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Per gli ambientalisti il Ponte sullo Stretto di Messina è un’opera “inutile e dannosa”

Un’opera dannosa per l’ambiente, inutile in senso pratico e troppo dispendiosa dal punto di vista economico. Così le associazioni degli ambientalisti, tra cui Wwf e Kyoto Club, oggi in audizione alla Camera, hanno descritto il Ponte sullo Stretto di Messina.
A cura di Annalisa Girardi
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Per Matteo Salvini il Ponte sullo Stretto di Messina sarà la più grande opera green al mondo. Ma gli ambientalisti non la pensano allo stesso modo. E parlano di un impatto devastante su un ecosistema delicato, oltre che dei rischi troppo elevati dal punto di vista sismico. Oggi alcune associazioni per la tutela dell'ambiente sono state ascoltate in commissione alla Camera e hanno criticato duramente il progetto. Per il Wwf si tratta di un'opera "insostenibile" dal punto di vista ambientale, mentre il Kyoto Club parla di un'infrastruttura "dannosa". Non solo: anche dal punto di vista economico e finanziario gli ambientalisti hanno espresso forti dubbi.

Per il WWF il Ponte sullo Stretto ha "costi ambientali elevatissimi"

Stefano Lenzi è il responsabile relazioni istituzionali del Wwf e in audizione a Montecitorio ha ribadito come il Ponte sullo Stretto verrebbe realizzato in un'area "compresa in zone protette", che sono tutelate dalla Direttiva comunitaria Habitat. Proprio per questo, quando si parlò della possibilità di costruire un ponte per collegare Calabria e Sicilia, all'inizio degli anni Duemila, l'Italia rischiò una procedura di infrazione.

Insomma, l'opera avrebbe "elevatissimi e insostenibili costi ambientali", ma non reggerebbe nemmeno "da un punto di vista economico-finanziario". Lenzi ha sottolineato come di questo progetto si parli ormai da 50 anni, ma in tutto questo tempo "nessuno è mai riuscito a dimostrarne l'utilità o la redditività". Per il Wwf, inoltre, c'è anche un problema pratico: "Sulla fattibilità bisogna porsi un problema visto che, come ha rilevato il gruppo di lavoro nominato dal Mims nel 2021, si tratta di costruire un Ponte a doppio impalcato, stradale e ferroviario, ad unica campata di 3300 metri, quando al mondo con queste caratteristiche esiste una lunghezza massima di 1991 metri. E non è una questione secondaria dal punto di vista tecnologico e ingegneristico". Infine, si tratterebbe di un ponte con "quattro torri di 400 metri di altezza, il tutto in una delle aree a maggior rischio sismico del Mediterraneo".

Il Kyoto Club dice che è "più utile spendere sulla transizione"

Le questioni dell'impatto ambientale e del rischio sismico sono sicuramente le più rilevanti, ma il Kyoto Club ne ha sottolineata una anche di mera utilità. "Siamo sempre stati contrari al progetto del Ponte sullo Stretto, non ne capiamo il senso dal punto di vista dei trasporti. Per noi non è una priorità del Paese: è un'opera dannosa e inutile", ha detto il vicepresidente dell'associazione, Francesco Ferrante.

Anche lui ha sottolineato come se ne stia parlando da tantissimi anni, "ma è una perdita di tempo e di risorse economiche". Secondo il Kyoto Club, quindi, "sarebbe molto più logico investire su nuove tecnologie che consentirebbero di risparmiare sulle tempistiche di attraversamento dello Stretto. Non si capisce perché spendere miliardi di euro per un'opera che ridurrebbe di poco la percorrenza". Insomma ci sono in ballo (tanti) soldi pubblici che dovrebbero essere invece "spesi per opere più utili alla transizione ecologica".

Italia Nostra: "Il Ponte sarebbe l'ennesima cattedrale nel deserto"

Ad essere ascoltata a Montecitorio c'era anche Italia Nostra, una delle più antiche associazioni di ambientalisti nel Paese. Secondo Walter Fratto, che è stato audito in commissione, il Ponte sullo Stretto sarebbe "l'ennesima cattedrale nel deserto". Da un tempo di percorrenza di una ventina di minuti si passerebbe ad attraversare lo Stretto in un quarto d'ora, risparmiando appena una manciata di minuti, ma "sbarcati in Calabria ci si troverebbe comunque di fronte a una realtà amara, sia su gomma che su rotaie". Per l'associazione, quindi, sarebbe più urgente "mettere al passo Sicilia e Calabria con le altre Regioni d'Italia", per quanto riguarda la rete di infrastrutture. Fratto quindi ha concluso: "Ci accontenteremmo di autostrade e ferrovie moderne sulla tirrenica e sulla ionica".

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