbero state quindi, secondo il ministro, la prova che l'anarchico non deve avere contatti con l'esterno.

Nei confronti di Cospito "sono pendenti due situazioni: una di competenza della Corte di Cassazione", che terrà un'udienza il 24 febbraio, "e una di competenza di questo ministero, cioè la richiesta di revoca del 41-bis. Il 9 febbraio ho firmato il decreto per respingere la richiesta del regime di 41-bis". Gli elementi portati dalla difesa non sono bastati: "da un punto di vista giuridico, servono novità rilevanti". Per quanto riguarda il parere del procuratore generale della Cassazione, che ha consigliato di revocare il 41-bis, questo "non ha influito" sulla decisione del ministro Nordio perché " si tratta di due situazioni separate: è un atto interno al processo, che non viene comunicato al ministero".

Qual è lo stato di salute di Cospito: "È vigile" e questo basta per renderlo "pericoloso"

"L'11 febbraio è stato ricoverato ed è tuttora degente, le sue condizioni vengono monitorate in tempo reale", ha spiegato Nordio. Si trova in "discrete condizioni generali, vigile e orientato, autonomo nella deambulazione", ha deciso di che "riprenderà ad assumere integratori personali" dopo aver preso dello yogurt con miele ieri.

Il passaggio più importante, per il ministro, è che "la documentazione medica non fa emergere alcun decadimento cognitivo, che è l'unico necessario per valutare la pericolosità sociale". Per questo, "le condizioni di salute non sono tali da incidere in maniera determinante sulla pericolosità sociale: non è affetto da una patologia cronica invalidante, si sta volontariamente procurando uno stato di salute precario".

Nordio ha anche ribadito che "se la modifica del regime di 41-bis fosse legata alle condizioni di salute del detenuto, anche nel caso di scioperi della fame, la norma perderebbe di validità". Infatti, ha detto, "come vale oggi per Cospito, potrebbe valere domani per centinaia di mafiosi".

Caso Donzelli, Nordio chiude: "Non ha disvelato segreti"

Nordio è anche tornato sulla polemica quando Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d'Italia, è intervenuto alla Camera per attaccare alcuni esponenti del Pd – accusandoli di essere dalla parte di mafia e terroristi – e nel farlo ha citato dei documenti specifici su Cospito.

Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha ammesso di aver trasmesso quelle informazioni a Donzelli, suo compagno di partito e coinquilino. Oggi, però, il ministro Nordio ha ribadito: "I contenuti dei colloqui tra Cospito e altri detenuti sono stati derivati non da intercettazioni, ma da una mera attività di vigilanza amministrativa", e queste informazioni erano contenute in "una scheda di riassunto" non classificata, che "non rileva o disvela contenuti sottoposti a segreto investigativo". Nessun segreto, quindi, sarebbe stato divulgato in modo irregolare. La Procura di Roma, comunque, ha aperto delle indagini.

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