Per l’epidemiologo Greco (Cts) si può dare l’ok al richiamo di AstraZeneca con il consenso informato
Il Cts dovrebbe esprimersi sulla richiesta avanzata dalla Regione Lazio, che vorrebbe autorizzare gli under 60 vaccinati con la prima dose di AstraZeneca, a ricevere anche la seconda dose con il siero di Oxford, previo consenso informato. La Regione ha chiesto al governo di autorizzare ufficialmente questa prassi, dopo che molti cittadini si sono rifiutati di ricorrere alla vaccinazione eterologa, mixando due farmaci diversi, cioè il vaccino a vettore virale AstraZeneca (J&J è monodose) e un vaccino a mRNA (al momento quelli autorizzati sono Moderna e Pfizer).
Ieri l'Ema ieri ha ribadito che il vaccino di AstraZeneca "è stato approvato nell'Ue sulla base della somministrazione di due dosi, e perciò in principio, in base alle informazioni sul prodotto, è da somministrare una seconda dose in un intervallo tra quattro e dodici settimane". Se però un Paese per un numero di ragioni "vuole fare un mix con un vaccino mRna" può anche decidere di farlo. "Sulla base delle prove che abbiamo questo non è problematico, ma il livello di prove è basso e perciò occorre restare vigili", ha spiegato Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini dell'Agenzia europea.
"Sulla base delle esperienze del passato", combinare due diversi vaccini "sembra una strategia che può essere impiegata, ma su quelli Covid-19 ci sono prove limitate ed è importante raccogliere maggiori informazioni e monitorare con attenzione". E ancora: "Da una prospettiva dell'Ema non è facile in questa fase esprimere una netta raccomandazione" sul mix, "anche perché non è chiaro se la compagnia abbia interesse a chiedere l'autorizzazione per aggiungere informazioni sul prodotto". Ma non appena ci saranno più dati, "valuteremo se fare una dichiarazione sul mix".
L'epidemiologo Donato Greco, componente del Cts, che è anche consulente dell'Oms, ha ribadito in un'intervista a ‘La Stampa' che il mix vaccinale "Produce persino più anticorpi", ma "è ragionevole consentire a chi lo vuole di fare il richiamo con AstraZeneca dopo aver firmato il consenso informato". Questo è insomma l'orientamento del Comitato tecnico scientifico. "Alle persone vanno spiegate per bene le cose, anche a costo di perdere qualche minuto in più. Ma quella del consenso informato credo sia una soluzione accettabile, sulla quale il Cts deve però ancora esprimersi", ha aggiunto l'esperto.
"Ho qui davanti a me nove studi che dimostrano che con l'eterologa la risposta immunitaria è uguale o superiore – evidenzia Greco – Non solo rispetto a due dosi di AstraZeneca, ma persino di Pfizer. Sappiamo che rispetto a quelli a Rna messaggero i vaccini a vettore virale implicano dei rischi comunque molto bassi, ma sotto i 60 anni di età superiori a quelli di ammalarsi gravemente di Covid. Questo possiamo dirlo oggi che abbiamo una incidenza di soli 20 casi settimanali ogni 100 mila abitanti. Se avessimo avuto solo AstraZeneca a disposizione non avremmo avuto dubbi a somministrarlo a tutti, ma avendo delle alternative per un principio di massima cautela si è preferito usare quelle".
Secondo Greco le mascherine all'aperto, che potrebbero essere eliminate dal 1 luglio, "si possono togliere ma solo quando è possibile rispettare il distanziamento".