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Per il 70% degli italiani la sanità pubblica è peggiorata: cosa dice il nuovo rapporto Censis

Il III Rapporto Fnomceo-Censis rivela una situazione preoccupante per il Servizio sanitario nazionale (Ssn), con un peggioramento percepito da più di 7 cittadini su 10. La relazione, che analizza anche la qualità del rapporto medico-paziente, evidenzia come la carenza di personale e le esperienze negative in ambito sanitario stiano erodendo la fiducia nel sistema.
A cura di Francesca Moriero
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Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in Italia continua a fare i conti con un declino percepito da oltre il 70% dei cittadini, secondo i dati del III Rapporto Fnomceo-Censis. Nonostante le difficoltà che il sistema sanitario sta affrontando, come, per esempio la carenza di personale, il rapporto tra medico e paziente rimane comunque una componente fondamentale, con il medico di medicina generale (MMG) che appunto continua a rappresentare un punto di riferimento essenziale per la salute degli italiani. Tuttavia, il crescente divario tra le aspettative e le esperienze reali dei cittadini sta generando fratture nel tradizionale legame di fiducia. Questo scenario preoccupante si riflette così nella quotidianità del SSN e nelle sfide sempre più gravi che i professionisti del settore devono affrontare. Il rapporto, che verrà presentato ufficialmente il 12 marzo, offre una panoramica completa delle criticità del sistema sanitario, analizzando le cause di queste disfunzioni e le conseguenze sul rapporto medico-paziente

L'impatto della carenza di personale sul Ssn

Un aspetto cruciale che contribuisce alla "disaffezione" del pubblico nei confronti del SSN è la grave carenza di personale, particolarmente evidente tra medici e infermieri. Il 66,4% degli italiani ha riscontrato questa carenza, che colpisce in modo più marcato le aree del Nord Ovest (64,8%), del Nord Est (61,9%), ma soprattuto del Sud (71,9%). La mancanza di professionisti è diventata insomma una delle cause principali di un servizio sanitario che fatica a rispondere in modo adeguato alle esigenze della popolazione.

Esperienze negative nei pronto soccorso e nei servizi sanitari

Le esperienze dirette dei cittadini con il SSN, in particolare nei pronto soccorso, sono fonte di grande insoddisfazione: più della metà dei cittadini (52,2%) ha infatti avuto esperienze negative in queste strutture, con lunghe attese, carenza di informazioni e scarsa attenzione ai bisogni dei pazienti. Le regioni del Sud e delle Isole sono quelle che registrano i peggiori risultati in questo ambito, con il 60,5% dei residenti che ha vissuto situazioni problematiche. Questo contribuisce ad alimentare la sfiducia nel sistema, che appare sempre più distante dalle reali necessità della popolazione.

Il declino delle strutture sanitarie

Il declino delle strutture sanitarie è un fenomeno che non riguarda però solo la qualità dell'assistenza, ma anche la disponibilità delle risorse: i pronto soccorso, ad esempio, sono passati da 659 nel 2003 a 433 nel 2023, con una riduzione di 226 punti di accesso. Sebbene gli accessi annuali ai Ps siano rimasti relativamente stabili, il carico per ogni singolo punto di accesso è tuttavia aumentato del 23% in venti anni, evidenziando così anche un aumento delle difficoltà per medici e operatori sanitari.

Non solo, anche la medicina generale è in crisi: il numero dei medici è infatti in costante diminuzione, con circa 9mila unità in meno rispetto a vent'anni fa. Questo comporta una maggiore pressione sul sistema, con un aumento del numero di pazienti per ogni medico. Il 51,7% dei medici di medicina generale ha più di 1.500 assistiti, un dato che mette in luce l'estrema difficoltà di gestire un numero così alto di pazienti.

Il ruolo del medico di medicina generale come ancora di salvezza

Nonostante le difficoltà generali, il medico di medicina generale rimane una figura di riferimento essenziale: per l'88,9% dei cittadini, infatti, il MMG è un importante supporto nel trovare soluzioni adeguate alle loro esigenze, sia per quanto riguarda diagnosi che trattamenti terapeutici. Questo legame è particolarmente forte al Sud, dove il 90% dei residenti considera fondamentale, appunto, il supporto del MMG. Per il 76% degli italiani è essenziale che il proprio medico sia facilmente raggiungibile, preferibilmente vicino casa, un aspetto che assume particolare importanza in un contesto di crescente disorganizzazione del sistema sanitario. Nonostante tutto, il 71,8% dei cittadini afferma comunque di non voler rinunciare al proprio medico di fiducia, confermando cioè che, pur tra le difficoltà del sistema, la relazione di fiducia con il medico è un valore ancora estremamente centrale.

In sintesi, sebbene il sistema sanitario italiano sia soggetto a significativi problemi strutturali e organizzativi, il rapporto medico-paziente rimane un pilastro fondamentale, purtroppo messo a dura prova dalla scarsità di risorse e dalla crescente frustrazione dei cittadini.

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