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Opinioni

Per i leghisti nelle scuole italiane non si dovrebbe parlare delle morti in mare dei migranti

Una surreale interrogazione parlamentare al ministro Fedeli chiedeva chiarimenti in merito alla Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione che “sarebbe servita per fare propaganda nelle scuole”.
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È passata quasi sotto silenzio l’interrogazione a risposta immediata presentata dai parlamentari della Lega Nord, a prima firma Fedriga, al ministro dell’Istruzione Fedeli. I leghisti chiedevano al ministro chiarimenti circa il comportamento tenuto da oltre 4500 docenti in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione. Citando un articolo de Il Giornale, i parlamentari denunciavano che circa 4500 professori sovversivi sarebbero entrati in classe con un nastrino tricolore sugli abiti, mentre 850 insegnanti avrebbero cominciato lo sciopero della fame a favore dello ius soli e alcuni di loro avrebbero “realizzato attività con gli alunni per parlare di migranti, profughi” (addirittura, pensate!) e del senso della proposta sulla cittadinanza. Professori che sarebbero meritevoli di provvedimenti “anche di natura disciplinare” per aver utilizzato il proprio ruolo per “influenzare piccole menti in crescita”.

La risposta del ministro è stata piuttosto netta e ve la riportiamo nei suoi passaggi essenziali:

Mi corre l'obbligo di evidenziare che è stato il Parlamento italiano, ad ampia maggioranza dei presenti, approvando la legge n. 45 del marzo 2016, a volere che il 3 ottobre fosse riconosciuta dalla Repubblica italiana la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, per conservare e rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita per sfuggire da guerre, persecuzioni e miseria.

Il Parlamento non ha scelto casualmente questa data, ma ha voluto commemorare il naufragio del 2013 a largo dell'isola di Lampedusa, che, provocando 366 vittime, ha rappresentato una delle più gravi catastrofi marittime del Mediterraneo.

[…] È espressamente previsto che le istituzioni della Repubblica promuovono apposite iniziative nelle scuole di ogni ordine e grado, anche coordinandosi con le associazioni e con gli organismi operanti nel settore, al fine di sensibilizzare e formare i giovani sui temi dell'immigrazione e dell'accoglienza.

È pertanto in esecuzione e in ossequio a una legge dello Stato, voluta da questo Parlamento, che le istituzioni della Repubblica, unitamente alle scuole di ogni ordine e grado nell'ambito della loro autonomia, il 3 ottobre scorso hanno fatto non già propaganda pro immigrazione, bensì hanno ricordato le tante e troppe vittime della migrazione e hanno informato le giovani generazioni ai principi di solidarietà e tolleranza.

Le parole del ministro chiudono probabilmente la discussione sulla legittimità delle scelte degli insegnanti, ma resta aperta la questione relativa al senso di interventi di questo tipo da parte della politica. Che con ferocia inaudita ha trasformato in questione politica per eccellenza quello che dovrebbe essere un semplice esercizio di umanità: la solidarietà nei confronti dei più deboli, il ricordo dei morti, la dignità della vita di ogni essere umano. Concetti che la scuola non può, ma deve affrontare, e che rappresentano le coordinate minime del percorso di crescita di un bambino all’interno della società.

La politica c'entra poco, la campagna elettorale ancora meno. La tragedia di Lampedusa, le morti in mare dei migranti, le sfide e la complessità dei flussi migratori sono elementi che stanno caratterizzando questo particolare momento storico, ha senso far finta di nulla? Ha senso che la scuola arretri di fronte al suo compito, quello di contribuire a formare un individuo secondo i principi cardine della nostra cultura e nel rispetto delle regole del patto sociale? Ha senso chiedere ai professori di chiudere gli occhi, la bocca e la mente di fronte a ciò che accade?

Solidarietà, umanità, tolleranza, uguaglianza: davvero la Lega ha paura di queste parole?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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