Per Matteo Salvini la protezione speciale ai migranti è una “furberia” che va eliminata
Per Matteo Salvini la protezione speciale per i migranti non è che una "furberia". A margine di un'iniziativa elettorale il leader leghista ha detto: "Nel decreto che stiamo approvando tagliamo alcuni sprechi e alcune furberie come la cosiddetta protezione speciale. Bisogna mettere delle regole: chi scappa dalla guerra può venire in Italia così come in tutti gli altri Paesi europei, però non possiamo accogliere decine e decine di migliaia di persone senza regole".
Ci sono però un paio di precisazioni da fare, sulle parole di Salvini. Per prima cosa, una forma di protezione per i migranti alternativa all'asilo e quella sussidiaria, che il ministro definisce appunto una "furberia", esiste in diversi Paesi dell'Europa occidentale. Nell'Unione europea ci sono ben 18 Paesi che la prevedono, ovviamente con le diverse peculiarità nazionali. Sono forme di protezione che sono state introdotte per motivi umanitari, per tutelare chi non ricade all'interno delle altre due forme di protezione esistenti.
Quali sono le forme di protezione esistenti in Italia
Queste altre due forme sono l'asilo politico, definito con la Convenzione di Ginevra del 1951 che istituisce lo status giuridico di rifugiato, e la protezione sussidiaria, prevista da una direttiva europea. Nel primo caso si parla di una persona che ha il "giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche" nello Stato di cui possiede la cittadinanza e quindi non può tornarci. Nel secondo caso, invece, si parla di persone che, se tornassero al Paese di origine subirebbero "un danno grave".
Nel caso della protezione speciale italiana, invece, si permette più genericamente a una persona di restare sul territorio nazionale qualora allontanarla rappresenterebbe una "violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare". Una definizione quindi ben più ampia, che secondo Salvini e la maggioranza darebbe diritto a troppe persone di restare in Italia.
I numeri sulla protezione speciale
In realtà, i dati non ci dicono questo. Prendiamo il 2022: l'anno scorso hanno ottenuto l'asilo politico 6.161 persone, mentre altre 6.770 hanno avuto diritto alla protezione sussidiaria. Coloro che hanno ottenuto la protezione speciale, invece, sono state 10.865. Un numero più alto, è vero, ma non una cifra straordinaria che faccia pensare a un sistema "a maglie troppo larghe", come sostiene la maggioranza.
Chi ha introdotto la protezione speciale
La protezione speciale è stata introdotta in realtà proprio quando c'era Matteo Salvini al Viminale, nel 2018. Come si legge sul sito del governo, infatti, la protezione speciale è stata introdotta nel 2018, quando con i decreti Sicurezza è stata eliminata la protezione umanitaria, per poi essere ampliata negli anni successivi.
Il permesso di soggiorno per protezione speciale è stato introdotto dalla legge 132/2018 e i presupposti per il suo rilascio sono stati poi ampliati dal Dl 130/2020, convertito nella legge 173/2022 che ha riformulato l’art. 19 del Testo Unico Immigrazione (TUI), ampliando le ipotesi di divieto di espulsione
Cosa succede ora nel decreto Cutro
"I numeri dicono che la protezione speciale inventata dal governo giallorosso non funziona", ha commentato ancora Salvini. L'ex ministra Luciana Lamorgese, succeduta a Salvini, ha sicuramente ampliato questo tipo di protezione, ma come abbiamo vista è stata introdotta dal governo gialloverde. Ora governo di Giorgia Meloni ha messo in chiaro di voler eliminare la protezione speciale e lo vuole fare nel decreto Cutro. La Lega ha presentato alcuni emendamenti che introdurrebbero un'ulteriore stretta all'accoglienza e non ha mai nascosto di voler tornare ai decreti Sicurezza. "Stiamo lavorando in totale accordo con la maggioranza, accogliere chi scappa dalla guerra è sacrosanto, contrastare gli scafisti, trafficanti e malavitosi è altrettanto fondamentale per salvare vite", ha concluso Salvini.