Per il ministro Cingolani la rivoluzione ecologica rischia di fallire

Secondo il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani la rivoluzione ecologica potrebbe essere "un bagno di sangue". Lo ha detto oggi in un'intervista al quotidiano La Stampa. "Il problema non è solo se noi raggiungiamo l'obiettivo della transizione energetica e ambientale. Il problema è se ci riusciamo tutti insieme. Noi siamo solo una parte dell'Europa e l'intera Europa emette solo il 9 per cento della CO2 del mondo. Il resto dell'inquinamento viene da altri paesi e altri continenti. Se non riusciremo a convincerli, a impegnarsi anche loro, anche i nostri obiettivi saranno a rischio. Noi comunque dobbiamo impegnarci a fare fino in fondo la nostra parte".
Perché la rivoluzione ecologica rischia di essere "un bagno di sangue"
Il garante del M5s Beppe Grillo, durante la riunione dei deputati M5s a Montecitorio, lo scorso il 24 giugno, avrebbe detto: "Cingolani se continua così è un bagno di sangue". In realtà i due si sarebbero poi chiariti. Il ministro ha poi spiegato che con il fondatore del Movimento c'è stato poi un chiarimento: la frase non sarebbe stata un attacco al suo operato: "Lui mi ha detto di aver fatto un discorso ampio e complesso. Voglio chiarire: la frase ‘la transizione ecologica è un bagno di sangue’ gliel’ho detta io a suo tempo, e lui l’ha ripetuta. La frase ha un'accezione specifica – ha detto Cingolani -, la transizione ecologica è complicatissima da fare, quando dicevo che è un bagno di sangue è perché ha dei costi".
"Per cambiare il nostro sistema e ridurre il suo impatto ambientale bisogna fare cambiamenti radicali che hanno un prezzo. Di conseguenza dovremo far pagare molto la C02 con conseguenze, ad esempio sulla bolletta elettrica", ha ribadito oggi, riprendendo il concetto.
Grillo comunque si aspettava di più dal suo ministero, e Cingolani ha replicato così: "Io sono un tecnico scelto dal presidente del consiglio. Le critiche sono utili, sicuramente avrò fatto scelte non andate in una certa direzione e altre all'opposto. Non ho un partito alle spalle, sto cercando di interpretare il mio servizio in modo che sia utile al Paese. La politica dà delle priorità, io cerco di assecondarle tutte". Il ministro ha spiegato che "il progetto è quello di arrivare a un continente a impatto zero sull'ambiente entro il 2050".
"Abbiamo pochissimo tempo – sottolinea – La riuscita del progetto dipende da come spenderemo i fondi nei prossimi sei anni. Se li spenderemo bene avremo la possibilità di centrare l'obiettivo. Se li spenderemo male o non li spenderemo perderemo la competizione con gli altri paesi. I prossimi sei anni sono come il primo stadio di un razzo. Se lavora bene il razzo raggiungerà la Luna. Se lavora male il razzo finirà fuori orbita".
Tra le sfide c'è anche la conversione delle grandi acciaierie "come l'Ilva. Certo per fare questo l'Europa ci dovrà dare una mano perché se noi produciamo un acciaio buonissimo, verde, che costa di più, e poi qualche altro Paese lontano ci vende acciaio non verde a basso costo, bisogna compensare".