Per le madri disabili congedo parentale prolungato e incentivi per le assunzioni: la proposta del Pd
Il Partito Democratico presenta oggi una proposta di legge a sostegno delle madri con disabilità. La proposta, che è stata scritta a partire dalle esperienze raccolte dall'associazione ‘DisabilmenteMamme'. Il testo è a prima firma dalla deputata Chiara Gribaudo, vcepresidente del Pd e della Commissione Lavoro, che la presenta alla Camera insieme a Marco Furfaro, responsabile Pd iniziative politiche, contrasto alle disuguaglianze, welfare, ad Antonella Tarantino e Laura Coccia, presidente e portavoce di DisabilmenteMamme, e Laura Miola, dottoressa in comunicazione digitale e influencer.
La proposta di legge, che aveva già iniziato il suo percorso la scorsa legislatura, poi interrotta, è composta in tutto da 10 articoli, e si propone l'obiettivo di "tutelare il diritto alla maternità delle donne con disabilità
assicurando il supporto sia durante la gravidanza che nel periodo post partum di personale professionalmente formato operante nelle diverse tipologie dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali", come recita il primo articolo della proposta.
"Spesso si parla di maternità a sproposito – ha detto oggi Gribaudo dalla Camera – sappiamo quanto questo periodo possa creare diseguaglianze, specialmente sui posti di lavoro. Questo vale ancora di più per chi ha disabilità". Oggi il 43% delle donne con disabilità in Italia non svolge controlli ginecologici, spesso per mancanza di personale ad hoc. "Bisogna intervenire con un atto normativo – ha aggiunto Gribaudo – e poi con un processo culturale che garantisca la maternità anche alle donne disabili, oggi ancora discriminate".
Le misure a sostegno delle madri disabili
L'accompagnamento alla gravidanza e al post partum viene definito attraverso specifiche linee guida nazionali, che serviranno ad "assicurare le necessarie prestazioni terapeutiche e fisioterapiche, anche domiciliari, in relazione al grado di disabilità delle neo mamme e il supporto della figura della puericultrice per i primi tre anni di vita del bambino, che accompagni la madre nella soluzione dei bisogni propri e del neonato impiegando, per quanto possibile, le proprie capacità fisiche".
Nei casi in cui la tipologia di lavoro lo consenta, alla madre disabile, accertata in base alla legge 5 febbraio 1992, numero 104, viene concessa la modalità di lavoro agile, "anche se inserite in un percorso di accompagnamento", a condizione che "tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro".
Inoltre la lavoratrice madre con handicap accertato ai sensi della legge 104 del 1992, hanno diritto, entro il compimento del quattordicesimo anno di vita del bambino, a usufruire del prolungamento del congedo parentale, in misura continuativa o frazionata, per un periodo massimo non superiore a tre anni. In tal caso, "il congedo parentale può essere fruito in alternativa dal padre, se facente parte del medesimo nucleo familiare, per un periodo complessivamente non superiore ad un anno".
Si prevede inoltre la creazione di sportelli informativi, e di un numero unico nazionale "che possa offrire assistenza e consulenza telefonica, anche notturna, di ostetriche, fisioterapisti e consulenti per l'allattamento alle madri con disabilità nel periodo della gravidanza e del post-partum, anche in collegamento con gli sportelli informativi".
Vengono messe in cantiere anche campagne informative da parte del ministro con delega alla Disabilità, del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, del ministro delle Pari Opportunità e del ministero dell’Istruzione, "per combattere stereotipi diffusi in ambito scolastico, in famiglia, nel mondo del lavoro, nella popolazione generale, con particolare riguardo verso le discriminazioni generate dall’intersezione tra genere e disabilità, nonché verso per i pregiudizi legati alla sfera sessuale e riproduttiva".
Viene inoltre avviato un monitoraggio, con cadenza almeno triennale, effettuato dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) e dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), in modo da fotografare la situazione e offrire un quadro alle autorità competenti, certificando il numero di madri con disabilità, la loro distribuzione sul territorio nazionale, la disaggregazione dei dati anche per la variabile delle diverse disabilità.
Il ministro con delega alla Disabilità istituirà quindi una banca dati, per la raccolta e l’analisi dei dati sulle condizioni delle donne con disabilità, e delle madri in modo particolare.
Incentivi per le assunzioni delle madri disabili
Per facilitare poi l'ingresso di queste donne nel mercato del lavoro sono previsto incentivi peri datori di lavoro privati che, a partire dal 1 settembre 2023, assumano le madri disabili con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato: è riconosciuto, per un periodo massimo di 24 mesi, l'esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, "con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), nel limite massimo di importo pari a 8.000 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile". Questo esonero non si applica ai rapporti di lavoro domestico, e viene riconosciuto entro il limite massimo di euro 16.000 annui.
Le risorse stanziate
Per quanto riguarda le risorse, è prevista l'istituzione di un ‘Fondo per l’accessibilità per madri con disabilità' con una dotazione pari a 5 milioni di euro per l’anno 2023 e di 3 milioni di euro a decorre dall’anno 2024 "al fine di garantire l'accessibilità alle cure sanitarie, alle strutture e alle apparecchiature diagnostiche dei reparti di ostetricia". Tale fondo può essere utilizzato anche per garantire l’accessibilità dei servizi antiviolenza e dei servizi a supporto delle donne con disabilità.