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Per la Giunta per le immunità il ruolo di Gasparri in Cyberealm è compatibile con il seggio in Senato

Per la giunta per le elezioni e delle immunità l’incarico di Maurizio Gasparri nella società Cyberealm è compatibile con il mandato di senatore. La proposta è passata a maggioranza,con i voti del centrodestra più Italia viva e il no delle altre opposizioni. Il caso, sollevato da Report, si chiude qui.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alla fine Gasparri non dovrà rinunciare al suo posto in Senato, né a quello di capogruppo di Forza Italia, perché il suo incarico di presidente della società di sicurezza informatica Cyberealm (incarico ricoperto da Gasparri da giugno 2021 senza averlo mai comunicato a Palazzo Madama) non è incompatibile con la sua attività da parlamentare.

La Giunta per le elezioni e le immunità di Palazzo Madama ha votato il testo presentato dal Comitato incarichi della stessa Giunta. che aveva espresso parere di compatibilità tra l'attività parlamentare e l'incarico nella società Cyberealm Srl di Maurizio Gasparri, attuale capogruppo di Fi a Palazzo Madama. La vicenda nasceva dall'inchiesta della trasmissione Report di Rai3, contestata dal presidente dei senatori Fi.

La Giunta per le immunità del Senato ha dato ragione al senatore. La proposta è passata con i voti favorevoli della maggioranza supportata dal senatore di Italia viva, Ivan Scalfarotto. Contrarie le opposizioni che avrebbero voluto un'integrazione documentale utile a capire le funzioni della società Cyberealm e di eventuali partecipate.

Il caso sollevato dalla trasmissione televisiva dunque si chiude qui. La decisione della Giunta non dovrà passare infatti all'esame dell'Aula del Senato.

La scorsa settimana la Giunta per le elezioni del Senato aveva negato a Report la documentazione obbligatoria sugli incarichi e le attività in corso depositata da Gasparri all'atto dell’insediamento. La decisione era stata presa a maggioranza: anche in quel caso aveva pesato il soccorso di Italia viva che si era espressa contro l'invio insieme al centrodestra. Visto che contiene dati sensibili, la documentazione prodotta dai parlamentari non è pubblica in tutte le sue parti, ma può essere resa disponibile su richiesta: ma in questo caso la Giunta si era opposta.

"Oggi viene messo nero su bianco il fatto che un senatore della Repubblica possa contemporaneamente fare il lobbista per una società privata. Siamo di fronte a un precedente pericolosissimo per le nostre istituzioni e per l'assetto della democrazia. La maggioranza ha preferito salvare un suo componente piuttosto che il prestigio e l'onorabilità dell'istituzione Senato. È peraltro vergognoso il fatto che i nostri colleghi che hanno pubblicamente acceso un faro su questa situazione siano stati intimiditi dal Senatore Gasparri con denunce che ovviamente hanno solo l'obiettivo di provare a insabbiare una vicenda che è a dir poco imbarazzante per l'intera maggioranza e per il governo. Prova ne è il silenzio di Giorgia Meloni, che è brava a dichiarare su tutto tranne sulla questione morale che attraversa il suo governo. La nostra battaglia non si ferma certo qui", ha commentato in una dichiarazione il presidente dei senatori Cinque Stelle Stefano Patuanelli.

"L'esito della Giunta di oggi su Gasparri era scontato. Questa maggioranza ha fatto di tutto per chiudere la questione il prima possibile, nonostante avessimo chiesto insieme alle altre opposizioni una integrazione documentale che sarebbe stato molto importante acquisire per avere un quadro più chiaro della situazione. È chiaro che il loro interesse però era solo quello di salvare il capogruppo di Forza Italia, che nel frattempo sta utilizzando una tecnica intimidatoria inaccettabile denunciando la stampa che si occupa di lui nonché i colleghi Maiorino e Licheri. Anche di questo gli chiederemo conto quando la questione giungerà in aula", ha detto la senatrice M5S in Giunta per le elezioni Ketty Damante.

La segretaria del Pd Elly Schlein ha commentato: "È un fatto clamoroso, una questione di opportunità politica. Maurizio Gasparri dovrebbe dismettere quella partecipazione. Lui era nella scorsa legislatura presidente dell'organo che oggi si è espresso, le regole le conosce. Non c'è trasparenza su cosa faccia la società da lui presieduta, vorremmo capire chi sono i soci". Alla segretaria ha replicato una nota dello staff di Gasparri: "La Schlein, come spesso le accade, parla a caso di cose che ignora. Il senatore Gasparri non può ‘dismettere quella partecipazione' perché non ha alcuna partecipazione in nessuna società".

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