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Guerra in Ucraina

Per la ministra Lamorgese la guerra in Ucraina può far esplodere i problemi sociali in Italia

Secondo la ministra dell’Interno, con la situazione di incertezza sul fronte economico determinata dalla guerra, ci sarebbero rischi per la tenuta sociale in Italia.
A cura di Giacomo Andreoli
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La situazione in Ucraina "potrebbe determinare un pesante impatto sulla produzione industriale, sulla crescita economica, sui livelli occupazionali e, quindi, sulla tenuta sociale del Paese". A lanciare l'allarme è la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, in occasione delle celebrazioni per i 170 anni della Polizia di Stato.

Secondo la titolare del Viminale, infatti, risulta preoccupante "la situazione di incertezza sul fronte economico e sociale che la guerra ha aperto, anche per i riflessi sul mercato energetico e sull'approvvigionamento di materie prime". Una guerra che la ministra definisce "un retrocedere della storia e della civiltà", invitando le democrazie occidentali a limitare l'impatto della crisi sulle società civili. Con il conflitto, inoltre, sarebbero aumentati anche i rischi di attacchi cyber alle infrastrutture critiche italiane, nell'ambito della comunicazione e dell'energia. Per questo Lamorgese ha assicurato che è aumentato "il contrasto alla criminalità organizzata che utilizza il web tramite l'apposito reparto della polizia", anche per "preservare il Pnrr".

Quanto ai profughi ucraini, invece, la ministra ha ringraziato la polizia di frontiera e la rete di questure e prefetture, spiegando che fino ad oggi le persone arrivate dal Paese in guerra sono 91mila. Quindi ha assicurato che si sta facendo di tutto per "scongiurare che donne e bambini che fuggono rimangano preda di organizzazioni criminali che fanno traffico di vite umane".

Lamorgese è poi tornata sulle manifestazioni dei no-vax e no-Green Pass, dopo le polemiche dello scorso autunno per la gestione della protesta di Forza Nuova, con l'oramai noto assalto alla sede romana della Cgil. Per la ministra le forze di polizia "hanno assicurato una prudente gestione dell'ordine pubblico, respingendo così il rischio di pericolose derive". Per la ministra, infatti, "il diritto di parola e dissenso vanno garantiti, ma questi diritti vanno bilanciati con la tutela di altri valori costituzionali e i diritti di tutti i cittadini".

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