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Per il ministro Garavaglia il passaporto sanitario è complicato: “Meglio essere tutti vaccinati”

“In Europa la discussione è aperta, l’importante è che si arrivi a soluzione comune. Da un punto di vista legale però è complicato. La cosa più semplice è avere tutti vaccinati”: lo ha detto il ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, parlando dell’ipotesi di un passaporto sanitario che permetta la circolazione dei cittadini in sicurezza durante la stagione estiva, quando potrebbero riprendere i flussi dei turisti.
A cura di Annalisa Girardi
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Per il ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, realizzare un passaporto sanitario a cui legare la mobilità dei cittadini quest'estate è complicato. "In Europa la discussione è aperta, l'importante è che si arrivi a soluzione comune. Da un punto di vista legale però è complicato. La cosa più semplice è avere tutti vaccinati. Purtroppo abbiamo mesi che ora è difficile recuperare", ha detto intervenendo su Radio 24. Il neo ministro, ad ogni modo, crede che per la bella stagione il settore sarà in grado di ripartire: "Ci vuole un po' di ottimismo – ha detto – L'anno scorso siamo riusciti ad andare in vacanza d'estate, lo stesso accadrà quest'anno".

L'idea del passaporto sanitario era stata per la prima volta proposta da un altro esponente del Carroccio, il governatore della Sardegna Christian Solinas, che aveva pensato a una sorta di certificato di negatività al coronavirus per chi volesse recarsi sull'isola. Ne aveva parlato ancora lo scorso aprile, quando si programmava il termine del lockdown e la stagione turistica era alle porte. Allora l'ex ministro per gli Affari regionali, il dem Francesco Boccia, aveva definito la proposta incostituzionale e anche diversi altri governatori avevano sottolineato le difficoltà di gestione legate a un passaporto sanitario. Quando lo scorso settembre, mentre la curva dei contagi iniziava a impennarsi nell'isola, Solinas aveva firmato un'ordinanza in cui imponeva a chi arriva sull'isola di presentare un certificato di negatività o un tampone nel giro di 48 ore. Ma il Tar era intervenuto bloccando il provvedimento e specificando che solo il governo avesse la facoltà di limitare la circolazione dei cittadini sul territorio nazionale.

Non è quindi chiaro se questa sia una strada percorribile per far ripartire il turismo. E, comunque, il ministro del Turismo non ne sembra entusiasta. Garavaglia ha però chiesto che nella campagna vaccinale si dia priorità agli operatori del turismo, in modo da permettere al settore di ripartire in sicurezza. "Da ristori a sostegni bisogna valutare settore per settore l'intervento più giusto, decreto entro la settimana prossima", ha aggiunto, sottolineando che sul tavolo ci sono 400 milioni da distribuire su misure precedenti e 450 milioni ad hoc per gli aeroporti. "Nel prossimo decreto sostegni interverremo in maniera più equa e mirata e in tempi più certi", ha proseguito. Ad ogni modo la riapertura non è ancora vicina e il ministro ha chiesto che prevalga la cautela: "Anche quest'anno sarà un marzo complicato. Meglio essere prudenti a marzo, in vista di Pasqua, per essere più sereni nei mesi successivi. Si apre se ci sono le condizioni, l'importante è non fare guai: ci vuole prudenza e programmazione", ha concluso.

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