Per La Russa il candidato Fdi sospettato di voto di scambio mafioso andava arrestato dopo le elezioni
A Palermo è scattato il secondo arresto in pochi giorni per un candidato alle amministrative del 12 giugno. Parliamo di Francesco Lombardo, esponente di Fratelli d'Italia e candidato alle elezioni di domenica al Consiglio comunale, finito in manette per voto di scambio politico-mafioso. È stata decisiva un'intercettazione ambientale: Lombardo avrebbe chiesto al boss Vincenzo Vella – arrestato anche lui – di sostenerlo alle prossime elezioni comunali. Da Fratelli d'Italia è arrivata immediatamente una nota durissima nota ufficiale: "Sul caso Lombardo Fratelli d'Italia ha già dato mandato ai propri legali di costituirsi come persona offesa dal reato riservandosi di costituirsi parte civile qualora l'ufficio della Procura eserciti l'azione penale – ha scritto il partito – Chiunque si avvicini a Fratelli d'Italia deve sapere che la criminalità organizzata è il nostro primo nemico".
Lascia di stucco, però, la presa di posizione di un elemento di spicco del partito, fondatore insieme a Meloni e Crosetto: Ignazio La Russa. "Se io fossi stato il magistrato, forse a due giorni dal voto, avrei aspettato – ha detto il senatore – Ma non voglio fare polemica, che è vecchia. Può darsi che abbia avuto esigenze cautelari adesso". Poi ha aggiustato il tiro: "Noi siamo qui a sostenere la candidatura di Lagalla. Che siamo agli antipodi rispetto a qualunque forma di criminalità c'è bisogno che io ve lo dica o lo sapete già?". E ha concluso: "Spero comunque che si tratti di un'azione giudiziaria che finirà con un'assoluzione". Insomma, secondo La Russa il magistrato avrebbe dovuto aspettare il voto prima di far arrestare il candidato che – secondo gli inquirenti – avrebbe chiesto alla mafia di aiutarlo ad essere eletto.
Di reazioni all'arresto di Lombardo ne sono arrivate anche da altri partiti politici, primo su tutti il Movimento 5 Stelle, con il presidente Giuseppe Conte che ha dedicato un lungo post su Facebook ai fatti di Palermo: "Mentre noi del Movimento incontravamo cittadini che non arrivano a fine mese e imprenditori che denunciano la mafia rischiando la vita per cambiare le cose, alcuni candidati di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni, si prodigavano a incontrare esponenti mafiosi", ha attaccato Conte. Poi la citazione di Peppino Impastato e le parole durissime: "Noi questo schifo e questa puzza li vogliamo lontani, lontanissimi dalle Istituzioni. Dobbiamo rispondere in maniera coesa, senza fare un passo indietro. Senza timori e a viso aperto. Palermo merita di più, merita rispetto".