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Per il tribunale “non esistono due mamme per un bimbo”. La coppia gay: “Ci fanno sentire diverse”

Lo sfogo delle due mamme dopo la sentenza dei giudici di Torino: “Abbiamo voluto questi bambini. E l’importante è il bene dei nostri bambini. Se per loro non ci sono problemi perché li devono avere gli adulti?”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Corte di Appello di Torino ieri ha dato torto a due mamme, che vorrebbero essere riconosciute entrambe come genitori legittimi dei propri figli, due gemelli. La coppia, unita civilmente nel 2021, ha avuto i due bambini grazie alla fecondazione eterologa in Spagna. I piccoli sono stati però partoriti in Italia.

I giudici in pratica hanno confermato la sentenza di primo grado, rigettando il reclamo presentato dalle due donne, Antonella e Claudia, che sono difese dagli avvocati dell'Associazione Coscioni.

In base al pronunciamento di ieri insomma le due mamme non hanno diritto a essere riconosciute come tali nell'atto di nascita, visto il divieto di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie di persone dello stesso sesso (articolo 5, legge 40 del 2004). Inoltre i giudici hanno le hanno condannate al pagamento delle spese di giudizio, pari circa 4.857 euro a favore del Comune di Trofarello, in cui risiedono, e hanno consigliato loro di ricorrere all'adozione in casi particolari, perché per i bambini può essere riconosciuta una sola madre. Per le due donne si tratta di un'ingiustizia.

Antonella e Claudia si sono sfogate così al Corriere della Sera: "Assurdo, ci sembra davvero assurdo. Come si è potuto arrivare a questo? Per cosa? Perché vogliamo che i nostri figli siano riconosciuti come tali?".

"Oltre il danno anche la beffa. Noi non abbiamo questi soldi – hanno detto nel video le due donne, a proposito della somma in denaro che dovrebbero pagare, come risarcimento al Comune vicino Torino -. Chiediamo al sindaco di Trofarello di venirci incontro. Ci hanno intimato il pagamento entro dieci giorni sennò procederanno con il pignoramento dei beni. Stiamo pensando di attivare una raccolta fondi".

"Ci stanno facendo sentire diverse – hanno detto ancora al Corriere – Per carità, siamo due donne. Ma siamo nel 2023. Abbiamo voluto questi bambini. E l'importante è il bene dei nostri bambini. Se per loro non ci sono problemi perché li devono avere gli adulti?". 

L'attacco di Pro Vita

"Bene ha fatto la Corte d'Appello di Torino a bocciare la richiesta di due donne, rappresentate dall'Avv. Filomena Gallo dell'Associazione Luca Coscioni, di essere qualificate entrambe come "madri" nel certificato di nascita di due gemelli nati in Spagna tramite fecondazione eterologa. Rimane il fatto che quei due bambini sono stati deliberatamente privati del diritto di crescere con un papà, questo sì che è l'unico vero diritto negato dell'intera vicenda e mai un Tribunale dovrebbe avallare tale barbarie. L'intera vicenda è la triste conseguenza della furia ideologica delle lobby Lgbtqia+, che vorrebbero una "famiglia fluida" o "queer" e riconoscere lo status di "mamma" soltanto sulla base del sentimento provato per un bambino. Grazie al Tribunale di Torino questa follia è stata bloccata ed è stato ribadito che, secondo natura e come riconosce la legge italiana, "madre è colei che partorisce" e che ogni bambino ha diritto a una mamma e un papà e a conoscere e crescere con entrambi", ha commenttato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.

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